La finta incomunicabilità

Il poeta è sdegnoso del mondo e degli uomini perché l’hanno deluso
deridendolo anziché compartecipando, allora entra nel ruolo del genio
incompreso e costruisce intorno a sè una monade di parole.
Autodifesa per dire: voi mi credete matto? E allora eccovi serviti,
faccio il matto ed anzi divento sempre più simile ad altri matti come me.
Egli, pur rimanendo poeta, incomincia sempre più a compiacersi
delle metafore nuove fino alla stranezza surreale o no che gli vengono fuori,
le studia, le esaspera, si diverte per come sorprenderanno e per quanto
“i critici”, per lo più commentatori improvvisati come me e come te
che leggi, dovranno premersi le meningi tentando di capirci qualcosa.
In realtà è una reazione di bambino indispettito, che rende pan per focaccia.
Però può facilmente diventare una maturazione eccessiva ed un abuso
del proprio stile, come quando un frutto si guasta.
La voglia è anche di toccare espressività nuove, ma questo esige tempo
e fatica mentre la fretta può produrre un regresso poetico anche
con un blocco e la perdita della semplicità dello stile, che diventa artificioso.
L’incomunicabilità ricercata dei versi condanna il poeta ad un posto
di nicchia per eletti, che se ne intendono. Anche lo sfoggio della propria
cultura peggiora la situazione.
Tutto ciò che è poco naturale si deve considerare negativo, naturalmente
non parlo di spontaneismo disimpegnato, che è tutt’altra cosa.
La lingua poetica non si improvvisa, sale da dentro per pienezza.
In realtà l’incomunicabilità ermetica non esiste perché le parole
creano emozioni comunque, più o meno efficaci a seconda dell’autore,
e queste emozioni sono suscitate a livello maggiormente irrazionale.
Il dolore, l’amore, lo smarrimento, la speranza assumono contorni
e colori differenti dall’usuale prosastico, ma non per questo meno validi.
Lettore e autore corrispondono ugualmente e lo scopo della scrittura,
che è comunicazione tra uomo e uomo, è comunque raggiunto,
malgrado i limiti anche gravi che ogni poeta ha e fermo restando che
in fondo ad ogni anima persiste una zona sconosciuta e irraggiungibile,
quindi inesprimibile in parole note di qualunque lingua al mondo.
 
                                        Domenica Luise

Se volete approfondire, fate clic qui sotto su categoria: i misteri dell'Ermetismo
e troverete i precedenti post sulla poesia moderna.

 

39 pensieri su “La finta incomunicabilità

  1. condivido molte delle tue riflessioni, ho solo qualche riserva nel considerare la poesia un fattore di comunicazione che tenga conto solo della capacità che può avere il lettore di comprenderla.
    sarebbe come dire che Bach avrebbe dovuto comporre tarantelle per essere apprezzato da tutta la gente.
    quanti non conoscono la musica, e a una sinfonia preferiscono una canzonetta banale?…
    questo mica vuol dire che Bach non sia più universale, solo perché a comprenderne il linguaggio musicale e strumentale siano in pochi.
    la poesia credo che abbia la stessa specificità, alcuna può piacere, altra meno, alcuna può essere compresa, altra per niente.
    dipende tutto da molti fattori, culturali, esistenziali, stati d'animo e altro ancora.
    per me la poesia è un comunicare a oltranza, su più livelli. e più è ricca di questi piani più la sua comprensione si estende.

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  2. Benvenuta, Cristina, tu dai il via ad una discussione che può diventare magnifica, partiamo allora da quello che volevo dire e forse non ho saputo esprimere coerentemente al pensiero.
    Questo non è argomento facile perché tocca il profondo della persona umana e la parola, si sa, non è perfetta.
    Non ho mai inteso dire che il poeta debba preoccuparsi di farsi capire e banalizzare i propri contenuti e la cultura duramente e appassionatamente attinta, volevo solo puntualizzare il limite dell'esagerazione e il rischio di esibire il proprio sapere.
    Io vedo come una purificazione nella storia poetica di una persona, pian piano si capiscono cose e si assimilano, dopo di che si possono dare agli altri.
    C'è il rischio opposto: la banalizzazione e la semplificazione assoluta con la scusa della semplicita, che è invece semplicismo e mancanza di studio appassionato.
    Ho chiamato poeti e poesia tutto l'insieme, senza fare distinzione tra grande poesia e poveri tentativi.
    Quando la poesia trasuda spontanea e la cultura è diventata carne della tua carne e anima della tua anima, allora non c'è bisogno di costruire i versi perché vengono fuori già pronti avendo tu maturato una personalità artistica originale.
    Mi piace molto come concludi il tuo commento: "Per me la poesia è un comunicare a oltranza su più livelli, e più è ricca di questi piani più la sua comprensione si estende".
    I due livelli fondamentali sono quello razionale e quello intuitivo, che si completano armoniosamente. Forza, raagazzi, prendete esempio da Cristina, cosa ne pensate?

