Poeti di oggi, Giancarlo Locarno: L’idea di un Giuseppe (parte prima)

Mia figlia, un giorno, tornando a casa dall’asilo, ci ha detto:
-Sapete!..c’è un mio compagno con un nome strano…-
-Si chiama Giuseppe-.

Per prima cosa aleggiare
in acque cagliate blu
sotto
Giuseppe
è mio padre
in motorino
dietro mille merli
nella via dove falliscono i cotonifici
mille echi di un’ombra che si ritira
a un’alba da me
così instabile sul portapacchi.

Affacciato alla cappella col maiale
San Rocco ci mostra la peste:

la testa di cane esce dal rosso
prepariamoci al volo dei bastioni
col passo indietro di parata
respingiamoli al cielo con la mano.
Il settimo giorno non c’è il riposo ma il ritorno

le sue canzoni arrivarono molto dopo
e arrivarono con un altro sorriso

disperso tra i granoturchi della mulattiera
verso Cardano

un segnale

che la nevicata è riuscita
nella sua antica lingua
dei legni

lo scroscio primario
non ci dissolse le selci
e i soldatini
e il sillogizzare d’amore.

Sono pensieri fratturati come una corona di spine con qualche rosellina qua e là in mezzo alle gocce di sangue che tutti nella vita spargiamo, specialmente i poeti per la particolare sensibilità e prese di coscienza.
“Mia figlia”: si incomincia con un piccolo fiore e una nota tenera, alla bimba Giuseppe, il nome più comune al mondo, sembra “strano”. Il tono cambia immediatamente: “Giuseppe è mio padre in motorino”.
Ci sono rapide notazioni di ambiente e gli stati d’animo vi si mescolano svagatamente. Il lettore, che non sa le situazioni precise, deve fidarsi ed è costretto all’abbandono entrando nell’irrazionale. “Le sue canzoni”…del padre, certo, “arrivarono con un altro sorriso” e un’altra rosellina nella vita dell’autore:”la nevicata è riuscita nella sua antica lingua dei legni”. Il lettore sente il freddo sulle guance e il caldo buono del caminetto dove crepita il fuoco.
“Lo scroscio primario non ci dissolse le selci e i soldatini e il sillogizzare d’amore”: forse è uno scroscio di pioggia sulla neve, ma quell’attributo insolito, primario, ossia fondamentale, me lo fa piuttosto riferire all’animo del poeta, che essendo forte come la selce non può essere dissolto dalla tempesta della vita  né saranno mai dimenticati i ricordi di bambino simboleggiati dai soldatini e tanto meno quel ragionare d’amore con gli altri giovanetti come lui quando incominciarono a crescere.
Poesia scarna e bella, interrotta artisticamente, dove il non  compiuto lascia spazio al pensiero del lettore.

                                                                                             Domenica Luise

19 pensieri su “Poeti di oggi, Giancarlo Locarno: L’idea di un Giuseppe (parte prima)

  1. l’idea di “un giuseppe” porta a riflettere di quanto poco ci soffermiamo su ciò che diamo per scontato. appare banale giuseppe. ma “un” giuseppe è individuo ed ogni giuseppe è una storia. Giusto, quindi, lasciare ampio spazio anche alla storia di chi legge
    bel post, grazie

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  2. Pingback: Domenica Luise – Poeti per don Tonino Bello: Giancarlo Locarno (I) | Neobar

  3. è veramente toccante essere presentati da te
    si è sicuri che ogni profondità sarà sfiorata dalla delicatezza del tuo percepire l’anima di chi scrive.
    un poeta cosa dovrebbe desiderare di più?…

    Complimenti a Giancarlo per i versi
    a Mimma per la presentazione.
    cb

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  4. Eccomi finalmente, tra i poeti, tra quelli che nell’animo racchiudono parole a volte indecifrabili, come questa poesia che sembra un acquerello di una vita intera, tanti giorni dipinti su una sola pagina. La poesia si legge e resta quel mistero dell’essere, così immenso e sconfinato.
    Ciao Giancarlo e un bacio a Mimma che con tanto amore entra nelle parole dell’autore

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  5. Quando le presenti tu le poesie, esse rifulgono di una luce speciale: hai la capacità d’interpretare anche i pensieri nascosti dell’autore. Mi sono sentita presa per mano e portata tra i versi, cara Mimma, ho ammirato il mondo di un Giuseppe, bellissimo!
    Tanti complimenti al poeta e a te carissima.
    un abbraccio
    annamaria

