Il tempo, il silenzio e la limpidezza


Per la poesia ci vogliono tempo e silenzio sia per scriverla che
per leggerla perché soltanto così le anime profonde dell'umanità
entrano in contatto. Non può calare in fretta fra il bavaglino
a uncinetto e il ragù che deve stringere tre ore a fuoco lento girando
spesso. Le improvvisazioni non funzionano se non entro una
gradevolezza mediocre, che ricalca questo o quell'altro autore
di cui abbiamo letto qualcosa per caso.
Allora crediamo di essere poeti perché scriviamo andando a capo
quando ci pare e magari la mamma oppure l'innamorato ci hanno fatto
l'applauso e abbiamo declamato i nostri versi ai matrimoni e
al battesimo e tutti sono stati lusingati di essere nominati
a rima baciata.  Non funziona così.
Non ci vuole minor travaglio perché il risultato è breve.
Quelle poche parole sono il compendio di tutta la nostra vita
immersa nella storia degli altri intorno a noi. Invece, purtroppo,
molti sono i poeti di corsa e questo inevitabilmente si sente.
Se la pianta è mal nutrita il frutto è stenterello ed ecco allora le
poesie costruite a viva forza, che stridono ad un orecchio abituato.
L'altro inganno è il tecnicismo stilistico, i versi reboanti, alla Vincenzo
Monti, che ha fatto abbondantemente il suo tempo nel milleottocento,
durante il neoclassicismo, traducendo in maniera inguardabile e
inudibile l'Iliade e il suo collega, Ippolito Pindemonte, che si è occupato
di fare lo stesso servizio all'Odissea, sfasciando entrambi
la divina semplicità espressiva di Omero.
L'altro ieri mia nipote Mariachiara ha provato un abito da sera
rosso lungo, era bellissima perché il modello esaltava la sua figura
senza essere soffocato dagli ornamenti.
Viceversa le poesie anoressiche, telegrafiche, disfatte dal lungo digiuno:
niente articoli, niente aggettivi, niente punteggiatura, niente  o quasi
niente di niente. Allora come bisogna fare per l'armonia necessaria?
Questo lo deve sapere il poeta perché non si può insegnare.
Se avete bisogno che qualcuno ve lo spieghi, pensateci bene: forse
non siete poeti, amate soltanto la poesia, il che comunque non è poco.
A furia di deliziarvi nella poesia altrui forse scoccherà una scintilla
vostra vera, allora vi si aprirà dinanzi alla mente un regno delle
meraviglie, dove potrete aggirarvi sempre più liberamente e trarre
quasi senza fatica ora questo ed ora quel pensiero.
Il risultato poetico finale deve essere limpido, ma non nel senso di
immediatamente comprensibile a chiunque legga una poesia una volta
nella vita.
È proprio della poesia moderna mantenere il mistero umano
nelle proprie parole, che quindi appaiono ermetiche, ossia chiuse,
ed effettivamente lo sono.
Fate finta che quell'incomprensibilità sia un punto inaccessibile
del giardino interiore, dove sono affastellate spine e fiori
che nessuno sa, nemmeno l'autore.
Da lì emergono tracce: qualche odore rapido di terra, di erba e
comunque di vita.
Il poeta afferra questi barlumi in parole e le esprime con piena
semplicità. Segue il gusto della propria anima e si piace
nel dirsi: questa è limpidezza del sè profondo a cui corrisponde
la fluidità sintattica dello scritto.
I contorsionismi della forma, le esagerazioni, la super aggettivazione
e i continui riferimenti dotti non sono poesia in sè, possono
diventarlo se fatti decantare e liberare.
Come si fa dovete saperlo voi.
 