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  3. Bellissima la tua esposizione, molto approfondita.
    A mio parere il poeta, il vero poeta, non cerca il palcoscenico e l'applauso di compiacenza…Il poeta che fa il bambino, dsentro di sè è bambino…

    Rolzor di pokecommunity.net, parla così della poesia e condivido in toto la sua opinione.

    " Tutti, secondo me, possono scrivere poesie, basta esprimere quello che si pensa o che si ha nel cuore, una poesia scrittà così, buttata alla pocomenefrega non può essere definita poesia, il tutto deve invece provenire da dentro. La metrica e tutte le regole della poetica possono anche essere infrante, nessuna legge ci obbliga a seguirle basta però, ad esempio, se si è innamorati incominciare a scrivere pensando a Lei, darle tutto noi stessi, tutto il nostro amore, e basta capire quando dover andare a capo. Come si dice dei regali: è il pensiero che conta".
     

    baronerosso1

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  4. Grazie, barone rosso. La metrica e le regole poetiche possono essere infrante una volta che si conoscono almeno sommariamente, è sempre buona cosa capire com'è stata concepita la poesia dagli antichi. Per esempio io ho avuto un professore di latino e greco che ci faceva i testi non solo a livello lingustico, con l'analisi del logica e del periodo, ma anche esteticamente. Noi, in classe, al liceo leggevamo tutti i metri greci e latini, comprese le strofe libere, dove ogni verso era diverso dall'altro e che somigliano molto, appunto, al nostro modo libero di fare poesia oggi perché l'uomo è sempre l'uomo, in qualunque periodo storico e latitudine. Significava che bisognava essere in grado di suddividere in sillabe ogni parola, conoscere se breve o lunga (su cui, in poesia, si marca l'accento) mettere le cesure (interruzioni armoniche fra parole) là dove bisognava  assorbendo la sillaba della parola precedente con quella della seguente, insomma, gli antichi greci e latini, per metrica, intendevano il ritmo e chiamavano piedi le sillabe perché, recitando i testi, le scandivano coi piedi. I latini hanno imitato i greci, che sono predominanti per civiltà intellettuale mentre i romani sono un popolo guerriero e di azione. La metrica italiana è un bel po' diversa, ma sempre modellata su quella antica. Questa conoscenza approfondita della metrica non basta, da sola e nemmeno con lo studio più appassionato, a suscitare un poeta, tuttavia aiuta a trovare un proprio ritmo specifico originale.
    Si possono scrivere poesie in molti modi, ma senza scavare nel cuore umano dei nostri poeti e maestri che ci hanno preceduto non impariamo a trovare la nostra vena d'oro personale. Leggere gli altri è come accostare un fiammifero alla mente e i veri poeti ne sono sempre avidi.
    Scegliamo poeti grandi, senza limiti di tempo, teniamo il libro sul comodino e affondiamoci dentro. Poeti diversi, per non essere suggestionati dallo stile. Leggiamo sempre e lottiamo contro i nostri limiti artistici e umani: le due cose vanno a braccetto.
    Questa lotta è già vittoria.
    PS: Se state pensando che a scuola ho avuto fortuna, ebbene sì, lo ammetto. Un professore che vale apre la mente agli alunni.

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  5. La poesia nasce nel cuore del poeta che trasferisce nei versi le sue emozioni. Non ci s'improvvisa poeti, è qualcosa che nasce dal di dentro: è la passione che muove il poeta nelle sue creazioni che divengono musica d'ascolto per i suoi appassionati.

    interessante argomento.
    un bacio
    annamaria

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  6. Mimma carissima, questo dibattito mi "acchiappa" parecchio. Hai dato a ciascuno di noi la possibilità di dire la nostra. Grande, come sempre!!!
    Esprimo ora il mio umilissimo, opinabilissimo parere. Che sia  semplice, che sia  impreziosita da citazioni, richiami che possano renderla più ricercata, nel senso di meno "terra terra", che sia esplicita o cripitca, la poesia deve avere un unico compito: TRASMETTERE, RISVEGLIARE emozioni. Affinché questo avvenga, deve avere una spontaneità lampante. Il lettore, se mastica poesia  si accorge immediatamente se una poesia è nata da un'ispirazione vera, o se invece è stata studiata al tavolino, e non c'è niente di più osceno di una poesia rimaneggiata o resa ridicola con effetti speciali. Il poeta ha un'animo estremamente complesso, ma la sua parola deve avere la semplicità di un bambino. Inoltre, sempre a mio avviso, lo ribadisco, deve dire il più possibile con meno parole possibili.
    Grazie, splendida Mimma, un bacio.

    Rossella

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  7. Quando leggi o incontri persone e senti emozioni, o anche un groppo in gola, o anche gli occhi umidi… è Poesia: la …ricetrasmittente del cuore, o dell'anima (o di quel qualcosa che le assomiglia) che invia e riceve onde di "spiritualità".
    Chissà se solo (tutti?) gli esseri umani hanno questa possibilità…
    Siete tutte persone di infinita sensibilità umana, Poeti e Poetesse che trasmettono onde di positività nel nostro mondaccio di materialismo.
    Grazie.

    Abele.

