Pensieri d’agosto

Si sa, in democrazia lo stato siamo noi. Rabbrividente. Significa che la crisi economica mondiale è in atto per causa mia, nostra, comunque mia, io ho rubato il denaro comune, venduto armi, droga e incitato alla prostituzione. Io ho ridotto la scuola quasi all’analfabetismo. Già.
E ho raccontato favolette per distrarre l’attenzione dai problemi veri senza curarmi che le mentalità deboli  e credulone potessero restarne sconvolte.
Così è arrivato agosto, quando i cretini che hanno lavorato e risparmiato per un anno fanno le loro vacanze mordi e fuggi: di più stavolta non possiamo.
Quale momento migliore, insieme al Natale, per tirare fuori nuove leggi quasi in sordina? Questi si rintronano e nemmeno se ne accorgono, il primo di settembre e il sette gennaio è tutto pronto e scodellato.
Ogni tanto annunciano la fine del mondo, stavolta ci sono perfino autorevoli personaggi antichi che l’hanno prevista con secoli e secoli di anticipo: i maya.
Casualmente, parecchi mesi fa, ho visto in televisione una trasmissione pseudo scientifica sull’argomento che avrebbe fatto ridere i polli. Cosa non si escogita per l’audience e trattenere il popolo davanti agli spot commerciali.
Così l’indomani ho scritto la favola giocosa che vi pubblico immaginando la mia famiglia nel fatidico giorno, buon divertimento e restate tranquilli: questa pallina sulla quale ci accapigliamo continuerà a lungo a girare sospesa malgrado la stupidità della gran parte dei vermicelli umani. Profezia di Mimma.

Una strana apocalisse

<Le signorine che ancora frequentano le scuole elementari entrino nel manipolo alla mia destra per l’indulto generale, i giovanottelli a sinistra. Siete pregati di indossare abiti decenti, sono proibite le minigonne e i top scollati, in quanto ai maschi pantaloni lunghi, canottiera composta e niente zoccoli di legno da sbattere sulle nuvole. Non serve bagaglio>.
La voce dell’angiolessa Mimisia, giunta da poco nel medio coro per raggiunti limiti d’età, divenne rauca e quasi sexy perché non aveva ancora superato la broncopolmonite, complicanza dell’influenza, complicanza dell’embolia polmonare massiva bilaterale che, tutte insieme concordi, l’avevano portata via lasciando due nipoti, una sorella e tre gatti straziati.
Le scapparono ancora alcuni colpetti di tosse. Invece gli angeli navigati, passati a miglior vita da almeno un migliaio di anni, si occupavano dei grandi peccatori e avevano un gran da fare a radunare politici e industriali corrotti, raccomandati imbroglioni, mafiosi e assassini, che si nascondevano qua e là, preferibilmente nei dintorni delle banche estere dove avevano nascosto somme ingenti.
Si sentì una serie di squilli di trombe: <Il valore del denaro è definitivamente annullato> fece un vocione virile, era San Pietro in persona, con una gran barba bianca e le orecchie a sventola rosse dalla rabbia nel vedere quelle scene indegne di avidità, ma più di tutto gli bruciava che in tutta quella folla fossero mischiate anche alcune eminenze ecclesiastiche, che si mimetizzavano dietro gli altri.
<Tanto prima o poi bisognava pur morire> affermò mia sorella Iole.
<Meglio poi, mamma> rispose Mariachiara.
<Io volevo andare in campagna, le galline sono digiune, povere bestie, e pensavo di raccogliere i primi fichi> disse mio cognato Giuseppe masticando uno stuzzicadenti all’angolo delle labbra, cosa che gli dava l’illusione di fumare meno.
<Ed era venuto Cosimo per la partita, che faccio, lo rimando da sua moglie?>.
<E che vuoi fare, papà?>.
<Preparati, amore, mettiti la maglietta celeste pulita a mezza manica e i jeans che ti ho appoggiato sul letto>.
<Morire insieme, che bello> ironizzò Mariachiara.
<Ha telefonato tuo fratello?>.
<Giovanni ha detto che ci aspetta davanti all’università, partiremo da lì>.
Difatti, in fretta e furia, era stato organizzato un corteo di dissidenti, che intendevano iniziare lo sciopero della fame affinché ci fosse una proroga bella lunga, di almeno uno o duemila anni. Così i tre fecero merenda con quel poco che avevano in casa: una pizza da un chilo con funghetti champignon, prosciutto e formaggio; un bicchiere di lambrusco per uno, un poco di salsiccia e braciolette arrostite frettolosamente con pane del giorno prima cotto nel forno a legna, insalata, frutta e caffè. All’ultimo minuto Mariachiara afferrò due o tre biscotti al cacao e tutti si divisero con aria rassegnata il contenuto del sacchetto, tanto adesso iniziavano il digiuno.
Nel frattempo squillò un telefonino, <È il mio> fece la ragazza, <Ciao, amore, stai ancora bene?>.
Il giovanotto, dall’altra parte, si lamentò che non aveva nemmeno avuto il tempo di fare colazione e si sentiva il buco nello stomaco: <Non voglio andare digiuno al corteo> concluse, <non mi puoi portare un panino?>
<Proprio ora, che avevo trovato un lavoro sicuro per quindici giorni> piagnucolò.
<Coraggio, tesoro> lo confortava Mariachiara affettando salame e tagliandoci dentro pomodori a ciliegina.
Ci versò sopra  un’abbondante calata di olio extravergine e pressò il tutto. Era una gran cuoca. <Portami anche una bottiglina di lambrusco> fece il giovanotto. Qui Mariachiara sbuffò girando la faccia dall’altro lato perché lui non la sentisse.
<Siete pregati di abbandonare i telefonini> fece una voce rabbiosa, era Satana, che esultava:
<La fine del mondo è iniziata> annunciò felicissimo dell’urlo di terrore che riuscì a provocare.
<Ma non era per dicembre prossimo? Siamo ad agosto, perché questo anticipo?>
<La misura era colma e traboccante> rispose Satana affilando il tridente con l’unghia oversize che portava al pollice della mano destra.

