Il bello addormentato


                   
 
La casalinga Rosa Selvatica Lulù aveva sposato quello che s’era trovata disponibile a quarant’anni: il calzolaio Nuccio Soletta, baldo non più giovane del tutto pelato, è vero, con l’alito pesante per i denti cariati, che non si faceva curare tenendosi il dolore perché il dentista lo terrorizzava, ed aveva anche un inizio non indefinito di pancia e di trippa, ma si sa, gli aspiranti dei quarant’anni non sono come quelli dei venticinque. Era proprietario di un negozio non grande né alla moda e non disdegnava di stare seduto al suo deschetto di lavoro martellando giornate intere, sempre con la radio accesa a tutto volume, concentratissimo a ricucire tomaie sulle suole e riattaccare i tacchi perduti.
Rosa Selvatica Lulù si era accorta subito che, come marito, Soletta era diverso che da fidanzato, quando arrivava con la bocca profumata di dentifricio e portava sempre in tasca la bomboletta di freschil dentil da spruzzare almeno ogni ora. Ripeteva a se stessa che gli uomini sono tutti così e le era ancora andata bene, era nervoso furioso per ogni minima ragione inesistente, ma non l’aveva mai veramente picchiata limitandosi a urlare, una volta, però, aveva afferrato il martello dal deschetto e aveva fatto il gesto, soltanto il gesto, per fortuna, di batterglielo in testa perché lei gli aveva mentito sul prezzo di un vestito e perché il suddetto era corto.
Mentre raccoglieva i calzini che egli aveva buttato per terra come tutte le mattine, sentì un grido e un tonfo provenire dal negozio. Si precipitò e lo trovò per terra, con un sorriso ebete sulla faccia, circondato dai pochi clienti che erano venuti a portargli le scarpe da riparare.
Gli buttarono una secchiata d’acqua sul viso, lo scossero, lei lo prese perfino a pizzicotti: nessuna reazione.
< Questo dorme > decretò il medico, < portiamolo subito all’ospedale, forse riusciranno a svegliarlo >.
All’ospedale ci provarono. Con un trabiccolo strano lo tenevano in piedi e continuamente gli parlavano, lo stuzzicavano, un’infermiera che aveva appena avuto la delusione d’amore riuscì quasi a bruciargli una mano con l’accendino, niente, il Soletta non si mosse né gli passò il sorriso.
Lo riempirono di tubi da tutte le parti e gli monitorarono quello strano sonno, era una fase rem continua. Mah.
Dopo qualche giorno lo dimisero affermando che gli mancavano i letti e non ne potevano sprecare uno per farlo dormire. Bastava che la moglie gli facesse un’iniezione al giorno per nutrirlo e idratarlo più che sufficientemente.
La sua storia finì alla televisione e tutti lo ribattezzarono Il bello addormentato, anche se di bello non aveva proprio niente. Rosa Selvatica, stretta dalla necessità, prese il suo posto al negozio e al deschetto e tanto ci si trovò bene che clienti e guadagni moltiplicavano ogni giorno. Intanto lui dormiva.
Più volte provò a risvegliarlo con un bacio, ricordando la favola e com’erano andate le cose al principe azzurro, intanto si potè permettere un’infermiera che l’assistesse notte e giorno mentre lei si occupava del lavoro, delle amiche e dello shopping.
Alla fine smise di baciarlo e di chiamarlo, tanto quello dormiva.
Intanto molti altri maschi si erano addormentati: il presidente della repubblica tale, il re del regno talaltro, il marito della sua amica Mimì, che faceva il capostazione, il giovanotto che le portava l’acqua e il latte tutte le settimane, perfino i gatti e i cani maschi cadevano in letargo, le femmine no e nessuno se ne spiegava la ragione.
Oramai alla televisione lavoravano soltanto le donne perché una volta lo speaker del telegiornale si era riversato sul proprio tavolo in diretta e i cameramen cadevano per terra anche più di uno alla volta.
I preti si addormentavano sull’altare mentre predicavano e i chirurghi nel bel centro di un’operazione delicatissima.
Fu giocoforza affidare alle donne la conduzione del mondo. Le guerre finirono dovunque, la crisi economica rientrava a vista d’occhio, le tasse dapprima dimezzarono, poi divennero un terzo ed infine l’offerta simbolica di un euro annuale. Nei telegiornali trasmettevano inaugurazioni di ospedali, palazzi, giardini e, grandissima novità, interi paesi per poeti ed artisti. La vita e la giovinezza si allungarono notevolmente e intanto i maschi dormivano.
Tutto il mondo viveva in pace, ma non nascevano più bambini.
Allora le donne provarono a svegliarli facendo le seduttrici, al che qualcuno dette una piccola mossa o accentuò il sorriso, ma nessuno si svegliò.
Alla fine a Rosa Selvatica Lulù venne un’idea: chissà se avrebbe funzionato la gola anziché la lussuria?
Le signore si riunirono e imbandirono una gran tavola. Dalla cucina esalavano odori di ragù, pane fresco appena uscito dal forno a legna e bistecche alte due dita alla brace.
Il primo a svegliarsi fu il gatto, che si chiamava Nocciolino: si avvicinò al fuoco e fece miao, subito seguito da tutti gli uomini, uno per uno.
Così ognuno riprese il proprio posto purtroppo, ma per necessità.
 