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  8. Poesia è ciò che senti dentro di te: dolore, amore, felicità, solidutine.
    Il poeta scrive perchè è il suo modo di vivere le emozioni, di farle fuoriuscire …
    Penso che prima di tutto scriva per se stesso … poi la condivisione può essere il completamento del suo gesto.
    Il poeta che costruisce la poesia, ricercando parolone e forma ricercata … perde la sua spontaneità … la poesia fa parte di te non può essere costruita.
    Grazie Dolù
    Baci, baci, baci
    Cristiana

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  9. Buongiorno, cari, cosa debbo aggiungere ai vostri preziosi commenti? Ne condivido ogni parola. Iniziamo dalla meraviglia di esserci incontrati: ho potuto notare con sorpresa, in questa mia esperienza di scrittura su internet, quanta invidia ci sia tra i poeti e li ho spesso trovati litigiosi, anch'io talora mi sono dovuta difendere. Posso capire i limiti umani, ma ho anche preso coscienza che persone e poeti mediocri cercano di affondare  il prossimo mentre i migliori restani ammirati per la poesia altrui, per quanto diversa dal proprio gusto. È come quando divento amica di una persona mussulmana e non cattolica come me: a ognuno la sua fede e a ognuno la sua poesia, senza stupide critiche vicendevoli. Tutto ciò che è richiesto è la sincerità del cuore. Senza di quella non si può essere né persone umane dignitose né poeti.
    È così, annamaria, la poesia nasce dal cuore e vive di passione.
    Rossella, hai fatto centro: compito della poesia è comunicare emozioni anche quando è criptica. È l'esca per il fuoco, ciò che resta della nostra storia, la punta dell'iceberg. Perché sia buona poesia deve essere, come tu dici, spontanea. Una persona di grande cultura, senza sforzo, si esprimerà in un certo suo modo, ma se si tenta di costruire una poesia colta, chi legge se ne accorge subito. Quando di un quadro si dice che "c'è scuola" è implicito che vale poco artisticamente. Allora il segreto è di evitare lo sforzo poetico: aspettiamo che la poesia ci prenda, altrimenti fuggirà da noi come una mosca bizzosa.
    La poesia moderna ha precisi canoni, alcuni dei quali già identificati ed uno importante è proprio quello che tu affermi: dire il più possibile con meno parole possibili.
    Le lungaggini descrittive sono finite in prosa, figuriamoci in poesia.
    Abele, io penso che a tutti sia concesso questo seme prezioso, dipende poi da come è riconosciuto, amato, coltivato e regalato. Così come tutti abbiamo scritta nel dna l'idea e la nostalgia di un Dio, dell'amore e della felicità. Grazie di essere entrato pienamente nella nostra piccola schiera, sei sempre il benvenuto. Se cerchi alla tua sinistra, nelle categorie, alla voce I misteri dell'Ermetismo, troverai altri post su questo argomento. 
    Cristiana, mi sono accorta che il tuo commento sintetizza quelli precedenti, è davvero un coro polifonico perfettamente armonizzato.
    Grazie a tutti, miei cari. E adesso vado a lavarmi i capelli e farmi bella…ah, ah, ah, quanto sono bella io stamattina!

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  10. Quando ci chiedi di parlare di poesia io mi sento sempre inadeguata, non so cosa dire perché scrivere è un gesto naturale, è come pettinarsi e prendersi cura un po' di sé. Mimma ti vedo, sei uno splendore stamattina, lo sei sicuramente e sai perché ? Stai trasmettendo luce e ci fa bene, lo leggo anche dagli altri commenti e questa è bellezza.

    Scrivere, fantasticare, sono le nostre armi per combattere il dolore che spesso ci cova dentro. Allora lo facciamo uscire interrogandoci fino nel profondo, a volte giochiamo con le immagini e ci vengono bizzarre metafore. Io dico, o le accettiamo tutte o  le rinneghiamo, non si può dire di una poesia  altrui che sia costruita o meno, è impossibile stabilirlo, credo.
    Il tutto rispecchia la mano che sta scrivendo, è la sua impronta, bella, brutta, incomprensibile o lampante, è la sua poesia.
    E' quello che ha voluto far sapere di sé l'autore.
     Grazie Mimmina ! baci

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  11. Grazie a te, Paola, grazie a tutti voi, sempre pronti a leggere e partecipare con commenti che chiariscono i nostri argomenti. Talora siete talmente acuti da sorprendere. Anch'io mi sento inadeguata al solo pensare la parola poesia, ma poi so che ci diciamo poeti per modo di dire e che comunque quella piccola scintilla è un dono misterioso, un barlume fuggente e bello. Chi può vermente dirsi poeta al mondo e nella storia?

