La forza dei deboli (pensiero mimmiano n° 15)

Arcobaleno 10

Chi si lamenta o grida, oppure tutte e due le cose, è perdente.
Spesso, nella coppia, sono perdenti entrambi.

                                                                  Domenica Luise

                                                   (Elaborazione grafica di Domenica Luise)

26 pensieri su “La forza dei deboli (pensiero mimmiano n° 15)

  1. Hai proprio ragione, infatti l'ho sperimentato sui miei figli, che sono disordinatissimi … mi lamento con loro e a volte mi metto pure a gridare  …. ma non ricavo un ragno da un buco.
    Mio marito dice che sbaglio …. dovrei lasciargli le cose dove le lasciano, senza dire nulla … ma francamente non riesco a lasciare calze per terra, vestiti sparsi sul letto, libri ovunque … e come una "perdente" raccolgo tutto e riordino.
    Vorrei tanto che capissero, che se ognuno facesse quel poco che gli spetta, rispetterebbe i diritti degli altri, senza arrivare a punizioni (si fa per dire)…
    Comunque, oltre a questa pecca, i miei figli sono dei ragazzi con la testa sulle spalle … insomma sono dei bravi ragazzi !!

    In ogni caso Dolù sono d'accordo con te …. anche nella coppia può succedere ciò che citi.
    Baciotti dolce Dolù
    Cristiana

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  2. Buongiorno, signore, dormito bene? Rossella, ti manderò l'immagine per allegato così la vedrai, mi sa che il tuo computer non gliela fa più. È un file che ho disegnato col mouse e i colori del computer, il disegno è astratto e rappresenta i due universi, il maschile (sul rosso) alla tua destra e il femminile (prevalentemente blu) alla tua sinistra, che si mescolano generando il giallo, simbolo della vita (la generazione del figlio).
    L'astrattismo, nella pittura, corrisponde all'espressività ermetica in poesia, più o meno a seconda dell'autore. Io, per esempio, solitamente vi mescolo accenni figurativi e, stranamente, amo sfumarli con lo sfondo invece di farli risaltare com'è d'uso oggi. L'arte cavata dal computer è ancora nuova e incerta, ma mi piace e la invento come mi pare, mi ci diverto un sacco.
    Cristiana, lamentarsi è un limite prevalentemente femminile, gli altri sbuffano e tutto rimane come prima. Non è per poco amore, ma perché bisogna abituarli da subito, col marito ci si accorda appena fidanzati, dopo è tardi, e il viaggio di nozze non deve essere una perfetta finzione reciproca, ma l'inizio di tutta la vita, in cui si mettono in atto gli accordi cercando di mantenerli e di superare i nodi inevitabili. Coi figli si incomincia da appena partorito, e guarda che non scherzo. Io ero astuta da bambina e me lo ricordo benissimo, riuscivo a mantenermi al centro dell'attenzione di tutto il parentado.  Al tuo posto pulirei accuratamente le zone della casa dove ricevere amici e parenti, ma abbandonerei i loro letti e le loro stanze: impareranno la prima volta che l'amico-a del cuore dovrà entrarci.
    Tu non lamentarti, non dire niente, fatti e non parole, se gli altri ne parlano male rispondi evasiva che sono ragazzi perché il prossimo, come suol dirsi, si bagna il pane nei guai altrui e l'invidia sta acquattata dovunque. Non accettare provocazioni e non ti arrabbiare. L'ira  è un limite prevalentemente maschile, è purtroppo una questione fisica, che danneggia gravemente l'uomo davanti agli occhi della propria famiglia. Due gridi e ottengono tutto quello che gli pare.
    Tutto questo non significa poco amore, ma combattimento con la propria natura lampantemente poco perfetta.
    Cristina, certo che a volte si è perdenti da soli, anzi si è sempre perdenti da soli anche in compagnia. Questo pensiero, tuttavia, era concentrato sul rapporto di coppia perché, guardandomi intorno, vedo che molti matrimoni d'amore si amareggiano per i nostri difetti banali, se ne prendiamo coscienza miglioreremo senz'altro.