( Fine della prima puntata )

I maschi, dopo pranzo, mentre le mogli, le madri e le sorelle ripulivano la cucina e strofinavano pavimenti come ai cari, bei tempi, si sdraiarono a pancia all’aria sul divano, sul letto nuziale oppure sul dondolo del patio, col giornale spiegazzato a fianco, e si guardarono attorno.
In casa c’erano mobili nuovi di legno massiccio: dovevano essere costati una fortuna. Le donne indossavano abiti che non ricordavano affatto di avere loro visto prima e nemmeno supponevano fossero alla propria portata. Quatto quatto, ogni maschio andò a controllare il nascondiglio segreto dei soldi di riserva e ci trovò un gruzzolo mai immaginato. Ognuno di loro pensò: mia moglie è una ladra. Anche il prete pensò: la perpetua è una ladra.
Nessuno abitava più nel proprio appartamento, ma in una villa con grande giardino perfettamente tenuto.
Si dettero un pizzico, ma erano proprio svegli ( almeno per il momento ).
Nocciolino andò a strofinarsi e fare le fusa contro i piedi nudi del Soletta, che lo guardò e disse: < Almeno tu sei tale e quale >.
Aprirono il telegiornale ed apparve una fata bionda che, sorridendo, annunciava notizie assurde.
Tutte le nazioni del mondo avevano stretto un patto di pace infinita.
Le armi atomiche erano state disintegrate e l’energia utilizzata per costruire, su un pianeta artificiale in orbita attorno alla terra, una discarica mondiale dove i missili sparavano la spazzatura che, senza bisogno di essere differenziata, veniva condensata, bruciata ad altissime temperature, purificata e rispedita sulla terra per essere utilizzata come fonte di luce e di fuoco invece dell’elettricità, del gas e della benzina.
Era stato eliminato finanche l’ultimo euro annuale simbolico a pagamento delle tasse dovute, le pensioni erano quadruplicate e in fase di ascesa,l’immigrazione non era più necessaria perché tutti i popoli vivevano lautamente ognuno nella propria terra e si muovevano soltanto per sollazzo.
Erano stati inaugurati altri quattro paesi di artisti, due di poetesse, uno di pittrici ed uno di scultrici. Era quasi pronto il paese delle musiciste e cantanti, con mura antisuono tutt’intorno.
Oggi gli stipendi statali erano cresciuti del solito dieci per cento.
A queste notizie tutti i maschi fecero una scenata alle donne che si trovarono avanti, proprio così com’erano abituati prima del grande sonno.
< Perché ci siamo addormentati? Cosa ci avete fatto? >.
< Ma non è colpa mia, amore > rispondevano le mogli parandosi la testa dalle botte.
< Ma non è colpa mia, figlio > rispondevano le madri nascondendosi dietro i tegami e il tavolo della cucina.
< Ma non è colpa mia, eminenza > rispondeva la perpetua zigzagando tra i banchi della chiesa.
< Ma quale eminenza > sbraitava il parroco rincorrendola per bastonarla con quello che prima arraffò: una candela mezza squagliata ancora accesa.
Le donne si pentirono amaramente di averli risvegliati, si riunirono in società segreta e, nottetempo, si incontrarono alla vecchia bicocca dei fantasmi: tutti i maschi ne avevano paura né sapevano che, durante il loro sonno, era diventata un pollaio selettivo con  uova grandi quasi al doppio del normale e due tuorli cadauno garantiti.
La più inferocita era Rosa Selvatica Lulù, anche perché suo marito era stato il primo ad addormentarsi.
< In coscienza, non li possiamo tenere svegli > affermò tamponandosi il vistoso livido che le si era gonfiato sotto l’occhio, dove il Soletta, alla fine, le aveva dato un pugno.
< Fai vedere, cara, come ti ha ridotta >.
< Ma ce lo hai messo il ghiaccio? Dobbiamo capire perché si sono addormentati >.
< Io vorrei capire pure perché si sono svegliati >.
< Forse un castigo divino > affermò la perpetua.
< Tu sei cattolica, si sa > la prese in giro una certa Cristina, bella donna dai fluenti capelli bianchi e senza una ruga. Era una poetessa nota su internet, aveva pubblicato tre libri andati a ruba, ormai alla milionesima edizione.
La perpetua non si offese, anzi le venne una risata squillante che la rese vezzosa.
< Smettila, Mimma > le disse sua sorella Iole, < non pigli mai niente sul serio, hai sempre la testa alle poesie. Io voglio il marito, lo preferisco sveglio >.
< E tienilo > rispose Mimma piccata.
< Signore, signore, non ci arrabbiamo > intervenne Mariachiara, la figlia di Iole, soprannominata Tranquillità per il carattere sempre calmo.
< Voglio dire > continuò Rosa Selvatica Lulù, < se oggi mi ha presa a pugni domani mi toccheranno le scudisciate >.
< Sì, ma non tutti sono uguali, il mio Pepè mi adora > affermò Iole, < non mi contraddice mai, fa la spesa, cucina, è un grande risparmiatore >.
< Che facciamo ? > chiese una signora della confraternita che, fino a quel momento aveva portato sempre uno scialle davanti alla faccia.
Intanto le galline starnazzavano e facevano le uova qua e là fra i loro piedi.
< Una frittata > rispose una brunetta dagli occhi intelligenti, < oggi non mi ha fatto toccare cibo, sempre gridando >.
< Ma tu chi sei, perché non togli questo scialle dalla faccia? >
Tira e molla, lo scialle cadde e tutte poterono vedere i lividi che deturpavano il bellissimo volto di Mimisia.
< Non ci possono prendere a botte >, gridarono.
< Gliela facciamo vedere noi >.
< Riaddormentiamoli a colpi di bastone >.
< Signore, calma. Occorre batterli con la loro stessa arma >.
< Che arma ? >
< La razionalità > intervenne Mimmona, la chiarissima dottoressa di psicanalisi mentale, che insegnava all’università di Rometta.
< Perché si sono addormentati a catena? Per egoismo. Perché li abbiamo risvegliati col profumo del cibo? Per procreare bambini in maniera naturale, senza ricorrere a clonazione, partenogenesi e mezzucci, quindi per generosità. Loro cattivi e noi buone? Non è nemmeno questo, ma sono troppo diversi per andarci d’accordo. Rimbocchiamoci le maniche e inventiamo una pilloletta che li riaddormenti, da sciogliere nel cibo al bisogno. Tutte le dottoresse e le volontarie possono fare parte del team, qui, ora e subito, la questione è urgente.
Non usciremo da questo pollaio senza la medicina opportuna, prima che facciano danno e dichiarino subito guerra qui e lì. Per riaverli svegli basterà sospendere la pillola quelle due o tre giornate necessarie >.
< Due o tre giornate? Sono troppe > strabiliò Cristina, < un paio d’ore ogni tanto sono più che abbondanti >.
( Fine della seconda puntata )
         