                                                   Domenica Luise


 

23 pensieri su “Il tempo, il silenzio e la limpidezza

  1. oh, sì! Mimma, hai scritto chiaramente tutto quello che penso anch'io della poesia!
    Non avrei saputo farlo meglio.
    comunque sono sicura che chiunque legga queste considerazioni, documentate e ben note alla tua competenza di docente non penserà minimamente di attribuire a se stessa/o l'inettitudine a poetare.
    Questo è un dato di fatto.
    il web trabocca di siti e blog di poesia, in cui si raffazzonano versi masticati, puerili, approssimativi, con la sola giustificazione che sono stati scritti sull'onda delle emozioni…
    come se fosse sufficiente "sentire" per far poesia.
    per contro, nessuno si sognerebbe mai di definirsi musicista se non conoscesse uno strumento e le regole per suonarlo.
    ma anche lì, c'è chi non fa differenza tra sublimi sinfonie e canzonette da san remo.
    complimenti!

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  2. Sono d'accordo con te e con Cris, difficile che chi ti legge sappia riconoscersi e sia in grado di fare un profondo esame di ciò che scrive. Per me no, non ho nessuna difficoltà ad ammettere di scrivere pensieri ai quali dedico un po' di estetica…per tirare il fiato…odio la punteggiatura è il mio tallone d'Achille, specie le virgole…da questo il nome del mio blog "L'anfora dei pensieri" pensieri appunto!

    Ciao Mimma, ti abbraccio

    frantzisca

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  3. SONO D'ACCORDO CON TE
    e sul tuo rigoroso appello alla critica fuori da ogni compiacimento.La Poesia è data da una scintilla che è fuori dall'umano "sentire" ma che non si assogetterà mai a nessuna moda,competitività,emulazioni ambiziose,Il Poeta,però,ha avuto una scuola seria,una "roccia basaltica" alla quale attingere perchè da lì  è partita la sua fonte di lavoro e sempre da lì  è cominciato il suo duro lavoro che ha continuato  nel mentre intanto cresceva e,crescendo con sforzo sempre doloroso ne ha poi trovato la gioia,sfrondando,levigando,,mettendo per poi togliere,senza alcuna idolatria d'essere originale e,insofferente in assoluto a ogni omologazione di mercato,perchè nella sua memoria vivevano  i "padri"  (Omero Sofocle Platone Virgilio Tacito S.Agostino e i Vngeli)che ebber la fortuna d'incontrare anche se per vie trasversali e,amato  sino al punto di volerne conoscere anche la lingua alfine di leggerli nella loro lingua,con l'umiltà che si deve ai  precursori  d'ogni nascita importante,lontani da ogni "accademismo" che pur conoscendo s'ingloba di formule e sterili rigorismi senza una vera sapienza che da lontano viene e alla quale si continua a guardare col più alto rispetto quasi timoroso.
    Personalmente mai mi sognerei di chiamare le mie "libere parole" col nome di Poesia.E' un mio modo di "sentire" la vita nell'emozione di una spinta irrefrenabile che,a volte,diventa una necessità col piacere,qualora avvenisse di spartirla e condividerla senza nessuna pretesa di.senza lente di accademismo che allora infastidirebbe me dal momento che non c'è pretesa alcuna se non col piacere di esprimermi in libere parole..Mirka (Bianca 2007)

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  4. Credo che un poeta  voglia dare un origine a se stesso, suscitare emozioni…quelle emozioni profonde e sincere che riesce a trasmettere senza mai "ostentare" troppo!
    E' un dono anche sofferto…
    Bacione!
    Chiaretta

