Il dio denaro

Rosa rosa intenso

a lettera minuscola, ma sempre buono
di carta sporca. Davanti a lui
gli esseri umani si inginocchiano, si compra quasi tutto
la casa, i terreni
la villeggiatura
la moglie
l’amante, talvolta
la salute. La gioia
no.

Per causa sua le esalazioni di gas delle fabbriche
ci impediscono di respirare, bisogna
produrre e vendere
vendere e produrre. E i pesci
galleggiano morti
e il mare è carico di detriti, in suo nome
padre nostro
cresce come il calcare un desiderio di divertirsi a tutti i costi
per sfuggire a se stessi: si fatica troppo e si pensa meno
il marito sorride poco alla moglie e la moglie al marito, i vecchi
ai margini delle vite proficue, inutilizzati, se
avevo tempo stavo con mio figlio
e con la fidanzata del figlio e col cane, ma io
non ho tempo, come posso, qualche volta
invitare a pranzo mio padre vedovo?

Così
l’uomo sceglie gli amici che gli servono
e non quelli che gli sono simpatici, si fa nuovi parenti
in cambio del sangue e dei ricordi.

È la prostituzione globale nella crisi planetaria
quando si fa propaganda al tale o talaltro partito politico non
perché si è convinti, ma
per avere un posto più grosso con uno stipendio più alto
e farsi belli davanti ai parenti avidi
ai conoscenti invidiosi
al proprio fratello che, poveraccio, guadagna poco
e ha una moglie che non lavora di nuovo incinta. Intanto
è tornata la primavera. Imperterrita,
lei.

Domenica Luise

Fotografia di Domenica Luise

17 pensieri su “Il dio denaro

  1. Una folgorante fotografia, anzi una vera e propria radiografia della realtà in cui viviamo: dominata dall’avidità, dalla voglia di potere, una società arida e menefreghista, tesa al proprio personale benessere che se ne frega degli ideali e anche degli affetti!

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    • Grazie, cara happysummer, per la tua presenza su questo blog e per le tue parole, ti stimo molto come persona e come autrice. Ti auguro ogni gioia, quelle che tu desideri e quelle che non immagini: c’è tempo tutta la vita.

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  2. E meno male che la rinascita non si stanca mai di donarci la vita. Il Dio denaro è il male di questa società e come disse Gesù “non si possono servire due padroni”, quando c’è di mezzo il denaro il turpe invade ogni cosa.
    Bellissima poesia, brava come sempre.
    un bacio
    annamaria

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    • In effetti io rimango disorientata perché ho visto cambiare le persone. Il denaro ci serve, ma quando lo serviamo le parti si invertono e noi diventiamo carta sporca com’è lui. Ma la primavera ritorna sempre. Grazie per le tue parole e per la tua presenza.

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  3. e in tutto questo marasma provocato dalla corsa al denaro, cosa resta?
    soltanto la legge della giungla, ma peggio, ché gli animali non investono né tesaurizzano il bene in sé che è la vita.
    gli uomini hanno dimenticato la comune matrice e il comune destino, si credono immortali e arraffano dove possono a danno dei più deboli.
    il sistema bancario ha degradato la vita a una speculazione iniqua, e le conseguenze sono sotto i nostri occhi, così come hai ben descritto nei tuoi versi.
    ciao
    cri

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    • Nessun uomo ragionevole si comporterebbe come costoro, a me sembra una follia collettiva.
      Guardo e allibisco: credimi.
      E sono passati millenni di storia e di cristianesimo. Mah.
      Che vergogna. Chi dura più di un secolo nella propria carne?
      E quand’anche, ho visto certe interviste in televisione a vecchi bacucchi: Come ho fatto a campare tanto? Mangiando poco, lavorando tanto, alzandomi presto tutte le mattine.
      A proposito: vado ad assaggiare la crostata che ho fatto ieri, uno spuntino quasi alle due di notte: tanto per non oltrepassare di troppo i cent’anni rimbambendo del tutto.
      Magari con una tazzina di latte e caffè, tanto poi mi riaddormento alla grande: basta accendere la televisione, sbadiglio subito.

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  4. Denaro, prestigio, scalata sociale…
    Io so che i miei genitori erano persone semplici, che svolgevano lavori semplici, ma li ho sempre visti felici. Non si sono mai curati di ciò che diceva la gente, non hanno mai cercato di apparire migliori di quello che erano, non hanno mai invidiato chi sembrava avere molto di più, hanno sempre fatto i conti solo con la propria coscienza e non hanno mai fatto male a nessuno. Però erano felici.
    Oggi si ha tanto, ma non si è mai contenti, non si è mai sicuri di chi ci sia amico e chi no, si deve sempre avere di più, si calpestano persone e sentimenti a favore del successo, ma la felicità no, quella non c’è.
    Per fortuna la natura ha ancora pietà di noi e ci regala le sue meraviglie, ma un giorno o l’altro si ribellerà anche lei e finirà col punire l’uomo così egoista e insensibile.

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    • Io sbalordisco ogni giorno, cara Katherine, nel vedere certe sceneggiate. Che tristezza.
      Siamo nell’inferno dantesco profondo, con Lucifero che mastica e rimastica i peggiori traditori della storia, tiene Giuda in postazione centrale fra Bruto e Cassio, com’è giusto che sia.
      La natura, continuando a offenderla così gravemente, si ribellerà in pieno contro l’uomo e non potrà essere evitato.
      Ma una rosa è una rosa: segno di speranza malgrado tutto.
      Quella che ho fotografato si chiama rosa damascena, ha un profumo inebriante.