                                                                                      
      
La brunetta con gli occhi intelligenti rialzò vivacemente il capo: < A me questa cosa di riaddormentarli a base di pillole non piace, è innaturale e non credo che sia la soluzione giusta > affermò.
< Effettivamente ciò è vero > disse Iole, < e poi, oltre al marito, ho un figlio, non lo voglio riaddormentare, ha già perduto abbastanza tempo con tutto il sonno che si è fatto. Se mentre gli altri ronfavano lui avesse lavorato al computer, a quest’ora avrebbe finito il progetto di potenziamento dell’energia solare che gli ha assegnato il suo professore. Se non ti va l’idea di riaddormentarli, come non piace nemmeno a me, tu che cosa proporresti, Mimosa? >.
La brunetta ebbe un guizzo strano negli occhi ben truccati. Portava un abito strambo, con scollatura ed orlo asimmetrici e una specie di oblò sulla spalla destra. Al polso teneva un nastrino rosso al quale era appesa una chiavetta d’oro.
In quel pollaio spiccava per l’eleganza e il profumo che emanava, del resto era la proprietaria di una boutique, un negozio di borse e calzature e due gioiellerie, o forse erano tre.
< Diamoci delle regole, organizziamoci > suggerì scacciando una gallina che tentava di farle l’uovo sul sandalo.
< Che regole? > chiese Iole, < siamo sempre andate tutte d’accordo >.
< Verissimo, ma una struttura legale ci aiuterebbe. Nominiamo una presidentessa con una segretaria ed un gruppo di collaboratrici fidate >.
Scappò detto a Cristina: < Mi voglio candidare anch’io, ho molte idee per il bene dell’umanità >.
< Anch’io > affermò Iole, < anzi come mio segretario ci voglio Pepè >.
< Ma che dici > ribatté Mimma, < gli uomini non debbono avere posti di predominanza o ci rimetteranno di nuovo sotto >.
< Questo è vero, votiamola come prima condizione del nuovo stato >.
Votarono all’unanimità, scrissero il verbale e lo firmarono tutte. Mimosa divenne la presidentessa col 51 % dei voti e quando capì di avere vinto in extremis un altro guizzo strano le brillò negli occhi. Nominò subito segretaria la propria amica Mimmona, Iole si offese perché si reputava molto più preparata , afferrò la borsa, disse che doveva preparare la cena a suo marito e sparì, ma non da sola: tutte le signore escluse dai primi posti abbandonarono l’aula, pardon, il pollaio ed uscendo si lamentarono ognuna a gran voce.
< Mimosa non mi piace > proclamò Cristina senza mezzi termini, < suppongo che abbiamo votato tutte per noi stesse, vorrei sapere chi è stata la cretina che le ha dato quel punto in più >.
Mariachiara, alla quale Mimosa faceva sempre lo sconto quando entrava nei suoi negozi, la faceva sfilare strapagandola e regalandole un abito alla volta a propria scelta con un gioiello sia pure di bigiotteria, taceva mordendosi le labbra e cercando di farsi piccola piccola nel gruppo, cosa impossibile perché era alta un metro e ottantadue.
< Avrei dovuto avere io due voti >, disse Iole, < il mio e quello di mia figlia. Quindi tu hai preferito un’estranea a tua madre >.
< Non ho votato per lei > mentì la ragazza, < del resto il voto è libero >.
< Non ci ha dato nemmeno il tempo di metterci d’accordo > disse a voce un po’ troppo acuta una signora grassa, che guardava affannosamente l’orologio tentando di accelerare il passo. 
< A quest’ora mio marito è furibondo > affermò.
Tutte si affrettarono, anche Cristina che sbuffava.
( Fine della terza puntata )

 
 