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  3. Buongiorno, a te cara Mimma, che bello leggere il tuo pensiero e il commento al pensiero delle care amiche. Io come Cristiana non riesco a sopportare il disordine e allora quando lo trovo non riesco a resistere: devo riordinare. La cosa m'infastidisce, avrei voluto che i miei figli comprendessero; le ho sperimentate tutte, sin da piccoli: lasciavo le camere sottosopra e dicevo loro che non era compito mio e che bisogna collaborare. Inizialmente lo facevano e, poi, puntualmente ricadevano nell'errore, sinchè crescendo mi hanno detto che a loro non interessava l'ordine e che gli stava bene il loro disordine; ovviamente con un'atmosfera così, io mi lamentavo e alzavo la voce, nulla. Col marito… hai voglia a tenere la voce bassa e a non lamentarsi, si finisce, comunque,  per avere uno scontro verbale vivace: è la convivenza che porta a questo, anche le coppie che si comprendono finiscono per avere diverbi, dicono che non si litiga più quando non si ha più niente da dire.
    Comunque il tuo profondo pensiero è da tenere da mente, perchè si costruisce con i fatti e non con le lamentele e, appunto, chi strilla lo fa per rabbia di non esserci riuscito: sa di essere perdente.

    buona giornata
    con affetto
    annamaria

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  4. E' che quando ci si arrabbia
    tanta è la voglia di prevaricare l'altro
    che si fa a gara a chi urla di più,
    per poi non concludere nulla se non un gran mal di testa.
    E' sempre meglio lasciar sbollire
    e poi ragionarci sopra, insieme.
    Come diceva qualcuno così è rok.
    Buongiorno caissima
    un sorriso
    e un abbraccio
    Chiara

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  5. Buongiorno, care, ben ritrovate. Il disordine dei figli e del marito, in fondo, non è una cosa tanto grave e non bisogna dispiacersi, come ho già scritto sopra non significa mancanza d'amore, ma una semplice non presa di coscienza. Anch'io facevo così con la mia mamma e l'amavo moltissimo. È bastato che lei chiudesse gli occhi e i miei si sono aperti all'istante. Dopo di che occorre anche saper perdonare se stessi, che forse è ancora più duro del perdonare gli altri, specialmente i più cari, che sono quelli in grado di ferirci.
    Oggi sono andata a pagare il vaglia del gas (per un disguido non l'hanno ancora spostato in banca) e la signora allo sportello mi ha trattata come una cretina vecchia rimbecillita: <Ecco, brava, ha trovato i dieci centesimi>, così l'ho subito collocata sul mio blog, atroce vendetta, e se non sta attenta la faccio appollaiare in qualche favola.
    Ma non divaghiamo. Uffa.
    In questo pensiero ho soltanto voluto dire che il difetto maschile precipuo è l'ira, quello femminile il lamento, poi ce ne sono anche altri. Dobbiamo saperlo e controllarci.
    Per esempio nessuno al mondo, nel momento dei nervi, può dirmi cose false per ferirmi e poi pensare che tanto io sono cattolica praticante tenuta al perdono perché mi chiudo a riccio e non sanno più niente di me. Non permetto di strumentalizzare la mia fede a comodo. Bisogna saper litigare anche rompendo i piatti (che poi, tanto, si devono ricomprare) , ma non le anime e la fiducia.
    Chiara, il mal di testa conclusivo è il minor male. Non abbandoniamoci ai litigi, ma non facciamoci nemmeno sottomettere ingiustamente.
    Prego, Cristiana, ma di che cosa? È Dolù che deve ringraziarvi per il prezioso scambio.
    Preparate un bel pranzo, bevete un dito (orizzontale) di vino alla mia salute e vivete felici.

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  6. Mia cara qui devo contraddirti conosco delle mogli portate in palmo di mano, tutto perchè spremono lacrimucce al momento giusto e si lamentano in continuazione,  e non sono le sole…anche nei posti di lavoro usano lo stesso sistema con i maschietti e devi vedere quanti abboccano…

    frantzisca

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  7. I commenti di Cristag e Isabel49 sembrano gli stessi che farebbe mia moglie e spesso anch'io con lei.
    Son d'accordo con te. la bocca dovremmo riuscire a tenerla chiusa qualche volta, ma chi ci riesce. Io in questa pratica sono un vero disastro, mi pento sempre dopo ave parlato mai prima, eviterei di tirarmi addosso un bel numero di nemici anche se spesso penso: ma se non gliele dico io queste cose, vanno sempre avanti così.
    E poi spero sempre di trovarmi di fronte qualcuno che mi dica come la pensa  e non sorrisi e carezze e poi come mi volto mi pugnala alla schiena.
    Forse dovevo nascere muto, ma son sicuro che col mio carattere avrei scritto sui muri e allora….