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  5. Il dio denaro? Direi che è un demiurgo, ovvero il dio del male! Hai detto bene: quanta prostituzione in suo nome, eppure serve, almeno per comprare il pane!
    Un abbraccio..e scusa se non mi sono fatta viva prima, ma ho appena editato un nuovo libro..ho lavorato tanto, ma spero che possa piacere! E non per denaro, ma per la gioia di trasmettere le mie emozioni!

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    • Cara Danila, proprio ieri sera sono passata dal tuo blog e ho letto che era stato pubblicato il tuo nuovo libro, sono orgogliosa di te e ti faccio tanti auguri di poterti comunicare in pienezza come desideri. Ero troppo stanca per commentarti adeguatamente, pensavo di riposarmi un po’, ma mi sono svegliata a notte fonda e quando mi succede così poi veglio ore e ore e passo una giornata in stato di sonnambulismo, è il caso di stamattina. Aggiungi che ho due operai in casa, che stanno finendo il proprio lavoro in giardino e devo contattare l’elettricista, che ha staccato il telefonino, e gli imbianchini introvabili. Se aspetto il momento propizio non ti commenterò mai, ora vado lì e faccio del mio meglio.
      Per quanto riguarda il denaro, può essere il frutto onesto del nostro lavoro e qui diventa cosa sacra oppure il prodotto di ruberie e imbrogli e allora è quel demiurgo del male che noi diciamo.
      Trovo assolutamente ingiusto che i poeti si regalino senza nulla guadagnare di concreto, il muratore lavora e io lo pago subito, la mia colf lavora e io la pago subito, il poeta lavora e dovrebbe avere un giusto guadagno, ma non è mai così.
      Credo che di Domenica Luise nessuno si accorgerà mai nemmeno a morte avvenuta, sto cercando di accettare questa realtà non tanto facile. Però quando gli arriva il cinquantesimo di nozze la poesia la chiedono.
      Ho deciso di pubblicare sul mio sito spirituale le trentuno lodi alla Madonna da me scritte in un mese di maggio pubblicato alcuni anni fa, ci sono anche trentuno testimonianze verissime, una lode e una testimonianza al giorno. Se vuoi posso mandarti alcune copie del libro visto che, facendo ordine tra le mie cose, ne ho trovato una ventina intatti e li sto regalando.
      Un abbraccio tenero e ancora tanti auguri.

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      • Complimenti per i libro delle lodi. Deve essere magnifico! Beh, devo ammettere che mi piacerebbe averlo, ma ci sentiamo via email. Così mi dirai quanto ti devo (è il minimo!) e ci scambiamo gli indirizzi. Ok. Cerca di star bene, perché di Mimma Luise ce n’è una sola, e vale tantissimo. Come persona e come scrittrice-poetessa-pittrice. E come anima…ahhhh! Brilli di luce propria!
        Senza violini, pura verità, Molti ti amano, non se ne può fare a meno, ed io ti voglio un bene dell’anima!

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        • Danila, il mio libro è un regalo e te ne manderò qualche copia in più da distribuire. Stanotte ho capito come andrà pubblicato sull’altro blog, sempre se gliela faccio perché la salute non va, ho troppa stanchezza e l’artrosi fa male. Sei molto cara a dirmi che brillo, mah? Permettimi di sorriderne teneramente. Ti mando subito il mio indirizzo.

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  6. Verità, lucidità e amarezza in questo testo, cara Mimma, e come potrebbe essere altrimenti? Siamo nel vuoto, di valori, nel vuoto, di certezze, sospesi nel nulla che ci avvolge.
    Non mi piace essere catastrofica, ma in questi tempi sembra non esserci il minimo spazio per l’ottimismo, per la speranza che qualcosa cambi, dentro di noi e fuori.
    Mi piace il termine “dio” proprio così, minuscolo, riferito alla moneta, al troppo di pochi, al poco di molti. C’è il nulla, dietro, un nulla sterile, malsano, infelice.
    Eppure qualcosa dovrà cambiare perché così non si potrà sopravvivere ancora a lungo.
    Ciao.
    Piera

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    • Come siano, tanto numerosi, diventati così io non lo so: non provano compassione per quelli che non arrivano a fine mese, se ne ammazzano continuamente. Vergogna ai ladri di soldi e di vita. Si sentono scaltri. Che ognuno lavori onestamente, guadagni, paghi le tasse giuste: tutti, non soltanto il ceto medio.
      Tu dirai: è stato sempre così, è vero. E forse è stato anche peggio. È gravissimo usare le proprie capacità di pensiero e di astuzia per ottenere tanto superfluo.

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  7. Cara Mimma, il dio denaro è stato sempre molto potente, ma in quest’epoca di volgarità imperante, assopimento delle coscienze, immoralità come fonte di ispirazione e con una società che si vende di continuo e che pensa di poter comprare tutto, lo è ancora di più… e sembra anche di essere entrati in una avvolgente spirale che spazza via ogni cosa al suo passaggio, soprattutto le brave persone che ancora credono nella dignità di un essere umano e nel diritto di potere vivere in pace e che vengono falciate via da avide mani che si prendono tutto, anche la vita…
    un abbraccio

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    • Sì, Maria, io sono sconvolta dal disamore imperante. Ogni tanto penso alle teorie sulla reincarnazione nelle quali molti credono, mi viene spontanea la frase : “Non mi voglio reincarnare”, voglio essere uno spirito libero d’amore. Vorrei il paradiso cattolico.

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