L’indomani Mariachiara venne chiamata dalla nuova presidentessa:
< Ho bisogno di una ragazza sveglia e intelligente al mio fianco oltre che della segretaria > disse, < ed ho pensato a te. Però nessuno deve saperlo, né maschi né femmine e nemmeno la tua mamma, altrimenti i maschi se ne accorgono subito. Sei capace di mantenere questo segreto? Lo stipendio è buono e il lavoro leggero.
Se mi rendo conto che hai informato qualcuno perderai il posto >.
< E cosa dovrei fare? >.
< Nulla di che, guardarti intorno, se ci sono malcontenti contro di me tenermi informata, farai finta di entrare in negozio a comprare qualcosa e mi dirai ogni particolare >.
Firmò un assegno e glielo passò. Mariachiara spaccò gli occhi per la somma elevata. La brunetta le sorrise ammiccando: < Diremo che è il compenso dei servizi fotografici: da oggi in poi mi darai l’esclusiva, così avremo agio di vederci senza destare sospetti >.
Subito Mariachiara le raccontò cos’avevano detto le signore all’uscita dal pollaio la sera precedente, ma non le riferì anche le lamentele della propria mamma. Così Mimosa organizzò una gran festa per festeggiare, disse, la nomina a presidentessa.
Invitò tutte le donne che contavano ed anche i loro mariti, i quali ebbero ognuno in regalo un cosciotto di prosciutto crudo e una damigiana di vino rosso della migliore qualità.
Ma quelle che andarono bene furono le signore, a cui toccò un gioiello in platino e brillanti naturali, guarda caso il più bello fu quello di Iole, ma nessuna si lamentò. Tutte ammirarono la generosità della nuova presidentessa e Mariachiara le potè riferire cose eccellenti dette su di lei:
< Ci eravamo sbagliate >
< Una donna generosissima, raffinata, una signora >.
< Siamo ben contente di averla votata >.
< Ci può riuscire soltanto lei >.
Iole, veramente, dentro di sè pensava di essere più adatta per quel ruolo, anche Cristina ne era convinta e perfino Mimma, che aveva sempre sostenuto di non volere comandare, però stettero zitte, si adeguarono al giubileo universale e sfoggiarono ognuna il proprio gioiello, regalo della presidentessa.
Così Mariachiara potè darle buone notizie:
< Sono tutti contenti, maschi e femmine >.
< Allora è il momento di fare un bel regalo alla popolazione > disse Mimosa. Così, alla televisione, iniziarono programmi letteralmente irresistibili, con grande dispendio di mezzi. Non era infrequente che arrivassero telefonate del genere: La sua famiglia è stata sorteggiata per un premio di dieci, venti, oppure centomila euro, ogni tanto perfino cinquecentomila.
Tutta la gente stava attaccata a queste trasmissioni giornate intere aspettando le telefonate, che però, col tempo, andarono sempre più diminuendo sia come somme che di numero, ma ormai era una specie di vizio. Gli uomini erano i più presi, anche per ammirare le belle ragazze poco vestite che ballavano e cantavano continuamente. Nessuno si ricordava più dei vecchi programmi educativi di scienza oppure sugli animali. I diplomi e le lauree venivano spediti gratuitamente per posta semplice ed ognuno ne poteva richiedere a volontà.
A questo punto, una bella sera, apparve sulla scalinata di un noto programma di varietà la presidentessa Mimosa, accompagnata dalla segretaria Mimmona, entrambe in abito serioso, senza spacchi né scollature. Tutti i teledipendenti trattennero il fiato.
Lo stato era in difficoltà economica, affermarono con le lacrime agli occhi, erano costrette a chiedere delle libere offerte a tutti gli amici, che si potevano servire del telefono o del telefonino.
Forse in questo modo avrebbero evitato l’imposizione legale delle tasse.
Le entrate sarebbero servite a riaprire le scuole perché ormai l’ignoranza era eccessiva e molti laureati non sapevano né leggere né scrivere. Si rendevano indispensabili corsi di recupero statali. Dopo la terza media l’iscrizione all’istituto superiore, uno solo e valido per tutti, era obbligatoria.
I guadagni furono ingenti, almeno il triplo di quanto dichiararono per televisione. I soldi in più furono impacchettati in raffinate borsette di nappa colorata e distribuiti alle signore che contavano durante una festa sontuosa per la riapertura delle scuole.
 
( Fine della quarta puntata )

