Carnevalata quasi burlesca

Valzer buffo

Si muore così vivendo, qui
non contano gli anni. Sono
distratta o non tratta
da me alle realtà della vita
concreta, tutte noiose pedanti fangose
e metaforicamente disabilitate.

A che? Domanda retorica, non re
quello con la corona e nemmeno
re nota musicale
piuttosto torica, cioè grossa
cornuta e arrabbiata. Comunque
anch’essa vuoto a perdere
senza risposta
che non sono i ri plurale di re, né ri-sposta
la sposta. Che dicevo? Mi sono imbrogliata
in sinestesie ortografiche sillabiche
fantasiose da fan-ta-smi, mi
mi. A me.

E le rime, signore e signori, non dimentichiamo
ri con me e me con ri. Versi
belati grugniti nitriti
mugugni ululati. Ati iti
gni: nati benserviti o portati, portatori
sani di poesia, bagni, bacia, ba
baciami piccina, pic indolor, na
fai la nanna, nacchere, che re?

Chicchirichì, chi chi ri
dicevo i ri. Microsoft word
segna errore
o felicità del computer con
pu e ter, dove pu
è l’incognita tre volte con
chi?

Non lo so e non me ne importa, nemmeno so
di che cosa sto cianciando fanfurellando, fricciche, ecco.

Traducete voi la scomposizione in fattori sillabici
elevati alla potenza di una potenza, che sono io, ma
senza turbamenti psicofisiologici. Parlo di voi
perché io sono tranquilla come il triangolo delle Bermuda.

Un’ispirazione spontanea, in ogni prato
ci sono le ortiche giganti che pungono la lingua dei poeti.

Matrimoni, matti ri
moni plurale di monos, monadi
meglio soli che male accompagnati
a con pag (ina) nati. Matti nati
come me, con me, me
ecco.

La vita è un intervallo fra un pasto e l’altro. Ma
la poesia. Oh. Ho. Ah, ha, ah.
Ha.

I bambini giocano senza scopo
che è marito di scopa e padre di spazzolino
nipote di spazzolone marito di spazzola
figlia illegittima di spagnoletta, il filo
di Arianna. Dov’è
il filo? Incomincia il tango spagnolo, marito
di spagnoletta, figlia di Spagna
e letto, lontano parente di lettura.

E qui la smetto perché l’ho letto
nel letto, che cosa? Non sottilizziamo.

Sono una zia presa all’amo
o amore e le zie delizie
come me, tante e tutte
meno matte più noiose, ho detto
basta. Apriamo rai tre.
Tre per tre, perché?

E i poeti danno il soffio alle parole imbalsamate.

(Quando una poetessa aspirante tale come me
rompe gli argini).

Valzer buffo, amoroso straziato.

                                                                                                Domenica Luise

(Disegno eseguito al computer da Domenica Luise)

Vi faccio vedere la torta che ho inventato per il mio compleanno, è una specie di crostata farcita di ricotta bianca e al cacao , è un po’ storta, ma mi sento comunque un genio culinario.  Al centro ho messo la parte bianca e sopra una rosa modellata nella pasta al cacao. Ci siamo leccati i baffetti maschi e femmine, m’aspettavo di peggio.

29 pensieri su “Carnevalata quasi burlesca

  1. Fin toppo facile ricordare Palazzeschi…. mi sbaglio? Non solo per i giochi di parole (ii tuoi li trovo anche più bizzarri e fantasiosi) ma la punta di amaro,o forse non solo una punta, che lasciano trasparire… Come una festa di Carnevale, dove la pagliacciata delle maschere , se non sono bambini, gli unici ormai a sapersi davvero divertire con semplicità, nasconde spesso un vuoto difficile da colmare…

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  2. ti sei proprio divertita, eh?…
    di-vertita, distanziata
    spalmata guancia siu una mano a guardarti d’intorno… divertissement t’è sembrato il mondo.
    un po’ filastroccando un po’ solo fila, anzi filo illogico che ad averne bandoli e matasse ci si rifugia anche su nuvole panciute a reggere panciute, come risate grasse.
    aho! Mimma sei in vena eh?
    guarda che se non ti metti al riparo la poesia abuserà di te!
    🙂