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  8. Ah, ah, ah, cara Frantzisca, se le donne accompagnano le lacrime al lamento, allora qualunque maschio si affretterà a confortarle, però bisogna che le lacrime escano, il che avviene efficacemente soltanto in preda a un'emozione. In quel caso il cavaliere senza macchia e senza paura accorre subito in soccorso della fragile donzella, sua Dulcinea. E il gioco è fatto. Invece il lamento, da solo, non basta e li annoia. Comunque, a lungo andare anche loro si rendono conto che la moglie o fidanzata o quello che è ci marcia, a questo punto non le credono più, come quando scoprono una bugia anche piccola e innocente.
    Falconier, mi fai sorridere non poco, ma hai ragione: certe volte dovremmo foderarci la bocca di cemento affinché i denti di sopra si attacchino ai denti di sotto per mantenerci zitti, ma che vita sarebbe? Invece dobbiamo imparare a chiarirci senza per questo trattare l'altro come un avversario da fare stramazzare. Quei sorrisi e carezze davanti con la pugnalata dietro sono terribili. Meglio essere un po' maldestri e incazzosi, ma sinceri.

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  9. ciao carissima..sì, vero, io mi lamento spesso, mi è stato detto di urlare il mio dolore;-)e io prendo il mio cuscino e urlo un pochino:-)…poi mi addormento: rilassa sai!?
    Bacione grazie della tua vicinanza.

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  10. Marzia cara, benvenuta, quell'immagine è stata cavata usando i colori del computer e dopo distorcendoli delicatamente nel reticolo del corel, ma si può fare anche con photoshop. Tu scegli i colori che ti piacciono e li sistemi come preferisci, poi richiami l'immagine e la deformi, la scelta dei colori e i movimenti che dai ripercuoteranno il tuo stato d'animo nell'immagine come una firma: è la tua storia in quel momento, chi guarda lo percepisce anche a livello irrazionale.
    Chiaretta, la tua è un'eccellente terapia, che non fa male a nessuno, nemmeno al cuscino. Però ti consiglio un ulteriore passo: la trasformazione immediata dell'urlo di dolore in grido di fede. Questa l'abbiamo inventata io e mia sorella Iole. Ci sediamo sul divano bello della mia casa e procediamo in coro con tutte le forze a finestre chiuse. Ecco.

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  11. Ciao, carissima Mimma.
    Il piacevole passaggio da casa tua, un'oasi di serenità, per mandare a te e a tutte le persone che esprimono tanti sentimenti di umanità (che è anche fraternità di cuori e di menti, e magari anche di anima, o quel qualcosa che le assomiglia) il più cordiale saluto e, come sempre, l'augurio per ognuno di… noi di tanta serenità.
    Grazie per quella vostra sensibilità.

    Abele
    (dalla provincia di Milano).

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  12. non credo…perchè se attraverso strade contorte si arriva alla verità
    figuriamoci se non si possono percorrere strade  piene di lamentele
    e schiamazzi per arrivare alla VITTORIA!!
    …memento!!
    mike mc old.

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  13. Grazie altrettanto, Rossella, un grande abbraccio.
    Benvenuto, Abele: noi cerchiamo di fare del nostro meglio perché le nostre giornate, insieme, divengano sempre più armoniose e intellettualmente redditizie, poi si sa, tutto avviene nell'imperfezione, che è il brodo primordiale delle anime oltre che dei corpi.
    Buona serata a tutti e vivete felici.

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  14. Litigare non è negativo, cara cricri, ma bisogna farlo senza colpirsi a morte vicendevolmente: per questo i colori della vita sono comunque radiosi. Sarà l'amore a suggerire, ispirare e perdonare.

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  15. Paola, capita a tutti noi di sentirci sacchi vuoti bisognosi di un conforto. E questa cosa non è senza ragione. È arrivato il sole, è magnifico, dalla finestra vedo il giardino che gronda luce. Grazie, sole. E talora ci sentiamo perdenti, altre volte lo siamo realmente, tutto sta ad accettarci perdonandoci un po' così come perdoniamo le piccole beghe che si scatenano in famiglia.
    Altre volte ci sentiamo come se non potessimo dare più nulla ed invece è proprio in quel momento che diamo di più.
    Non voglio annunciare un ottimismo a tutti i costi, ma un ottimismo forte, che osa sperare malgrado ogni batosta.

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  16. Beh, lamentarsi ogni tanto è anche lecito, se non altro a titolo di sfogo; si diventa perdenti se dopo il lamento non si fa seguire l'azione per sistemare le cose. Chi grida invece, in genere ha torto.

    Un saluto

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  17. Benvenuto, mister Loto, ho fatto clic sulla casetta e ho trovato il tuo blog. Ottima considerazione, al lamento deve seguire l'azione, però io aggiungo che noi donne tendiamo a lamentarci e a parlare con leggerezza delle cose nostre, siamo chiacchierone ed è un grave limite, i maschi, invece, parlano troppo poco e sono rabbiosi: il difetto corrispondente, origine di tanti mali. Poi ci sono le belle eccezioni, che confermano la regola. Grazie per il tuo intervento utilissimo e intelligente. Ed è vero: chi grida ha torto quasi sempre.

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