Domenica Luise

E dopo di tutto questo, se avete ancora voglia di sentirmi cantare i gorgheggi che ho inventato, fate pure clic su questo link: http://beatiipoeti.blogspot.it/

 

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Poesiola a Gesù

Poesiola a Gesù

        

In un vecchio quaderno d'altri tempi, foderina nera, orli delle pagine rossi…
allora erano tutti così, ho trovato le mie prime poesie di quand'ero bambina,
ne scelgo una che mi intenerisce: da adulta l'ho intitolata "Poesiola a Gesù",
ma allora, per me, era grande poesia. Ho iniziato a cinque anni, più o meno,
forse meno. In basso ci sono degli scarabocchi: Gesù coi riccioli mossi, che mi piacevano tanto, e due baffi tipo moschettiere del re, la ragazza accanto
forse ero io, in quell'epoca mi esercitavo a disegnare i capelli con le onde,
gli altri segni sono tentativi non riusciti, i disegni non mi sembrarono adeguati
e non li considerai più di tanto, ma mi piaceva tanto la "poesia".
Così ho pensato di scannerizzare la pagina e farvela vedere con
spiegazzature e tutto, sono sempre stata pasticciona.
Come vedete era l'ottava opera d'arte.

                                                   Domenica Luise

PS: Erano appena uscite le penne a sfera, io ne possedevo una e ne ero orgogliosissima.

Avviso urgente: Sul Giardino dei poeti Domenica Luise (detta Mimma) ha
osato presentare stupende poesie di
Nunzia Binetti, fate clic su questo link:
http://giardinodeipoeti.splinder.com/

 

Mamma Giuseppina e papà Espedito alla vendemmia

Mamma Giuseppina e papà Espedito alla vendemmia
Mamma Giuseppina e papà Espedito sono qui fotografati da un amico durante la vendemmia. Non so se fossero ancora fidanzati o freschi sposi, poteva essere
il 1938 o 39. Lui era un attore nato, genere burlesco con fondo malinconico, lei l'assecondava per amore. Possiedo ancora la vecchia macchina fotografica
a soffietto di papà insieme al suo violino, fa parte delle care, vecchie cose irrenunciabili. Peccato che i ladri ci abbiano rubato la singer a pedale
della mamma: ne era orgogliosissima e faceva a noi bambine i vestitini belli
con piccoli resti di stoffa. Spesso mi illudo di ritrovarla celata da
vecchi scatoloni, ma le speranze ormai sono ben poche avendo
esplorato dapertutto. 