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  12. ciao Mimma, attraverso la poesia si possono trasmettere gli stati d'animo, i messaggi.. e possono anche non essere tutti positivi e buoni.
    Sono le parole e i concetti che vengono trasmessi a determinarene l'impatto, proprio come dici tu a due livelli possibili : quello razionale e quello inconscio.
    Spesso si possono usare parole molto crude per esprimere concetti bellissimi (a livello razionale si troveranno messagi positivi, ma a quello inconscio non per forza, anzi!)
    Scindere i due livelli è talvolta impossibile e l'ho provato personalmente, quindi penso che l'uso delle parole e delle metafore da parte del poeta stesso diventi una grande responsabilità.
    faccio un esempio terra-terra .. del tipo: voglio fare un complimento a Tizio allora per farlo userò il paragone con Caio ma in termini negativi per Caio.
    razionalmente ho fatto un complimento, ma inconsciamente chi leggerà recepirà i difetti di Caio.. ecc.ecc.
    Trasmettere messaggi ed emozioni attraverso la poesia e la narrativa diventa un modo per trasmettere parte di se stessi così, la tecnica usata (pur nell'esplorazione degli stili) è l'espressione di sè.
    Poi, parafrasando Gesù.. dall'albero si riconoscono i frutti. 
    Magari sono andata un pò fuori tema..

    ciao Mimma, buon finesettimana a te e a tutti

     

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  13. A chi lo dici, Mimma cara. Mi sono addormentata alle quattro e alle nove ero già sveglia! Qui piove a dirotto, ma fra poco dipingerò il vetro della mia stanza tutto di azzurro e ci metto pure un gigantesco sole che mi sorride. Questo ci accomuna. Andare avanti e non per inerzia ma per amore incondizionato per la vita a dispetto di tutto.Bacibaci anche alla tua amichetta felina

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  14. Buongiorno, anzi buon pranzo, vista l'ora che ho fatto mettendo a posto le immagini nell'altro computer per i miei prossimi post. Utente anonimo, sei Carmen? Il tuo discorso è interessante ed anche, un pochino, inquietante, cioè se io voglio dare del cretino a qualcuno non glielo dico direttamente, ma con dolci parole rivolte ad un altro? Qua in Sicilia abbiamo un proverbio: parrimi soggira, intennimi nora, traduco alla lettera: parlami, suocera, intendimi nuora. Forse si tratta di questo? Non saprei. Indubbiamente la poesia denuda mantenendo soltanto il velo metaforico e se io sono arrabbiata o addolorata o delusa, e può capitare, allora lascerò che si veda. Non sarebbe meglio parlare? E se poi, parlando, volano i piatti e stoviglie varie o si dicono cose brucianti ben sapendo che non sono vere? Mah.
    In questo senso, sono d'accordo con Freud: la poesia è una sublimazione senz'altro. Veramente lui diceva che era una sublimazione del sesso, anche questa potrebbe essere un'idea, non ci trovo niente di male, ma non come sfogo di eventuali frustrazioni, pigliamola come pienezza. Altro che kamasutra.
    Rossella, qua imperversa una giornata ammiccante e seduttiva, dice: vieni a passeggio, comprati un giornale, guardati incontro, sorridi a qualche amica che incontrerai. E va bene, nel pomeriggio vado all'edicola e al gran bazar, comunque in giro.
    Ieri l'amica Maria è venuta a vedere il quadro che le sto facendo, volevo sapere se preferiva che alcuni elementi venissero evidenziati oppure no, poi è lei che dovrà vedersi a vita il quadro appeso a muro. È rimasta contentissima e ha detto che ci voleva soltanto la firma, della quale mi ero dimenticata. La sua gioia mi ha commossa, è bello comunicare una gioia.

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  15. Lo so, Mimma, sono fuori tema.
    Mi permetto di scrivere solo per ricordare che l'altro ieri è scomparsa la grande Adriana Zarri.
    "Poetessa orante, teologa, donna libera, eremita comunicante, critica, preveggente, giornalista acuta, scrittrice…". E leggo ancora: "… gattara", amante dei gatti.
    Tanti anni fa, nei nostri anni liceali, in periodo di contestazione globale, era un punto di riferimento per noi giovani contestatori, non solo cattolici…
    Un pensiero deferente per lei, qui, in mezzo a tanta "bella gente", di estrema sensibilità. Grazie per l'ospitalità.
    Un cordiale, sincero, fraterno saluto, a te e a tutti.

    Abele.

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  16. Diceva Proust che ogni lettore, quando legge, è il lettore di se stesso. L'opera dello scrittore è solo una specie di strumento ottico offerto al lettore per consentirgli di discernere ciò che forse, senza quel libro, non avrebbe potuto intravedere in se stesso.
    Questo vale per la prosa come per la poesia, ma mi chiedo se questa cosa rafforzi la comunicazione o profetizzi al contrario l'incomunicabilità pirandelliana. Il fatto che ognuno legga in base a ciò che è, alle sue esperienze pregresse, alla propria interiorità o sensibilità, non vuol dire che interpreti il pensiero dello scrittore… perciò fino a che punto c'è uno scambio? ed è poi importante che ci sia? o basta trasmettere qualunque cosa sia necessaria a chi legge, anche se lontanissima da noi? alla fine tutto si risolve nell'individualità, nella soddisfazione dei bisogni del singolo, cosa che ci può arricchire e a volte donare perfino un po' di felicità, ma che non è mai realmente condivisibile… la parola imperfetta non riesce ad essere oggettiva, tuttavia è sicuramente soggettiva…
    Forse allora, paradossalmente, proprio l'ermetismo voleva avvicinarsi il più possibile alla pura comunicazione, con quell'idea di spogliare la parola delle stratificazioni culturali e di renderla essenziale, senza appesantirla con inutili ghirigori, senza politicizzarla, senza usarla come vettore di protesta, ma riportandola al suo significato originario e usandola solo per dire le cose come sono… per questo con poco si può dire tanto… perché il potere evocativo delle parole risuona meglio tra i silenzi…