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  6. La partecipazione alla stesura di questo libro è stata per me l’occasione di fare i conti con mio padre, che guardacaso si chiama Giuseppe. In questa prima parte rivivevo la mia infanzia nell’immagine della strada principale del paese percorsa in motorino, una sacra famiglia che rivive in tutte le famiglie, le mie figlie adesso hanno più di vent’anni, e quel ricordo di quando erano all’asilo mi ha scatenato delle considerazioni anche sulla lontananza oggi di qualcosa che è così semplice e vicino come il pane o come appunto il nome di giuseppe.
    Queste stratificazioni dentro e fuori la vita di mio padre continuano anche nelle altre parti.
    Mio padre c’è ancora, e gli ho regalato una copia del libro.
    Devo dire che il suo autore preferito è Vincenzo mastropirro, in particolare la poesia “puttana vecchiaia”, che si è anche ricopiato sul suo quaderno.
    Della mia non ha detto niente, attraverso le mie figlie ho saputo che non l’aveva capita, e per questo non gli era piaciuta tanto. Ciascuno cerca la sua strada verso la naturalezza, e mi rendo conto che non è facile avere la grazia e la semplicità di Li Bai ad esempio, del quale si diceva che le sue poesie stavano sia sulla bocca dell’imperatore che in quella dello stalliere. Un grazie di cuore a Mimma per il commento limpido ed esatto, un caro saluto a tutti.
    Giancarlo

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    • Leggo ora il post di mimma che è sempre bravissima nel leggere l’anima degli autori di “Giuseppe” come fece con me.
      Ma devo dire che sono veramente commosso per quello che scive Giancarlo a proposito di me e di suo padre. Io il papà l’ho perso 18 anni fa improvvisamente e fu una tragedia. Ora col cuore in mano dico “caro Giancarlo tuo padre è anche mio padre e non dovessi scrivere più poesie, mi basta sapere che tuo padre ha una mia poesia trascritta sul suo quaderno, lo abbraccio forte e riabbraccio mio padre” ciao a presto
      v

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  7. Sono commossa per i vostri commenti, per quello che siete e provate, per la fraternità poetica che ci lega eppure ci lascia contemporaneamente liberi. Il papà di un amico diventa anche il nostro perché ha apprezzato tanto una nostra poesia da ricopiarsela sul quaderno come un ragazzino. Che meraviglia, quanta innocenza conservata rimane e si comunica a tutti quelli che hanno cuore e pensiero. Grazie a tutti, uno per uno. Vedete come si diramano armonie dalle parole dei poeti? Non sempre il mondo è triste, la corruttela alta, la neve ghiacciata.

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  8. quando la poesia diventa parte di ognuno di noi acquista quasi una vita propria, che può essere raccontata ancora. ogni volta che Mimma presenta un autore e una sua poesia diventa parte della nostra esperienza per quel veicolo meraviglioso che è la passione e la sensibilità con cui ce la propone.

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  9. Bella questa lettura, come bella e misteriosa (come una donna che ti fa sognare, perché lascia molto alla immaginazione – Mimma scusa se ti rubo le parole..) è la poesia di Giancarlo.
    Bello (e struggente) anche l’incontro con Mastropirro, davvero un dono per tutti, come un dono è stato incontrarci nel libro e leggerci.
    Un grande abbraccio a tutti!

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  10. Credo di averla già letta in un altro sito e di aver detto più o meno che la trovavo suggestiva, profonda ma che non la comprendevo del tutto. L’analisi di Mimma mi ha molto aiutato a sentirla e apprezzarla. Piaciuto tanto anche il commento dell’autore.
    Grazie

    franca

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  11. Buonanotte, cari. Ieri sera ho tenuto il computer spento perché c’era bufera con tuoni e fulmini, ho preferito non rischiare qualche danno. Adesso c’è freddo perché anche in Sicilia siamo sotto zero, ma tutto è calmo e la casa è tiepida. Ho letto con attenzione ogni vostro commento ed ognuno mi sbozza il cuore poetico che avete, quella calda umanità affettuosa, compassionevole e, ve lo auguro sempre, anche gioiosa malgrado i tempi e la corruttela che abbiamo intorno. Sotto altre forme, usi, costumi, religione, poesia ed arte, la storia si ripete e l’uomo vive ciò che gli avi hanno già provato e riprovato.
    Il dono di incontrarci continua e si moltiplica.

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