Domenica Luise

(Fotografo sconosciuto)
 

Vi faccio il link alle altre foto di mamma e papà in abito di sposi e in viaggio di nozze, che ho pubblicato su questo blog, le loro espressioni riscaldano il cuore.

http://domenicaluise.splinder.com/post/20141008#comment

 

Che caldo, ragazzi!

Che caldo che fa 1

La gatta Cristina sta inaugurando il nuovo lavandino del mio bagno
di servizio, che ai tempi ho ricavato chiudendo un pezzo di corridoio
sotto la scala che porta al piano superiore. Allora era vivo papà e così,
qui sotto, avevamo disponibili due stanze ed un bagno per uno, piccoli,
ma perfetti alle nostre necessità.
Notate le mattonelle tipo mosaico? Se dovete arredare
un ambiente piccolo, sceglietele tranquillamente, ingrandiscono.
Ed usate le pareti bianche, allargano. Ma torniamo alla gatta Cristina,
che vi presento in una posa vamp, le piacerebbe tanto bere al rubinetto,
ma non è capace, tuttavia si concentra in attesa della goccia.

Che caldo che fa 2

Socchiude gli occhi verdi deliziata e le cala il sonno al fresco.

   Domenica Luise o Mimma o usignola stonata,
anche gatta arrabbiata.
Chiamatemi come volete, vi rispondo sempre.

Vivete felici, ridete, siate gioiosi e sarete vincenti.

                                                            (Fotografie di Domenica Luise)

Vi invito tutti a leggere la bellissima intervista a Cristina Bove, fate clic su questo link e seguite le istruzioni:
http://cristinabove.splinder.com/

Sì, ci credo

 
"È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono.
 È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga
 gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli.
 State attenti a voi stessi!"
Parole di Gesù, Luca, 17,1.
Riportate anche in Matteo, 18,6.
 

Credo nella chiesa una, santa, cattolica e apostolica.
Credo nella chiesa una, NON credo nella chiesa divisa, che litiga, briga, cerca alleanze con mammona e adora, a propria volta, il dio denaro al posto di Dio.
Credo nella chiesa santa, ma NON credo nella chiesa peccatrice, nei preti pedofili, nelle suore crudeli, in tutta la gente di chiesa superba e prevaricatrice, che minaccia l'inferno ai lavoratori e intanto impigrisce lasciandosi lautamente mantenere e servire gratis in nome di Dio.
Credo nella chiesa cattolica, cioè universalmente amante dell'altro, senza distinzioni di ceto, di idee politiche e di scelte umane o tanto meno religiose. NON credo nella chiesa che ama il suo gregge come una setta favorendo le proprie creature anche se non valgono niente.
E credo in una chiesa apostolica, che testimonia Cristo con l'amore universale (universale = cattolico) , ma NON credo né crederò mai in una chiesa che difenda la propria teologia con la prepotenza e il trionfalismo perché in nome di un Dio vero si può parlare e si è ascoltati soltanto quando ci si accosta al prossimo con la più profonda umiltà.

 

                                               Domenica Luise

La cucina

È il luogo dove la famiglia si riunisce a mangiare e chiacchierare, facciamo in modo che ciò sia piacevole. Oggi è invalsa la consuetudine che ognuno fa quello che al momento gli pare: si alza alle due del pomeriggio poiché si è ritirato alle sei dopo la notte a bighellonare, non ha fame, mangia alle tre da solo col telefonino che squilla per organizzare i sollazzi della notte seguente, la festa di compleanno, laurea, diploma, la discoteca, le ragazze, i ragazzi, lo studio mai.
Oppure il pranzo avviene litigando o coi telegiornali sulle varie disgrazie italiane e mondiali. E basta.
Fin da piccoli occorre abituare i figli che si mangia insieme, salvo rare eccezioni: la gita scolastica della figlia più piccola, il consiglio del primo pomeriggio per il papà, la zia che è caduta, si è ammaccata e la mamma è corsa in aiuto. Fondamentalmente, la famiglia mangia riunita e durante il pranzo o la cena o quello che è si parla di noi, si fanno progetti e si cerca di stare sereni: non sono questi i momenti delle meditazioni sulla morte, i lamenti e le arrabbiature.