    un saluto
    pardon per l'intrusione

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  17. Ci chiedi di partecipare alla discussione Mimma, ma io cosa posso dire , io che di poesia non ne so niente e che ho cominciato a frequentarla attraverso questo bel giro di amicizie sui blog.
     Conoscevo solo "San Martino" a memoria ed ora passo parecchio del mio tempo con la bocca aperta a leggere  ed emozionarmi per quello che alcuni amici che conosco  solo di nome sanno comunicare con parole così belle.
    Non so cosa sia la metrica e tutto il resto e forse non avrò neanche il tempo per impararlo ma non me ne faccio un problema, quando l'emozione arriva, arriva e prende il mio tempo migliore e quindi ancora un grazie a chi scrive col cuore di bambino.

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  18. Cara Mimma ,

    Che cos'è la Poesia?
    Intorno a questo interrogativo si sono compilati trattati, si sono persino azzardate graduatorie in base ai vari generi, come se la poesia fosse una sorta di borse valori e le azioni dei singoli poeti potessero oscillare a seconda della stabilità o meno di questa o quella teoria.
    Non è sufficiente la predisposizione e qualche stilla di sensibilità per dar corpo al verbo poetico.Certo la poesia è anche attitudine , ma è soprattutto  dannazione,(e intendo questo termine non in senso romantico, ma in un'accezione molto più prosaica).Non si capirebbe quasi nulla non solo della poesia moderna ma di quella postmoderna se non si tenesse presente quel luogo segreto e inaccessibile e febbrile lavorio di scrittura.
    Io credo che la frontiera tra il fuori e il dentro svanisce talmente che non si sa più attraverso gli stati d’animo, nel casuale gioco del pensiero e del linguaggio, come l’anima tenti di captare il senso profondo della realtà che ci circonda.
    Grazie infinite
    Mary

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  19. Che cos'è un bel film??
    Certamente non un "discorso di nicchia"
    desueto, obsoleto,classista,arrogante e inutile!
    Un capolavoro poi prescinde da regole
    e va oltre queste…!
    Ci sono canzonette di valore mondiale ed eterne
    (es. And so this is Christmas-Lennon; Volare Modugno
    ecc.)
    Parliamo fuori dai denti  e dalle facili illusioni…
    il 90% di noi scrive poesie,o almeno versi tendenti
    a queste……..
    ma come mai SOLO le poesie di Francesca 05
    mi fanno scendere regolarmente una lacrima
    o mi danno comunque una stretta al cuore???
    *
    *
    *
    e poi,indubbiamente come  provocazione,
    fermate uno straniero che studia in Italia 
    GIURISPRUDENZA per esempio,che prescinda cioè
    da una "acculturazione scolastica preventiva"
    e chiedetegli quale di questi gruppi*
     di versi gli provoca una forte emozione:

    *
    La donzelletta vien dalla campagna,
    In sul calar del sole,
    Col suo fascio dell'erba; e reca in mano
    Un mazzolin di rose e di viole,
    *
    *
    *
    OVVERO
    *
    *
    *
    ….arrivi tu
    sorriso con dentro i sorrisi di tutti i sorrisi!!
    *
    *
    *
    ??????????????
    Abbraccio per te Mimma.

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  20. Ciao Mimma, buona giornata: l'utente anonimo del commento 14 non sono io, perché mi firmo sempre anche se non ho il quadratino con l'immagine (si chiama? avatar? boh!). Non ho avuto ancora tempo di leggere anche gli altri commenti e oggi vado in valle "assassina"!!!! :-)))
    A dopo,
    Carmen