 
 All’istituto superiore si studiava una sola materia: la vita e le opere della presidentessa Mimosa, validamente coadiuvata dalla segretaria Mimmona.
Ogni giorno i ragazzi compilavano test nei quali la domanda era una sola: come migliorare la situazione economicamente problematica del governo?
Quando un ragazzo incominciò a scrivere che le deputatesse avrebbero potuto rinunciare tranquillamente ad una metà del proprio ricco stipendio e condividere il ruolo con deputati maschi, lo accusarono di avere rubato i registri dai cassetti delle professoresse, una bugia che più lampante non poteva essere, e lo buttarono fuori da tutti gli istituti della repubblica, egli andò a raccogliere noccioline per sopravvivere e fondò il primo gruppo di partigiani.
Incominciarono azioni di disturbo: le caldaie venivano manomesse e d’inverno si moriva di freddo, i sistemi di aria condizionata venivano bloccati e d’estate si moriva di caldo, i computer riempiti misteriosamente di virus, le linee telefoniche controllate.
Ben presto passarono alla guerriglia urbana, con bombe rudimentali poste davanti alle ville delle donne che contavano.
I danni furono immensi e lo stato contrattaccò dapprima con i gas fumogeni per sciogliere gli assembramenti, dopo con gli scacciacani ed infine sparando in aria. Le carceri si riempirono e i processi andavano per le lunghe proprio come quando comandavano gli uomini. Alcuni stati esteri incominciarono a proporsi come pacieri e mandarono contingenti di truppe armate fino ai denti.
La presidentessa Mimosa uscì sul balcone della propria villa smisurata, la seguiva Mimmona, che portava un tailleur grigioverde dal modello maschile, cravatta compresa a strizzarle la pappagorgia.
La segretaria stava partendo con un contingente di soldati e soldatesse, affermò Mimosa, per restituire la visita ai paesi interessati, che si erano premurati di inviare le truppe di pace.
Veramente, a guardarla, Mimmona non sembrava tanto entusiasta di questo viaggio.
Si era offerta volontaria, aggiunse Mimosa, insieme agli uomini.
Non svelò che i maschi sarebbero stati usati nelle prime file, a protezione delle signore.
Date le ingenti spese, sarebbe stata fatta una colletta casa per casa. Tutti furono invitati ad essere generosi.
Coi guadagni venne organizzata una gran cena e festa da ballo per la partenza ed ogni donna ricevette in dono un abito da sera di pura seta, una stola di ermellino e una borsetta luccicante piena di soldi.
< Perdonatemi per questo pensiero così piccolo, ma sono tempi duri > disse Mimosa. Mimmona stava aggrondata al suo fianco, ma si scongelò alquanto come vide la stola e, soprattutto, quando aprì la borsetta.
Ai maschi fu consegnato un chilo di filetto ed una bottiglia di lambrusco per uno.
Intanto la popolazione media incominciava a provare qualche privazione, non dico la fame. Avevano dovuto riversare nelle tasche delle esattrici tutto quanto avevano in casa, perfino gioielli ed oggetti di valore.
Non sembravano mai contente ed erano riuscite a trovare anche i gruzzoli nascosti sotto le mattonelle o nei buchi in giardino.
Mentre assisteva alla cerimonia della partenza dell’esercito per la missione di pace o di guerra che fosse, a Mimosa venne uno strano senso di rilassamento fisico, gli occhi le si chiusero da soli, ruotò la testa all’indietro e scivolò per terra addormentata, fu il primo caso di letargia femminile acuta, seguito a catena da una gran parte di signore e signori, che non ebbero nemmeno il tempo di raggiungere un divano, una poltrona o una sedia. Giacquero a terra russando mentre quelli rimasti in piedi si sforzavano di trascinarli almeno ai lati della strada. Così l’esercito non partì e tutti si precipitarono a casa mettendosi a letto per trovarsi pronti e fecero bene perché nessuno restò sveglio tranne due giovanetti, un maschio e una femmina, che passeggiavano ai giardini pubblici tenendosi per mano.
Erano innamorati e non si accorsero di nulla.
 
( Fine della quinta puntata )

Si sedettero su una panchina e aprirono il proprio cesto da picnic per pranzare.
Dopo chiacchierarono e si baciarono.
Intanto il pianeta russava. Quando la sera i due ragazzi tornarono a casa, li trovarono tutti profondamente addormentati, la televisione non trasmetteva, su internet non c’era nessun blog aggiornato, i telefoni degli amici squillarono, ma nessuno rispose.
Si sentirono persi.
E per aggiunta mamma e papà sembravano anche rimpiccioliti e dimagriti, li misurarono col metro, superavano di poco i centoquaranta cm. di altezza.
Uscirono a guardare gli altri, si erano tutti ristretti, maschi e femmine.
L’indomani sembravano delle grandi bambole, l’unico segno di vita era il respiro, avevano finanche smesso di russare.
< Io lo dicevo > affermò lei, < erano diventati troppo cattivi, anche le donne stavano per dichiarare guerra >.
Incominciò a piangere spaventata.
< Eva, tesoro, non fare così, ma ho paura anch’io, non mi dire che sul mondo siamo rimasti solo noi >.
< Cosa facciamo, Adamo? >.
< Proverò a lanciare appelli su facebook >.
Ma nessuno rispose. Intanto i ragazzi incominciarono a mangiare prima quello che avevano in casa e dopo ciò che trovavano nei frigoriferi altrui. Una fitta coltre di erba e fiori incominciò a crescere dovunque a perdita d’occhio. Si procurarono tutti i fiammiferi e gli accendini che riuscirono a recuperare, candele, pile, acqua potabile. I loro genitori e tutta la popolazione, adesso, avevano raggiunto le dimensioni di un topolino cadauno. Sembrava che niente potesse fermare il proliferare delle piante, che invece ingigantivano ed incominciarono a ricoprire tutte le superbe ville, il balcone da dove Mimosa arringava alla folla, il salone in cui celebrava le feste per ogni scusa e comprava gli altri a suon di regali.
Adamo ed Eva continuavano a tenersi per mano e si rassicuravano l’un l’altra controllando a vicenda le proprie dimensioni.
L’avanzata del giardino aveva una sua prorompente bellezza.
L’indomani tutti gli umani erano scomparsi come se non fossero mai esistiti, ma si vedevano intorno molti animali svegli e di grandezza normale. A coppie riempirono il giardino. Il leopardo annusò amichevolmente il gatto Nocciolino, che gli fece le fusa.
Erano cresciuti molti alberi da frutta, Adamo ed Eva assaggiarono una nespola per uno: semplicemente deliziosa. Però era strano: c’erano contemporaneamente i frutti di ogni stagione, fichi, uva, ciliegie, pere, mele e fragoline di bosco. Mangiucchiando qua e là visitarono il giardino e trovarono una grotta tutta verde e fiorita accanto ad una cascatella d’acqua, che fluiva in un ruscello trasparente, un sorso d’acqua per uno bastò a dissetarli per tutto il giorno.
Fecero l’amore nella grotta, su un letto di erba.
< Io ti prendo in sposa nella gioia > disse lui.
< Io ti prendo in sposo nella gioia > rispose lei.
< Crescete e moltiplicatevi, ma stavolta non mangiate la mela dell’albero del bene e del male > disse una voce tonante sulle loro teste, < e non vi spaventate, piccoli: io vi voglio bene >.
< Cosa ne è stato di tutti gli altri, maestà ? > osò chiedere Eva.
< Li ho trasferiti su un pianeta meno bizzoso dove potranno ricominciare in pace >.
< E noi come finiremo ? > balbettò Adamo.
< Felici, contenti e poeti > rispose la voce.
 
