La nuova stagione

 Frutta con bambola

L’uva è matura adesso, d’oro e nera
a diventare vino
per la bambola dei melograni, che porta
il suo cappello da passeggio sulle gambine storte
e guarda
dinanzi a sè con occhi di vetro
nel viso di porcellana.

I frutti segreti, amari fuori
e  aggrovigliati dentro in altre membrane
anch’esse amare,  ma non come la vita
quando mangi la scorza e tutto
diventa un grigiore marroncino
e la bocca piena di cemento
immobilizzata nel sorriso e la spalla
madida delle lacrime altrui raccolte
a secchiate.

Buon appetito, poetessa dell’amore che nessuno vuole.

Il vino inacidito
e la bambola è lesionata. Voglio
cambiare tavolo. L’inverno è arrivato
davvero. Prendo un fiammifero
per il mio corpo di paglia,  distruggere
purificare  ricreare.

Domenica Luise

(Quadro di Domenica Luise, olio su tela, 70 per 50)

 

17 pensieri su “La nuova stagione

  1. …Il vino inacidito
    e la bambola è lesionata. Voglio
    cambiare tavolo. L’inverno è arrivato
    davvero. Prendo un fiammifero
    per il mio corpo di paglia, distruggere
    purificare ricreare.”

    Bel rito di rinnovamento! Alla fine dell’anno ci vuole. Mi piace anche la natura morta con la bambolina retrò.
    Ciao

    franca

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    • Ho davvero quella bambolina di porcellana col corpo di paglia, che mi hanno regalato, e per fare questo quadro, per una volta, ho composto la natura morta con la frutta senza inventare dal mio interiore. Solitamente premo i colori direttamente sulla tela e li spalmo con le dita, il pennello mi serve per creare il colore della pelle o altrimenti non vibra. Tu dici bene: è un rito di rinnovamento, ma non me ne ero resa conto quando quei tre verbi finali sono saliti imperiosamente nel mio pensiero. Vedi come talora un lettore può puntualizzare e aprire una vista nuova anche per l’autore? Quando la poesia si addentra poi irrompe da sè.

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  2. una specie di “opera al nero” dolcissima. L’insieme poesia + quadro è potente, l’immagine della bambola, del tutto femminile, fa pensare davvero ad un ciclo che si chiude solo per permettere la rinascita… e l’amarezza si stempera nella speranza
    baci

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    • Certo che avete una bella acutezza nel commentare ed è bellissimo ascoltarsi vicendevolmente. Questa è condivisione della propria ricchezza più grande: il pensiero. Grazie anche a quegli amici che lasciano un segno di gradimento e un augurio grande a tutti di buona vita e buona poesia.

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  3. Mi hai fatto pensare a Ibsen,
    Nella vita della donna,di molte donne,c’è sempre una realtà coraggiosa,autonoma,da nessuna parte e da nessuno codificata,che prima o poi deve affrontare.Una realtà avvilita si,ma col risveglio di un’ araba fenice pur senza allegria. Una donna,appunto e non più una bambola.Chissà,forse solo per poter scriverne o alimentare il proprio talento creativo,se non addirittura far della propria vita un capolavoro scritto con la realtà più appassionata della commedia umana.
    Mirka

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    • Già, Bianca. Nel corso della vita c’è sempre qualcuno che tenta di usare l’altro come un robot per i propri voleri, ed io non sopporto le sopraffazioni sotto nessuna forma. Per questo rinasco dopo una vampata, del resto la cenere è un ottimo concime per le piantine, quindi cambio vita, da paglia a fiore. Ecco. Produttrice di semi o poesie.
      Grazie per la tua presenza.

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  4. è vero, c’è sempre qualcuno che tenta di usare l’altro come un robot.
    ce ne sono che sbattono perfino la porta in faccia all’ospite che li ha gentilmente e disinteressatamente accolti.
    la memoria degli uomini è più corta dei robot, a volte.
    la tua pittura dice bene di te e della tua anima, la verità traspare sempre, e così anche nell’arte non la si può eludere.
    Bravissima!