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  21. Buongiorno e buona domenica a tutti. Vivete felici.
    Caro Abele, una teologa e profetessa come Adriana Zarri su questo blog non può mai essere fuori tema, hai fatto quindi benissimo a intervenire e dirlo. Basta cercare il suo nome e vengono fuori tante notizie e cose magnifiche su di lei. Quand'ero ragazza compravo una rivista femminile solo perché nell'ultima pagina c'erano le sue considerazioni.
    Dalloway66, ne vorrei tante di intrusioni come la tua. Qui sei sempre la benvenuta e sono io a ringraziarti per il tuo prezioso intervento. Credo che la poesia sia come un brillante con infinite sfaccettature oggettive (quello che l'autore vuole comunicare) e soggettive (quello che il lettore capisce, ama e vive). Apprezzo moltissimo le scoperte poetiche dell'Ermetismo, che corrisponde all'astrattismo in pittura. Ci sono cose che l'autore vuole dire chiaramente, altre che vuole velare (le metafore) e altre che preferisce nascondere del tutto (l'incomprensibilità predeterminata), altre ancora gli escono spontanee nello scrivere, come quando si stura una botte molto piena. Per me l'importante è non forzarsi per fare di più e di meglio, la poesia non è tanto qualcosa da possedere, ma un quid che ci possiede. Rientra nei misteri profondi inconoscibili a noi stessi, che magari si possono supporre o sfiorare, ma non schematizzare compiutamente. Insomma, sono tutti tentativi meglio o peggio riusciti, il che ci mantiene nell'umiltà, preziosa per andare avanti. Siamo bravi, questo è vero, ci impegniamo, ma c'è talmente tanto di più da scoprire ed esplorare che quanto riusciamo ad ottenere in arte è così poco da essere niente.
    Il fatto che l'autore voglia dire una cosa e il lettore ne capti un'altra, per me, è un'ulteriore ricchezza. L'importante è ascoltarssi vicendevolmente, ecco perché i commenti sono talmente preziosi, c'è un colloquio vivo da anima ad anima, non è davvero poco.
    Falconier, ognuno in poesia dà quello che ha: un cuore di bambino non è poco davvero. Pensa alla poetica del fanciullino di pascoliana memoria, uno dei pezzi migliori che ho letto sul concetto di poesia.
    Mary, che belle cose hai detto e come corrispondono ai miei stati d'animo. Quegli strani passaggi tra il dentro e il fuori di sè io li provo continuamente. La parola poesia sfugge decisamente alle analisi razionali, è la febbre dell'arte, quel bisogno di dire, comunicare,allargare, capire ed essere capiti. È un bisogno d'amore, non di applausi. Sorridersi, certo, riconoscersi anche.
    Grazie, Mike. Capisco benissimo come ti emozionino i versi di Francesca05. E certi sorrisi, Mike, sono anch'essi concimati con molte lacrime.
    Ciao, Carmen, buon fine settimana nella valle assassina, perché assassina? Un abbraccio tenero.

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  22. @22

    In quel caso ( commento @14), pur apparendo l'indicazione di "utente anonimo" basta cliccare sulla casetta posta a fianco del punto di domanda per conoscere il mittente, con relativo blog…
    Se invece – come noi – si è assolutamente senza… casa di riferimento, allora si è "autentici" utenti anonimi…

    Un sorriso, un saluto di cordialità, e tanta serenità a tutti.

    Abele (2)

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  23. La valle assassina è la valsassina, è un gioco di parole…
    Sono tornata da poco più di mezz'ora e ora volevo dirti che è molto interessante il tuo spunto di discussione sulla poesia, come si vede dai molti commenti pertinenti.
    Se posso aggiungere qualcosa, mi piacerebbe fare due riferimenti importanti (ché di mio non saprei cosa dire brevemente, né come, su un argomento così complesso):
    1. Rilke, nella Lettera a un giovane poeta, diceva che avrebbe dovuto emozionarsi prima di tutto lo stesso poeta con i suoi versi, per poter avere la speranza di emozionare gli altri.
    (Ma la poesia non è solo emozione, è o può essere anche conoscenza e quindi ben vengano anche le poesie colte, perché stimolano la mente, o immediatamente, se comprese, o in quanto spingono ad approfondire: questo tra parentesi è, semplicemente, il mio modestissimo parere!)
    2. Yves Bonnefoy dice che nell'atto stesso in cui una poesia arriva dal profondo dell'anima si ha un contatto con l'assoluto, è come se giungesse improvvisamente una "presenza" di qualcosa che agli altri è invisibile e che al poeta appare, forse grazie alla sua particolare sensibilità, alla sua capacità di ascoltare e di ascoltarsi, alla sua peculiare modalità di osservare.

    Quello che ho scritto, cara Mimma, vuole essere solo un mio piccolo contributo alla discussione.
    Grazie per lo spazio che ci offri.
    Buona nuova settimana.
    Un abbraccio,
    Carmen

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  24. Cara Mimma….se ritieni  di grande valore la poetica di Francesca,come spesso scrivi tu autonomamente,non dovresti far passare il mio apprezzamento come un fatto attinente ai sentimenti…
    POI vedo che stendi un velo almeno di silenzio, sul confronto con Leopardi
    …ma con riguardo ai versi  "in gara"….avrei accettato anche di perdere!!
    anche se è difficile….ahahah!
    LEGGO POI…se posso, di autodefiniti "modestissimi pareri" che suddividono la poetica in emozionale  e colta….non vorrei dar loro ragione…ma immaginare una poesia (al top dell'emozionante) che parli della teoria quantistica….davvero mi sembra improprio.
    Nicchie a parte…personalmente nn parlo mai per citazioni….perchè mi sentirei ancora più ignorante di quanto già non sia (giuro che lo penso),in quanto tutte le mie letture non sono state in grado di costruire un mio personale  pensiero…invece io penso  che il mio pensiero sia autorevole proprio e a partire dal fatto che sia mio…fatta salva la sua giustezza opportunità e verita',ma a partire dai miei studi!!
    Eh?