Domenica Luise
 
  Fine 

   

 

 

50 pensieri su “Il bello addormentato

  1. Senza gli uomini il mondo scorre meglio, solo pace e progresso, ma il mondo finirebbe, niente nascituri: per far continuare la vita occorrono entrambi i sessi.
    Che fantasia Mimma, le tue favole hanno sempre una morale intrisa di verità.
    Ti saluto caramente.

    annamaria

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  2. gli uomini! brutta razza! ci son gg in cui penso sarebbe meglio un modno senza e gg in cui tutto sommato sanno essere anche simpatici! rimangono sempre un po’ un enigma però, un po’ come noi per loro eheheheh! un bacione!

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  3. hahahahahahahahahahahahah……
    io li avrei lasciati dormire ancora, piuttosto avrei dato il via a ricerche sulla clonazione, sulla partenogenesi, sulla qualsiasi autogenesi…. meno che svegliare quelli assatanati di guerra e di potere!
    Il tuo racconto è talmente uno spasso, però!..

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  4. D’accordo con Cristina, purtroppo, peccato  per i pochi che si salvano.
    Ce l’a’vremmo fatta da sole, avremmo fatto di meglio. Non il solito discorso da femminista incallita, solo una constatazione, una convinzione che mi porterò dentro finché vivrò, dovessi vedere in questo momento un principe azzurro su un cavallo che entra nella mi camera e mi promette amore eterno.

    Ciao Mimma, grazie, un abbraccio

    rossella

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  5. sei ECCEZIONALE Mimma
    le donne hanno cuore intuito ed intelligenza e capiscono che perchè ci sia armonia c’è bisogno anche di loro.
    un abbraccio sorridendo ancora :****

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  6. Grazie a tutti, mi sono divertita moltissimo a scriverla e me la sto spassando anche di più ascoltando le vostre reazioni. Per l’occasione abbiamo fra noi un uomo non addormentato: Renzo Montagnoli.

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  7. Cara Mimma, ti prego scrivi un’altra "puntata" e falli tornare a dormire. Tu puoi, anche perchè una recente scoperta permetterebbe alle donne di riprodursi senza bisogno del maschio, poichè nelle cellule femminili sono presenti tutti gli ingredienti eheheheh…oppure falli svegliare solo per il breve periodo che serve alla riproduzione…magari un mese l’anno, così saranno in altre faccende affaccendati per poter pensare alle guerre, oppure… ma a te non manca la fantasia per scrivere il seguito a questo delizioso racconto.
    Ciao Mimma e grazie per la ventata di allegria.
    Un abbraccio

    frantzisca

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  8. Un mese l’anno tutto di seguito sarebbe troppo, cara Frantzisca, potrebbero organizzarsi. Che ne dici di tre giorni al mese? Il tempo di fare il bagno, profumarsi, andare a cena con la moglie e il resto. Ma dei neonati maschi cosa ne facciamo, li addormentiamo pure? Magari li possiamo vaccinare contro la stupidità aggressiva.
    Sono contenta che vi siate divertiti.

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  9. Ehm…posso? La prima volta che entro qui e dopo aver letto mi vergogno un pochino a lasciare una traccia.
    Racconto davvero bellino, Mimma, una stangata data con apparente leggerezza – un gesto sfiorato, appena percettibile, eppure fa il suo bell’effetto, oh se lo fa!
    Io, quale esponente del genere maschile, che vuoi che dica? Non provo neanche a difendermi, ci mancherebbe, sono in minoranza…
    Però ogni tanto lascio la roba in giro anch’io in casa e a volte mi dicono che dormo, che sono assente (l’alito no, credo vada bene :-).
    Vabbè, se arriveranno alla partenogenesi sistematica vuol dire che non ci si stancherà nemmeno più…per quello :-).
    Ciao Mimma, complimenti per il blog e per i tuoi dipinti, non sapevo…

    Franco (Pale shelter)

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  10. Ah, ah, ah, benvenuto, caro Franco-Pale shelter-Uomo pallido. Sono contenta che ti sia divertito ed anche  che il tuo alito vada bene. Qui mi chiedono a gran voce il seguito della favola, vedremo, magari fra un paio di giorni, a meno che non mi arrivi un’ispirazione irruente e stuzzicarella.