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    • Sai, Cristina, una volta cosa mi è stato detto? “Non fare mai del bene se sai di non poter sopportare il male che riceverai in cambio”.
      Non dovrebbe importarmene niente, ma non sono arrivata a questo punto di atarassia, ormai sono vecchia e non so se mi basteranno questi ultimi mesi che mi restano sulla terra per ottenere una così eccessiva elevazione spirituale.
      Quindi prendo quel fiammifero della poesia e brucio la vecchia Mimma di paglia.
      Nell’arte la verità traspare né io voglio eluderla. La lascio soltanto obnubilata.
      Un’altra volta un grande sacerdote, purtroppo morto anche lui, mi disse che i beneficati, quando è finito il bisogno, normalmente rigettano i loro benefattori per una reazione psicologica: gli ricordano momenti difficili della loro vita.
      Difatti è realmente così. Anche chi si sente inferiore tratta male l’altro vedendolo come un rivale e schiattando d’invidia.
      Nulla inaridisce più dell’invidia di un bene altrui, bellezza, giovinezza o talento che sia.

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  5. sottoscrivo tutto
    purtroppo è capitato anche a me…
    e mi sento anch’io “rigettata”
    ma non ci si può difendere da chi ti dà con una mano e con l’altra ti colpisce
    tu accendi la Mimma di paglia, io mi tolgo spine e lame da tutte le parti, mi sento peggio di un ficodindia
    ed è triste sapere che chi invidia non sa nemmeno lontanamente che cosa sta invidiando.
    bisogna farsi coraggio e andare avanti
    non c’è altra scelta.

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    • Da ora in poi è deciso: mi dedico all’atarassia, ma poi penso, hai visto mai quanto sono belli i fiori d’oro dei fichidindia?
      Larghi, aperti, opulenti e con la farfalla dentro, quindi anche dolci e fecondi.
      Si fanno perdonare molte spine. Forse gli sono cresciute per difendersi. Non erano così.

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  6. La poesia interpreta con raffinati pensieri il bellissimo dipinto. Il melograno è il simbolo della resurrezione per cui la bambola lesionata dai dolori di questa terra, attraverso il fuoco purificatore, assurgerà ad una nuova dimensione. Una nuova stagione, infatti, una nuova vita per chi si ribella alle sopraffazioni, una vita meritata.
    Complimenti, carissima Mimma, sei un’artista a tutto tondo.
    un abbraccio
    annamaria

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  7. …”Un’altra volta un grande sacerdote, purtroppo morto anche lui, mi disse che i beneficati, quando è finito il bisogno, normalmente rigettano i loro benefattori per una reazione psicologica: gli ricordano momenti difficili della loro vita.”…

    questo è il concetto che ha nobilitato la beneficenza anonima, anche se non sempre è possibile restare tali

    bellissima poesia e bellissimo quadro, forse la metafora del vino novello è più vicina alla raffigurazione della vita

    TADS

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    • Giusto, caro TADS: ho scoperto che questo rifiuto dei maggiormente beneficati è un po’ simile all’atteggiamento di ribellione dei figli nei confronti dei genitori, che non solo gli hanno dato la vita, ma finché vivono sono sempre mamma e papà e continuano a dare e a perdonare e a scusare meravigliosamente. Con gli estranei (brutta parola, vero?) si fa solo più fatica perché manca quell’amore viscerale o lo si sente poco e nulla. E noi esseri umani, fra i limiti duri e straordinari dai quali siamo tutti segnati, confondiamo l’amore col sentire mentre invece l’amore cambia e cresce anche quando è duro. Osiamo dire “Non ti amo più” perché non sentiamo in quel momento e ci piace qualche altra cosa o persona che sia. Così stracciamo le nostre ricchezze.
      Sai, non avevo pensato al significato del vino novello. Mi piaceva il quadro e non avevo una poesia adatta, così mi è uscita questa e tu hai perfettamente ragione: il vino è una perfetta raffigurazione della vita, che dapprima ribolle e dopo si acquieta assumendo sempre più sapore, ed è diversa e migliore quando invecchia.

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  8. Ci leggo, in buona sostanza, una apologia della ri-creazione che passa attraverso ( e non potrebbe essere diversamente) mutazioni, magari brutture.. e rinnovamento di noi, della stessa natura.
    Ma quella tua bambola dei melograni mi manda in visibiliio nei versi e nel dipinto Mimma..

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