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  25. Ben fatto mimma! Questa tua scheggia di pensiero  ci invita alla riflessione su quanto stiamo facendo. Condivido quello che dici ed evidenzio la parte per me più significativa
    "e fermo restando che
    in fondo ad ogni anima persiste una zona sconosciuta e irraggiungibile,
    quindi inesprimibile in parole note di qualunque lingua al mondo".
    Brava

    franca

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  26. Che dire…arrivo dopo tutti questi bellissimi commenti, ricchi di spunti e riflessioni e mi sembra che non ci sia nulla da aggiungere.
    Io credo che i poeti, come i musicisti, siano persone ipersensibili che hanno la straordinaria capacità di esternare pensieri ed emozioni attraverso la propria arte, comunicando un universo interiore che solo altre persone sensibili sono in grado di cogliere appieno.

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  27. Ciao, Carmen, ecco spiegato il dilemma della valle assassina!
    Quello che dice Rilke è fondamentale e mi pare ovvio perché si comunica soltanto quello che abbiamo. Se nell'anima non sentiamo né possediamo niente non possiamo comunicare niente. La conoscenza e la cultura, diventando emozione o per meglio dire stato d'animo intenso, si effondono in poesia attraverso la parola. Il tuo "modestissimo parere" è perfetto: Splendida e anch'essa vera l'opinione di Bonnefoy, i poeti sono creature sensibili in contatto con un tutto vitale nel quale confluiscono la storia, l'universo, il tempo e lo spazio: io lo chiamo Dio uno e trino, altri lo chiamano con nomi diverssi e lo onorano con preghiere e culti vari oppure lo percepiscono confusamente senza chiamarlo, ma in questo quid si muove ogni poesia attraversando l'anima umana.
    Sì, grazie, Letizia, Abele mi aveva già spiegato come fare per capire il mittente. Vivi felice sempre.
    Caro mikemcold, le suddivisioni tra poesia colta e sentimentale sono inutili almeno quanto i paragoni tra poeti. Giacomo Leopardi aveva una cultura abissale, si racconta che stesse scrivendo le operette morali, nel frattempo conversava con due suoi amici andati a trovarlo e, tra un respiro e l'altro, apriva un vocabolario ebraico e mandava a memoria un vocabolo, visto che lui le lingue le imparava così.
    Eppure egli scrive i versi del sabato del villaggio, che tu citi, con grandiosa semplicità mentre si sarebbe potuto esprimere con paroloni a valanga e costrutti sintattici carichi di frasi secondarie implicite ed esplicite.
    Egli, con naturalezza, pensa in poesia. Ecco.
    Quindi poesia colta ed emozionale coincidono nella semplicità addensata, che è un canone del poeta moderno.
    Anche i paragoni fra poeti sono inutili perché non ci può essere gara ed ognuno è se stesso. Avendo insegnato per tanti anni letteratura italiana, posso affermare che a scuola i paragoni servono agli inesperti per memorizzare la poetica dei vari autori, ma hanno uno scopo didascalico dal quale occorre liberarsi per giungere al poeta in sè e per sè.
    Oggi c'è un gusto generale (la semplicità addensata espressiva a cui accennavo sopra) che è un livello ormai raggiunto, con la libertà dagli schemi metrici. Ciò non significa che, senza impalcature a sostegno, sia facile fare poesia, questo lo credono gli inesperti e i ragazzini.
    Per il possesso della parola occorre tutta la vita di lettura e scrittura, allora si fa centro e il segno resta. A questo serve la cultura.
    Proprio il Leopardi, nelle sue poesie, ha iniziato la liberazione dagli schemi metrici fissi, egli che li conosceva a fondo.
    La cultura, in sè e per sè, non produce poesia perché ne è fagocitata, digerita e trasformata iin poesia essa stessa. È la poesia superiore alla cultura e non viceversa. Anche la teoria dei quanti può divenire poesia passando attraverso un animo che ne ama i segreti.
    Dante ha trasformato la storia in superba poesia sintetica nel sesto canto del Paradiso.
    Ed i numeri possono diventare poesia, del resto l'universo è matematicamente congegnato.
    Tutto è poesia, tocca all'uomo riconoscerla e puntualizzarla in parole.
    Per concludere: le gare fra poeti non sono degne del concetto di poesia, e mica siamo al festival di Sanremo né purosangue al traguardo o pugili che si ammazzano di pugni.
    I concorsi di poesia mi fanno venire due emozioni contrastanti: il pianto e la risata.
    E questo lo dico perché lo reputo vero, non perché mi hanno scartata, anzi sono stata anche scelta.
    Già sono bambineschi i paragoni fra poeti, figuriamoci le gare di vincenti e perdenti.
    Del resto chi scrive una poesia brutta e stupida è l'unico perdente, di peggio ci sono soltanto i copisti.

