Il segno dell’infinito, il dna
la spirale della galassia
una nessuna e centomila, radici
e vita dalla morte e dalla vita
entrando uscendo e rientrando. Abissi
e musiche dove spazio e tempo
si annullano. Canterelliamo
rintocchiamo fantasticando
il poco immaginabile. Togliamo
i ceppi alle mani, ai piedi
e al cuore. Adesso vado
e non se ne accorgono nemmeno
portavo il mantello dell’invisibilità
come nelle favole.
Volevo scrivere, è notte, quasi mi addormento sul quaderno
e buon riposo alla mia tempesta.
Guardo negli occhi la solitudine
che non mi spaventa, è pietosa
e mi prende
con dita senza carne e parole senza sillabe. Mi raggomitolo
su questo letto
che raccoglie il sussurro della farfalla.
Ma sogno la danza.
Domenica Luise
(Quadro a olio di Domenica Luise)