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  5. Cristina, tutti siamo inetti a poetare e i veramente grandi ne prendono esatta coscienza a vita. Il dono ci sovrasta sicuramente, ci contiene, è la poesia a fare il poeta e non viceversa. È un'esperienza che ha molto dell'unione mistica della preghiera profonda , qualunque sia la fede: è profonda quella preghiera che non ci fa pensare più a noi stessi, ma ci apre all'amore.
    Il "sentire emozioni" è indispensabile a tutto o la vita si fermerebbe, gli innamorati sbadiglierebbero e le madri si stuferebbero dei figli, però le emozioni vanno incanalate nella lingua, che deve essere conosciuta in maniera perfetta o non si piegherà mai al pensiero.
    frantzisca, nessun poeta vero si autoproclamerebbe tale, però diciamo che i nostri sono blog di poesia tanto per intenderci. Dire pensieri e dire poesie è uguale… a me la tua poesia piace molto, è nuda, ma non anoressica e non è mai costruita oltre l'indispensabile.
    Giustissimo, Bianca, liberandosi da ogni idolatria e ricerca di se stessi: il proprio successo, la notorietà, lasciare un segno indimenticabile e sciocchezzuole del genere, ci si può ammantare di poesia sempre più nuda, essenziale e ben nutrita, con tutte le curve al posto giusto e canto di sirena.
    La condivisione è una necessità, viviamo in società e abbiamo bisogno gli uni degli altri. E quando vediamo l'eccellenza, diciamola una lode, diamola una gioia, non supponiamo che l'altro sia talmente bravo da bastare a se stesso. D'accordo, ognuno ha una dimensione di solitudine inaccessibile, è destino umano, ma almeno accostiamoci e lasciamo un sorriso.
    Chiaretta, la poesia, come tu scrivi, è "un dono anche sofferto" e sofferto fino alle delusioni più cocenti quando ti devi rendere conto che gli altri si sono stufati di sentirti dire la parola blog e poesia. Superato ciò, non te ne importa davvero più di niente, né di vita né di morte, sei oltre.
    Marzia, grazie dell'immagine. Ho sentito spesso denigrare Emily Dickinson (di cui ho sempre letto soltanto qualche poesia qui e lì, ma andrò a cercarmi la sua opera fra i miei libri) come se fosse stata una poetessa da baci di cioccolatta. Chi scriveva era semplicemente ignorante e invidioso. Le parole che tu riporti sanno di cantico dei cantici, con quella delicatissima carnalità spiritualizzata che può capire nella sua forza soltanto chi ne ha avuto esperienza mentre colui che ne sente soltanto parlare rimane incredulo, questo è sicuro.

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  6. D'accordissima,
    semplicemente applaudo al tuo
    vero, scritto,
    fare poesia è sentirsi nella poesia, è musica
    far parte delle note
    tra tra la chiave musicale emlo spartito
    come un "do" o un "la" messi nel punto del cuore.
    Racconta un  po' di se semplicemente nascondendoci nelle metasfore,
    Senza la pretesa di essere poeti ma di scrivere la vita come la viviamo.
    Un sorriso carissima
    se vieni a trovarmi ho cambiato look, anzi la cara amica "sorgentediluce" ha fatto questa meravigliosa nuova pagina.
    Un abbraccio
    Chiara

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  7. Tra ragù e nipotine bellissime, hai scritto una pagina di tutto rispetto. Tante le idee che condivido, anzi tutte. Poi come si fa…lo devo sapere io, esercizio dopo esercizio; lettura dopo lettura.
    Soo così contenta, cara Mimma, di questi blog che ci permettono la condivisione d'interessi poetici che altrimenti, con tutta probabilità,imploderebbero.
    Prima di salutarti, evidenzio una delle perle di questo scritto:
    "Non ci vuole minor travaglio perché il risultato è breve.
    Quelle poche parole sono il compendio di tutta la nostra vita
    immersa nella storia degli altri intorno a noi".

    franca

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  8. Purtroppo io non ho il dono del poetare e non ci provo nemmeno. Però mi piace leggere le poesie degli altri anche se, a dire il vero, vorrei poterle capire un po' di più.