     

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  28. Francuzza, mi rimane, in effetti, da puntualizzare meglio questa parte dell'anima umana che Freud chiama subcosciente, dopo di che questo post mi ha spolpata…pensa che oggi doveva uscire la poesia nuova, ma l'ho rimandata a domani poiché qui non abbiamo ancora finito. Parlando con voi le cose si esplicitano, talora si chiariscono e appaiono nette, altre volte suscitano nuovi sentieri di ricerca appassionante: è bellissimo.
    È vero: dentro di noi c'è una zona segreta irraggiungibile a noi stessi, Freud afferma che si esprime lanciando messaggi nei sogni, ma manda scintille anche nelle poesie.
    Ciò avviene soltanto quando ci abbandoniamo o fisicamente (il sonno) o intellettualmente (la poesia): in questo senso l'Ermetismo è stata una scoperta grandiosa e non ne siamo usciti per niente.
    Questa chiusura ermetica significa il profondo dell'anima segreta.
    I mistici affermano che soltanto Dio può toccare e possedere quel punto umano.
    Benvenuta, Katherine: hai usato un attributo importante, nella sua accezione positiva: i poeti e gli artisti sono ipersensibili. O almeno non sapremmo come meglio definirli. Significa una percezione interiore capace di una analisi di stati d'animo interiori e situazioni esteriori talmente rapida da diventare immediatamente sintesi.
    E adesso vi abbraccio tutti, fate una bella cena, sintetica o analitica che sia, passate una serata serena e dopo il sonno dei giusti con sogni che vengano da un subcosciente appagato dalla poesia.

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  29. Splendida Mimma, ti vedo immersa nei tuoi colori di vita…nei fiori..
    diversamente dal mio (post) e' una dolce messaggio il tuo…
    l'essenza ?
    mai perdere la propria identità!

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  30. M'era sembrato di parte-cipare ad un dibattito:
    mai avrei supposto di far domande ad un conferenziere…
    nemmeno lo avrei deciso,
    confesso che al di sotto di MONI OVADIA
    (conosciuto questa estate…) non vado!!

    p.s.
    -LEOPARDI l'ho portato volontariamente come "materia"
    alla maturità…
    -pur essendo professore di Filosofia (per titoli)…decisi da giovane
    di non intraprendere MAI…la carriera dell'insegnante!
    (ho anche titolo di maestro elementare)
    troppo rischiose sembravano ad un giovanotto pieno
    di spirito imprenditoriale,LE CONTROINDICAZIONI
    di tale professione!
    Non ho mai rimpianto la scelta,pur dispiacendomi per la scuola,credo non unico!
    ciao con simpatia.

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  31. Buonasera, Chiaretta. Che meraviglia questa vita pullulante in poesia  e come sono belle le diversità fisiche, mentali e spirituali. Tutto è gioia e tutto è poesia, la morte e il dolore, in raffronto all'esistenza, sono talmente poco da essere niente. Ecco: siamo vincenti, non abbiamo più paura del buio, che non esiste.
    Questo non lo dico per uno stupido ottimismo a oltranza, ma perché lo vedo come verità interiormente. E la poesia è un dono divino che ci attraversa e si comunica a vicenda.
    Dono consolatore, bacio semplice da ricambiare. Gesto spontaneo dell'anima assetata d'amore dato e ricevuto.
    Per me la poesia è lo Spirito Santo del Padre e del Figlio che si effonde sulla creazione donandosi. Cristo è parola amorosa del Padre e l'essere amore è lo Spirito Santo o fiato o afflato, l'ispirazione di cui parlano i poeti. Quella parola diventa nostra e la diciamo in maniera imperfetta, stracciata, anche non idonea, ma con tutta la sincerità e la passione di cui siamo capaci.
    Per adesso scintille, a breve l'incandescenza e la conoscenza dell'indicibile.

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  32. Ciao a te, Mike: Moni Ovadia non è davvero poco! È bello imparare sempre dalle altre culture e sensibilità. Insegnare colloquiando con giovani menti è stato duro, ma bello. A guardare la cosa dall'esterno sembra un mestiere poco remunerato, ma gli allievi corrispondono e come quando gli proponi qualcosa di polposo, ai ragazzi piace sapere più di quanto essi stessi credano. Aprono gli occhi su prospettive che non siano la ragazzetta di questa sera con la quale fare qualcosa oppure rubare la promozione senza studiare, comunque ammetto di avergli fatto rosicchiare i gomiti. Ma quanto ci siamo apprezzati a vicenda. Me li ricordo con affetto e struggimento.
    Ciao, Mike, vado a riposare, mi stendo e mi lascio addormentare dalla televisione, oggi ho lavorato tutto il giorno, non resisto oltre.

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  33. Sono convinta che la poesia sia sentimento.
    a volte viscerale a volte di gola e spesso di cuore.
    Nel mio caso, amo molto leggere poesie altrui
    di poeti famosi e non. Credo che aiutino a crescere.
    Cerco di fare buona poesia, molto spesso sono naif
    e un poco ignorante, ma se per quel poco riesco ad emozionare
    ho raggiunto il mioscopo.
    Grazie carissima
    un abbraccio forte forte
    e un sorriso
    oggi c'è nebbia il sole fa i capricci.
    A presto
    cHIARA

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