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  3. Mi ci voleva proprio Mimma, mi è piaciuta tantissimo, però io trovo tra uno “scherzetto” e l’altro, tanta verità che tu hai saputo tramutare in gioco. Il morale, comunque, me l’hai risollevato, e di questo io ti ringrazio. Un bacione

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  4. Buongiorno o buonanotte, miei cari e baldi giovani, sono le tre e mezza. Vedo che piano piano, con un certo rammarico, state districando lo scherzo dall’amarezza… un dna terreno inevitabile o intreccio vitale. Mi sono divertita, è vero, ma se leggete bene vedrete che ci sono versi strategici sparsi, che poi ho ricoperto con l’abito di carnevale opulento, confusionario, compassionevole in fondo. La nostra calda umanità assetata di gioia-gioco, una partita a tennis con la morte.

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  5. Un gioco linguistico che si confonde con altro che vuol farsi strada nonostante…
    Così, mi hai ricordato che siamo nel bel mezzo del carnevale, non ci pensavo proprio..
    Ho sempre pensato che le maschere del carnevale, in effetti, simbolizzino quel che accade nella vita reale: viviamo più coperti da maschere che nella nostra autenticità, vogliamo sempre dare di noi un’immagine migliore di quel che sentiamo di essere; quante volte mascheriamo la nostra fragilità, ad esempio, per non soccombere di fronte all’aggressività altrui! E quante volte l’aggressività non è la maschera della paura?
    Boh!
    Ciao,
    Car

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  6. Già, le maschere: ormai un luogo comune, tanto ne dobbiamo parlare e in tanti modi, magari cercando giochi linguistici da distrazione. Tuttavia non si sfugge e chi vuole essere vero paga in prima persona. A chi aprire il cuore? Appena gli altri ricevono una confidenza subito se ne servono per giudicare grossolanamente e dicono: io ormai ti conosco.
    Frase bugiarda.
    Così uso l’ermetismo con valvola di sicurezza dalla quale trapelo a chi mi vuole come il vino nuovo nella botte vecchia di manzoniana memoria.
    Tanto, se non voglio, non mi capisco nemmeno io.

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  7. E’ bello leggere dei tuoi argini rotti
    che poi sono anche i miei
    poeta senza “e” pota le parole
    che tu hai scritto e rido amaramente
    e meno male che rido oggi
    Bravissiam mimma,
    sei un portento.
    Un abbraccio sincero
    e affetuoso
    Chiara

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  8. Buongiorno, o miei elettissimi lettori, grazie della vostra presenza nel mio valzer buffo, amoroso e straziato. Qualcuno mi chiedeva come scrivo le poesie, in realtà io non compongo: mi abbandono alla voglia. Solitamente inizio con un pensiero oppure con un confuso e oscuro desiderio di scrivere oppure parto da una emozione per i colori, i profumi, la bontà e il dolore della vita. L’amore a tutti i livelli è il mio sogno e ispiratore anche se più cresco (non voglio scrivere “invecchio”, oggi compio nuovamente gli anni) e meno lo distinguo.
    Scrivendo, mi calo dentro e vado procedendo con naturalezza come se tanti sassetti bianchi indicassero la strada di casa a Pollicina nel bosco.
    E con ciò buona giornata a tutti, vivete felici e preparatevi ai vostri compleanni, ah, ah, ah.

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  9. Buongiorno, cari, parecchi anni fa avevo deciso che era giunta l’ora di non festeggiare più il compleanno, però nessuno me l’ha mai permesso.
    Non la sorella e i nipoti, ma nemmeno voi.
    Ieri ho ricevuto per tutto il giorno telefonate e messaggi su Facebook, poi anche qui, quando la “lieta novella” è trapelata.
    Allora grazie, sia dei commenti che degli auguri e della musica. Vi ricambio ogni stima.