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  9. Buonanotte o buongiorno o quello che è, ho già fatto colazione, messo il timballo di zucchine in forno, sistemato le cotolette, oh, che brava massaia. Uffa. Nel frattempo ho acceso il computer che, essendo nuovo, potente e capiente, si spiccia subito e così adesso mi sono fiondatasu internet a dare una rapida scorsa, ma ho già preparato il piano di lavoro perché, in mattinata, intendo finire un quadro visto che il fortunato proprietario, ieri sera, è stato avvisato che può venire a vederlo, ma non voglio che lo veda talmente incompiuto, potrebbe venire voglia anche a lui di non farmelo continuare oltre. Posso lavorare con la luce artificiale, che altera i colori, perché userò i tubetti messi da parte ieri o altrimenti cambierebbe l'effetto nella aluce del sole.
    Ecco.
    È vero, Chiara, ci celiamo nelle metafore, soltanto io vorrei che venisse evitata, fin dove possibile, la forzatura stilistica, che fa degenerare i migliori. Per questo parlavo di "limpidezza". Ossia non dobbiamo usare del nostro stile raggiunto, non si può impunemente. E mai pensare di essere "arrivati" perché in poesia non si arriva, si cerca sempre e soltanto. Contemporaneamente stimarsi e stimare gli altri, e questo significa soltanto preparare il campo alla fioritura sperata.
    Franccuzza, hai colto uno dei punti pregnanti del testo, è un errore grave e comune pensare chee la poesia, sia pure umanamente limitata perché creata da uomini limitati, sia qualcosa di facile perché breve oppure quattro parole sconclusionate delle quali si può ridere insieme ad altri ignoranti.
    Katherine, la poesia ha molte dimensioni. La musica è il silenzio poetico. Io ho tanta musica dentro, ed è mia come sono mie le parole e tutto è poesia. Abbandonati all'incomprensibilità seducente della poesia altrui: potrai capire oltre il razionale.

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  10. Avete visto quanti refusi mi sono scappati qui sopra? Così imparo a rileggere i commenti prima di pubblicarli, ormai ve lo tenete com'è, sarebbe stato peggio se i refusi mi fossero scivolati sui blog altrui. Mi perdono da sola e vi abbraccio, vi raccomando, mangiate, bevete con moderazione e niente acqua ghiacciata e tracannata, concedetevi qualche sfizio e divertitevi sul mio blog. Da ora in poi prometto solennemente: rileggerò tutti i commenti prima di cliccare invia.

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  11. E' vero, per la poesia ci vuole tempo e silenzio…
    Ho letto molte volte il tuo post, e ti ringrazio perchè tu m'insegni molte cose ed io cerco d'imparare.
    Un caro saluto e buona giornata
    Graziella

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  12. SeI semplicemente meravigliosa!
    Belli, limpidi e mirati anche i commenti! 🙂
    Peccato però non essere una poetessa 😦 … mi piacerebbe!
    Grazie del passaggio.
    Dolcissima notte,

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  13. Francesca 05, i poeti autentici cercano sempre di imparare, gli altri giudicano e si autoassolvono.
    Cristiana, grazie del saluto che ricambio.
    È vero, Chiaretta: belli, limpidi e mirati anche i commenti, dai quali imparo molto come un prato che germoglia dapertutto.

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  14. Un bellissimo post scritto con il cuore della competenza, cara Mimma. Io non so poetare, è per me qualcosa di estremamente difficile, ma m'incanto nel leggere le vere poesie, quelle che parlano al cuore e deliniano pensieri affrescati da metafore ora suggestive, ora ermetiche, ora toccanti e altro ancora. Il vero poeta sa trasmettere tutto ciò, e purtroppo ci sono tanti che credono di esserlo e nella loro convinzione non comprendono che dovrebbero indugiare in altro. La vera poesia è arte per pochi!

