Le poesie perdute

Mimma cammeo super

Le poesie perdute
dei poeti ignoti dimenticati
prima di esistere, dei quali
hanno riso amici nemici
conoscenti e i tristi parenti.

Indovina chi ti ha colpito?

Assetati di parole non possedute, questi che rincorrono
la poesia con un retino da farfalle
incompatibile, incapaci di trappole
e di convenienze utili.

E passeranno nel dimenticatoio.

Ma
ai delinquenti attribuiamo l’avvocato gratuito
e tentiamo di convertire la prostituta, alle assassine
mandiamo lettere d’amore in carcere
con proposte di matrimonio
anche se sono brutte. Quanto siamo buoni.

Domenica Luise

(Elaborazione grafica di Domenica Luise su una propria fotografia)

 

7 pensieri su “Le poesie perdute

  1. Già…siamo tanto buoni quando si tratta di perdonare grandi peccati e poi non riusciamo a perdonare quelli piccoli, che non conosce quasi nessuno. Salviamo persone che non conosciamo e non aiutiamo il vicino di casa che non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Siamo un popolo eternamente in contraddizione, che vuole apparire anche quando fa del bene.

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    • Bisogna sempre incominciare dalla propria famiglia, nei cui confronti facilmente siamo presbiti, diamo per scontati i più cari e questo è grave. Perfino i matrimoni d’amore e le amicizie sincere possono alterarsi e finire, ma noi tentiamo di salvare il salvabile, cerchiamo di ritrovarci, potremmo non avere ulteriori occasioni d’amore, non svendiamoci per i classici trenta denari. Contemporaneamente rivolgiamoci verso i vicini e il mondo andando ad allargare, regaliamo le nostre tenerezze, speriamo ancora dopo cento delusioni e diciamo la parola di pace anziché l’ennesimo lamento o accusa. Sembrerebbe ovvio e invece rintanarsi è facile.

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  2. ciao Zietta, tutto ok???

    per vivere bene, diciamo meglio, sia sul fronte famigliare che sociale, bisognerebbe adottare un modus pensandi basato su un concetto semplice. “dai agli altri ciò che avanza dopo aver dato a te stesso, non dare a te stesso ciò che avanza dopo aver dato agli altri”. Viviamo nella convinzione che la solidarietà sia uno scotto da pagare per dare una ripulita alla coscienza, nel mentre consideriamo l’egoismo una risposta fissa, dovuta a quello presunto degli altri. Nella sostanza, difficile apprezzare a cuor sereno quando si vivono come valori storture esistenziali… non credi???

    TADS

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    • Penso che amare ed essere amati sia il gioco umano necessario, e bisogna amare anche se stessi come gli altri. Non è egoismo né autodifesa: è giustizia. E non c’è un prima e un dopo, ma una pienezza d’amore che si corrisponde. Nessuna ripulita fasulla alla coscienza, non mi piace, preferisco affrontare i sensi di colpa, se necessario. Del resto ci hanno istruito da appena nati ai sensi di colpa: mangia tutta la pasta, ci sono tanti bambini che hanno fame…eccetera eccetera.
      Preferisco sorvolare su questo miserevole e troppo facile discorso, sono stanca di queste lagne alle quali non posso rimediare in alcun modo né in piccolo né tanto meno in grande. Solo voglio concludere dicendo che finalmente, alla mia età, ho capito l’ignobile comportamento di molti umani indegni del nome di animali e ne provo disgusto.
      Io non ho paura della solitudine, la preferisco alla falsità. Ciao, caro TADS, e cerchiamo di avvicinarci al concetto che siamo esseri umani dotati di ragione e intelletto.
      Dimenticavo: mi sento un po’ meglio, forse perché stanotte ho dormito più profondamente lasciando una finestra con la serranda appena semiaperta in fondo alla stanza, l’aria condizionata mi fa troppo male, ma senza uno spiraglio non si poteva resistere. La Sicilia è feroce ad agosto.

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  3. E’ molto amara; la capisco meglio, oggi, dopo aver guardato il Tg. Ma non ti preoccupare, ci penserà il tempo a spazzar via anche le poesie emerse. Alla fine ne galleggerà ancora qualcuna sorteggiata dal caso. Tu dici sempre che la poesia è dolore-amore e GIOCO. Continuiamo a giocare allora ( anche se in questo periodo-lo confesso- ne ho poca voglia.
    Ciao Mimmissima!
    franca

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    • Dobbiamo giocare per forza, sicuramente meglio la poesia del calcio o del gratta e vinci. Altrimenti che epigrafi viventi diventeremmo? Io non sono affatto preoccupata, era peggio se imbrogliavo. Una stima parziale di me stessa posso ancora conservarla. Sempre dispostissima a ricredermi se mi sbaglio in quello che vedo con tanta chiarezza e di cui televisione e internet sono i validi annunciatori.
      Ciao, Francuzza, non smettiamo di lottare perché l’essere umano non è soltanto quella miseria che sembra. Conserviamoci una speranza.

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