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  11. "Fu giocoforza affidare alle donne la conduzione del mondo. Le guerre finirono dovunque, la crisi economica rientrava a vista d’occhio, le tasse dapprima dimezzarono, poi divennero un terzo ed infine l’offerta simbolica di un euro annuale. Nei telegiornali trasmettevano inaugurazioni di ospedali, palazzi, giardini e, grandissima novità, interi paesi per poeti ed artisti. La vita e la giovinezza si allungarono notevolmente …" miracoli femminili?
    Quante piccole verità in questa tua favola tanto divertente e formalmente perfetta. Con quanta sapiente leggerezza guardi alle cose del mondo: complimenti, buon pranzo e buona domenica.

    franca

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  12. Mimma questo regno di amazzoni mi trova totalmente in accordo almeno sul piano speculativo. All’atto pratico, mannaggia, non si può fare, non ci sarebbe nemmeno un seguito, altre storie.
    Un ribaltamento biblico sarebbe salutare penso, per i signori uomini, alla stregua di "chi la fa l’aspetti", però resta un sogno, la realtà è che come ho scritto in un commento altrove "siamo noi (in questo caso le donne) i primi arbitri di noi stesse, le prime artefici del nostro destino a costo di usare la clava.
    Chissà quali sono le cose che non vanno bene a cui ti riferivi, forse anche queste? Un abbraccio
    Angela

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  13. Uhhhhhh, Mimma, ci sei andata pesante, eh eh , ben fatto, considerando che fin’ora il potere è stato quasi esclusivamente maschile è a loro che dobbiamo il merito di tanto caos :))) mi sembra giusto…
    bacissimiiii !!!

    Molto bello !

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  14. Ah, ah, ah. Siete una goduria. Buonanotte, magari fateci su un bel sogno buffo. Vivete felici e divertitevi appena possibile con un po’ di fantasia innocua, ridere fa bene.
    Serve anche a darci coraggio per quel bel po’ che resta da affrontare.

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  15. hahahahahahahahahahahahahahahahahahah……….
    Metto ai voti:
    inventiamo una pillola che li faccia diventare sensibili e romantici come le donne, conservando loro intatta la funzione, ehm, rappresentativa e necessaria a…
    Un farmaco che li faccia diventare pacifici e ammiratori nonché creatori di ogni forma d’arte, Poesia in primis.
    Se come effetti collaterali avranno qualche improvviso alzamento di desiderio, lo terremo da conto, come pure altri effetti che, secondo loro, potrebbero appannare la loro virilità. Tanto i bugiardini nemmeno li stampiamo e le pillole le sostituiamo con le gocce, incolori e insapori, compatibili con qualsiasi liquido, perfino con l’acqua.
    Ecco, al tuo racconto, poi, che leggeranno come se fosse una favola, daranno anche il giusto riconoscimento artistico e ne parleranno tra loro come di una dismostrazione di grande segacia e intelligenza di una certa prof diventata ormai famosa anche tra loro.
    Sei speciale, Mimma, i tuoi racconti anche.

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  16. Buongiorno, ah, ah, ah. Come li vorremmo noi, non è così? Soprattutto romantici, poiché avevamo preso sul serio la fase del corteggiamento.
    Vivete al vostro meglio ogni giorno di più.

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  17. Che dire? oggi il mio pepè, pardon mio marito ha cucinato per me, per farmi riposare, parole sue, in effetti è un cuoco affidabile, poi i piatti sono toccati a me, ma si sa, un po’ per uno. Sarebbe bello un mondo dove i beni fossero equamente rpartiti, senza guerre o commandi…ma non temete che qualche donna potrebbe farsi prendere dal complesso di Hitler? Dovremmo addormentare pure lei! Ciao sorellina, hai una fantasia inesauribile! Ieri in tv hanno mostrato dei filmati di vari animali albini, quello che mi ha fatto più tenerezza è stato uno scoiattolino che si confondeva nella neve, spero lo abbia visto anche tu! A dopo Iole.

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  18. Sei fantastica, quanto ho riso: tutta la favola è una goduria, per non parlare poi della poetessa nota su internet, dai capelli bianchi fluenti e neanche una ruga, la poetessa che chiede." Tu sei cattolica?"
    Sai un mondo senza tasse, niente pensioni, perchè tanto non servono soldi, dove si vive beati e felici, è il mondo che io immagino nell’aldilà, solo tripudio e benessere.

    Unica Mimma, una scrittrice molto fantasiosa e bravissima.
    Un affettuoso abbraccio
    annamaria

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  19. Effettivamente qualche donna Hitler verrebbe fuori senz’altro, cara Iole. Sono contenta che il tuo Pepè oggi abbia cucinato per farti riposare, un po’ per uno, è giusto.
    Ciao, Rossella, già, ci sono e mi rallegro molto quando vi divertite per causa mia.

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  20. Grazie, Annamaria: dall’altra vita, per essere onesta, mi aspetto qualcosina in più, non soltanto di vivere in pace e senza problemi, ma anche con la visione beatifica di tutto l’amore del presente, del passato e del futuro.

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  21. Poveri uomini, certo,  non sono tutti così con le mani violente, per fortuna. Comunque qua la situazione va risolta, cosa  s’inventeranno le nostre eroine  ??? Sono curiosa :))

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  22. E va bene, ho capito: ci vuole la terza puntata. Ho già un’altra ideuzza ancora in bozzolo. Buongiorno, signore e signori, spero abbiate dormito bene e che tutto proceda senza intoppi, almeno non troppi e tutti insieme.