    Grazie, cara, per questa bella pagina.
    un abbraccio
    annamaria*

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  15. Annamaria, la vera poesia è arte per pochi, ma si distingue benissimo appena appare. Ed i più veri poeti non sono sempre al massimo ogni volta nemmeno loro, quando andavo al liceo litigai con una compagna di classe perché proclamai che mi ero stufata di sentire tutti quei lamenti del Leopardi, mi rispose che soltanto un cuore di pietra poteva parlare come me. Uffa. Perfino in seno alla stessa poesia ci sono punti salienti ed altri di passaggio. È rarissima una coesione perfetta in una poesia. Ed io sono di gusti difficili anche se è ovvio che, nel commento, metto in evidenza quello che mi piace di più.
    Non lo faccio per buonismo perché lo reputo dannoso all'intelligenza umana e non mentirei per non ferire, tuttavia aggiro i giudizi drastici per non scoraggiare persone che, invece di dedicarsi ad altre cose meno belle, si sentono comunque attirate dalla poesia. È una grande ricchezza a patto di non barare. Annamaria, poetare è come togliere il turacciolo alla botte: solo allora il vino esce e tutte le botti sono fatte per contenere vino più o meno buono, comunque succo d'uva. Spesso è il dolore a dare la botta violenta oppure l'innamoramento. Credo che ogni essere umano abbia un poeta dentro, ma quasi sempre rimane nascosto sotto l'inconoscibilità. Non occorre aspirarvi se una non se la sente e fa bene a non imbarcarsi, il cammino è talmente aspro che non conviene. Ma se arriva quel dono irruente, allora è talmente bello che basta a se stesso da solo in mezzo al dileggio degli sciocchi.

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  16. provo pochissima simpatia per i poeti paludati e per quelli che si sentono qualcuno, credo anch'io che sia difficilissimo giudicare se stessi, meglio dunque restarsene con i piedi per terra e riconoscere i propri limiti…
    grazie Mimma, sei sempre molto chiara, con misura ed equilibrio.

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  17. Buone vacanze, Francuzza, goditele a pieno. Hulda, io credo che giudicare se stessi sia letteralmente impossibile. In quanto ai poeti paludati, non esistono proprio per me. Si sbagliano a vantarsi di concorsi, pubblicazioni e quant'altro, di norma il meglio che possa capitare è che ti pubblichino le tue poesie gratis. Io sono andata un punto più su, l'editore mi ha pagata due soldi, ma poi ha fatto rivendere i libri a me e ai miei amici. Grazie, no. Mi arrivano email con proposte di pubblicazione, a mie spese, è ovvio. Io scrivo, io spendo, io regalo. Nemmeno apro le varie email, gliele rimando direttamente sperando che mi dimentichino. Vergogna.

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  18. Mimma tu ci illumini sui segreti della poesia e da quello che scrivi mi sa che sono pochi quelli  scrivono veramente qualcosa di artistico e valido…
    Intanto divertiamoci a scrivere poi tutto passerà nel setaccio del tempo e vediamo cosa resta di  tutte le nostre poesie.
    Già la vita è tanto complicata se ci togliamo anche questi piccoli privilegi…
    Sai qualche settimana fa, per il 50 esimo anniversario di matrimonio, ho regalato un piccolo testo, forse con qualche traccia di poesia, non so, e la cosa bellissima è stata sentire la commozione delle persone che l'hanno letta e che sono persone colte, abituate a leggere libri.
    Spesso sono semplici parole piene di sentimento che da dilettanti chiamiamo poesia, ma il fatto di regalare un emozione io la trovo già un'esperienza gratificante, un bacione e la ricopio qui

    Piccoli doni

    Voglio sposare le tue mani
    per  stringerle  a  me
    se avrai freddo

    starti accanto
    per  leggerti i pensieri
    e dormire
    nello  stesso calore
    per cancellare la  notte

    Voglio darti
    ogni battito del cuore
    per sentirti tremare
    sopra i miei  occhi
    Piccoli doni per te
    da raccogliere sulle labbra
    ogni giorno che  avrò
    luce sulla pelle

     

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  19. Paola cara, è una poesia delicatissima, piena d'amore, con una chiusa superba: "ogni giorno che avrò luce sulla pelle".
    Soltanto l'amore rimane sempre presente, il resto passa con rapidità.

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