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  10. Con grande ritardo, tanti, tanti auguri, Mimma! Riguardo alla poesia è stato detto tutto, io mi unisco agli amici dicendoti che mi ha colpito molto e un po’ destabilizzato. Un testo dal contenuto non facile ma proposto con brio e apparente leggerezza. Brava!
    Ciao.
    Piera

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  11. Leggo del compleanno, quindi tanti, tanti AUGURIIIIII 🙂
    Hai giocato con le parole in modo divertente ed inaspettato, volutamente confuso e mescolato, un respiro d’allegria e un boccone d’amaro.
    Il valzer della vita.
    Buon martedì di carnevale, possibilmente senza maschere, ma con allegri e colorati frizzi e sollazzi.

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  12. Grazie e benvenuti a tutti, miei cari, già, ogni diciotto febbraio mi tocca di compiere gli anni, quest’anno ho inventato la torta in fotografia, era proprio buonissima. Oggi è martedì di carnevale e semel in anno licet insanire, poiché ho già avuto qualche buona giornata cercherò di mantenere il mio normale squilibrio e non mi dedicherò alla creazione di altre poesie pazze, una basta.

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  13. Non poesia pazza (perché non più di una?), ma parole che vanno in un apparente non-sense alla ricerca di suoni e immagini producendo un gradevolissimo effetto … a volte ho sentito un po’ di Alberto Cappi, altre un po’ di Zanzotto o di Majorino. Davvero piacevole lettura!

    Ciao

    Edoardo

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  14. Grazie, Edoardo, della tua bontà, sì, c’è un filone di questo genere in cui le deviazioni linguistiche, secondo me, sono un tentativo quasi vano, ma gradevole, di approfondire il livello per toccare quell’ammasso di miele e di fiele che ognuno si porta dentro. Io me lo sento, carico di vitalità che balla, fuoriesce in poesia, ma non si basta mai. E non mi stanco delle parole che giocano, cercano, trovano, talora, una sillaba che entra nella tessera giusta quasi miracolosamente, ma la gran parte del puzzle rimane scoperta, in eterna preparazione. Vorrei la poesia piena fuori di me e la poesia piena dentro di me, ma lo so che non è cosa terrena, qui abbiamo il frammento, grande dono, e una continua ricerca appassionata. Anche i passaggi a questa o quella lingua estera sono tentativi di approfondire il livello poetico scambiando i suoni. Non è un puro sfoggio di cultura, che sarebbe abbastanza sciocco. Vedi quante cose so in poesia non è nulla, vale di più vedi quante cose non so. O divina ignoranza umana!

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  15. come, hai compiuto gli anni? ma che brutto viziaccio, ragazza mia, vedi di smettere (eh, parlo proprio io che ci sto provando da tanti anni senza riuscirci…)
    Anche se in ritardo, cara Mimma, AUGURI!!!

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  16. Sì. Me ne vergogno assai, ma ho compiuto gli anni anche nel 2012, mi sono presa il viziaccio e non riesco a disintossicarmi nemmeno io da questa malinconica abitudine. Uffa. Grazie degli auguri, della presenza, dell’affetto e ciao a tutti.

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  17. Ho iniziato a leggere i commenti degli altri prima di lasciare il mio, ma ciò mi ha resa senza parole da scrivere. Condivido tutto e posso solo aggiungere che entrare nel tuo blog è sempre un piacere. Sai “rompere gli argini” che pochi fanno e questo ti rende più poeta di tanti altri.
    Buon compleanno anche se non so quando è stato.
    Un abbraccio

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    • L’evento avviene ogni anno il 18 febbraio, cara 49mimosa, questo post è di due anni fa, quindi ne sono passati altri due, meno male o accidenti a loro? Adesso sono curiosa di vedere se facebook mi svergognerà pure rivelando l’età al mondo, io gli ho ordinato il silenzio, ma lui ha uno strano concetto della privacy, insomma si ostina a dichiararmi sposata, che non è vero né corregge e si intestardisce a scrivere i miei anni sul mio computer, e speriamo che sia un trattamento speciale per la padrona della pagina facebook. Fa come gli pare, se non smette mi cancello e così non lo sento più. Ma sai come concludo? E se lui dice quanti anni ho non me ne importa niente. Però mi scoccia che mi dichiari sposata, e da poco, per di più, come se mi fossi impazzita nella vecchiaia. Io che odio le bugie.

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