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  23. Ti lascio traccia del mio passaggio, tornerò a leggere con la calma dovuta. lo sai,Mimmina, non riesco a trovare tempo a sufficienza per venire a trovare con più frequenza gli amici cari come te. Ma prometto che tornerò. Perché sei carezza per il mio cuore, dolcissima amica mia!
    Ti stringo forte forte. Rita.

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  24. Ciao Mimma,
    quante risate!!!!!
    Certo che ogni tanto un po’ di sonno, per loro ci vorrebbe, solo che c’è un guaio, almeno per me, mio marito russa….cavolo fritto! Come faccio?
    A parte gli scherzi, una bella favola, e vai con il seguito…ti aspetto!
    Se ci penso ancora rido ah..ah..ah..ah!!!
    Un abbraccio,
    formidabile Mimma
    un sorriso
    Chiara

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  25. Buongiorno a tutti, sono appena tornata dalla spesa e mi appresto a pubblicare il resto della storia, così chi vuole potrà divagarsi un po’.
    Effettivamente nemmeno io so da dove mi escano fuori queste storie, mi guardo intorno e trasformo la realtà mettendola a mollo nella fantasia. Mah. Mia sorella Iole le ha definite " Favole per adulti con cuore di bambini ".

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  26. Effettivamente noi donne restiamo delle romanticone anche a sessantanni e più, ma come si vede dallo scorrere del racconto, neppure un governo di sole donne andrebbe bene, la cosa migliore sarebbe un giusto equilibrio tra i due sessi… Inoltre i candidati,una volta eletti, dovrebbero pensare al bene del popolo, non a quello delle proprie tasche| Buongiorno sorellina, con la tua fantasia riesci a fare splendere un raggio di sole anche in una giornata triste e buia.Iole.

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  27. Buonasera a voi, benvenute e sempre bentornate, avete visto cosa mi frulla? Prendo qualche vendetta sulla stupidità umana. Se ci volessimo bene a vicenda saremmo tutti felici invece di combattere gli uni contro gli altri con tanto accanimento mettendo in minoranza quelle poche persone che sorridono e portano pace.  Domani vi concludo il serial.

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  28. Che bel finale, tutto ricomincia e questa volta per bene…Alla fine vince l’amore, quello umano e quello soprannaturale, in piena armonia con la natura e con gli animali…Il nuovo paradiso terrestre.  Molti leggendo dovrebbero meditare sull’egoismo, la sete di denaro e la voglia di prevaricare sugli altri. Bella morale, sorellina, sei grande!

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  29. Grazie, care, sono contenta che la storia vi sia piaciuta, come vedete l’uomo e la donna ricominciano partendo dall’amore innocente, con una seconda possibilità. Vorrei tanto vivere in un mondo pulito a tutti i livelli, esteriormente, ma soprattutto " dentro ".
    Anche dentro di me.

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  30. Mimma cara, di sorpresa in sorpresa sono arrivata all’epilogo, ma che bello, che bello, che bello. Hai superato te stessa… che fantasia!
    Ciao, un abbraccio

    frantzisca

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  31. Buongiorno, signore e signori, mi sono svegliata e rimessa in moto, grazie dei vostri commenti e delle numerose visite al mio blogghino.  Ciao, sto facendo un’altra cosa bella, anzi bellissima, anzi molto più bellissima assai. Ecco.

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  32. Ciao Mimmuccia, adesso mi stampo tutto e vado a nanna a leggere.
    Domani ti lascio un commento.
    Ho letto tutti quelli che mi hanno preceduta e mi sono divertita. Franco è una delle penne che amo di più e credo che si sia sentito come un pesce fuori dall’acqua 🙂
    Per intanto il mio abbraccio stretto.
    tvb Mimma

    o.

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  33. Eccomiiiii

    Ho stampato e letto tutto senza pause.
    Un piacere e splendido finale.
    Certo che abbiamo rischiato grosso senza uomini e per di più con i problemi amplificati.
    Ma per fortuna hai ristabilizzato tutto e magari chissà che prima o poi l’armonia non sia possibile?

    Un abbraccio grande Mimmuccia
    a presto

    o.

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  34. Eccomi di nuovo qui a ringraziarvi per i passaggi e i ri-passaggi e l’incoraggiamento, attenzione,  ci potrei credere: che sono scrittrice, poetessa e pittrice, dov’è la commissione di laurea ad honorem o ad disonorem che sia?
    Buonissima serata e vivete felici.

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  35. Che forte Mimma ! Non me l’aspettavo un finale così, bellissimo. Un viaggio a ritroso per  ritrovare un’armonia persa, e  alla fine la morale è che donne e uomini sono fatti della stessa pasta, nel bene e nel male e possono incappare negli stessi errori. Grande Mimma, sei spassosissima,  tanti bacini …

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  36. Ciao sorellina, qui parla Iole, complimenti per la pubblicazione del premio Giobba, la correzione della foto al computer ed il ripristino di uno sfondo moderno sono proprio ben realizzati. Ti avevo mai detto quanto ti voglio bene e ti ammiro come artista e come poetessascrittrice? Ciao ci sentiremo più tardi via telefono, a presto, Iole.

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