Fisicamente la cucina deve essere accogliente, con tutto a portata di mano.

 

cucina 2

Non importa un ordine asettico, basta un ordine disordinato come questo mio, che mette allegria.
Intorno ai pensili ho fatto fare dei cassetti a vista dove tengo gli oggetti di uso più immediato, in alto ho sistemato quello che mi rallegra e mi piace guardare sempre.

 

cucina 3

Questo è il piano dove lavoro,  gli oggetti più piccoli, che non si trovano mai, sono appesi ad angolo sul lavello, così non debbo rovistare ogni volta tra le posate e pensili vari. Nella teglia che vedete in primo piano, davanti al frullatore,  ho messo la bottiglia dell'olio extravergine di oliva, la bottiglia dell'olio di semi, sale, pepe, l'attrezzo per aprire le bottiglie di plastica dell'acqua (uno schiaccianoci) , zucchero, miele, aceto, le pentole sono sempre pronte, pulite e già sistemate sul gas, nella piccola teglia rotonda accanto al contenitore giallo e celeste dello zucchero, tengo due macchinette per il caffè, una piccola e l'altra da sei tazze.
 

cucina 1


Questo è il tavolo dove mangio ogni giorno, in fondo potete vedere
appese le presine di zia Mimma, da me ricoperte a colori.

È una cucina che mi somiglia?
E adesso vado a dormire: incomincio a sbadigliare.

                                                               
                                                       Domenica Luise

                                                  (Fotografie di Domenica Luise)

PS: una volta le sedie erano impagliate ma, dopo l'intervento distruttivo delle gattine Coccola e Cristina, le ho fatte ricoprire al tappezziere con la stessa pelle del divano e della poltrona, che stanno nell'altra stanza comunicante con un archetto. Attualmente tutta la zona è invasa dalle cose tolte nella seconda parte di casa in  ristrutturazione (studio, camera da letto e un altro bagno), sul tavolo della cucina c'è un computer che mi occupa i tre quarti dello spazio ed ogni angolo libero è intasato anche in bagno. Mi aggiro tentando di mantenere libero il passaggio ai movimenti indispensabili e sogno che questi due mesi necessari ai lavori passino presto.

 

Gatta natale

Dolù natale 3

Non solo prima si sono bevuti lo spumante schiamazzando,
dopo hanno tolto alla bottiglia l’abito di babbo natale e
hanno vestito me, che non c’entravo niente,
sono arrabbiata, arrabbiatissima,
molto più arrabbiatissima assai. Ecco.

                  (Fotografia di Domenica Luise,
modella furente la gatta Dolù)

La figlia adottiva

La figlia adottiva

In questa foto si ammirano la gatta Cristina con Dolù, che è penetrata
da sola nel mio giardino attraversando agevolmente, date le piccole
dimensioni, la rete che ho fatto mettere intorno ai cancelli.
Miagolava disperatamente con vocina rauca, tutta sporca e affamata.
Sembrava la figlia della mia, bianca e nera pezzata anch'essa.
Cristina ha respinto per due giorni i tentativi di amicizia
della nuova arrivata, dopo ha ceduto.
Adesso dormono insieme e condividono cibo, acqua e sabbiolina
oltre che la loro comoda cassetta da frutta imbottita con due
miei vecchi pullover.
Poco fa Cristina ronfava e Dolù, sveglissima, l'assisteva.
Io dico che una figlia adottiva è amata come una figlia vera.

                                                                    Domenica Luise
                                                                    (Fotografia di Domenica Luise)

La solitudine umana

Ci sentiamo soli e lo siamo davvero.  
È notte, dalle persiane socchiuse entra la luce gialla del lampione.
Non è colpa nostra se non riusciamo a capire nemmeno noi stessi, figuriamoci gli altri. Eppure siamo sempre sotto tensione nella sete d'amore e di condivisione.
Abbiamo bisogno d'affetto e lo chiediamo con tutti noi stessi.  
Siamo un accumulo di contraddizioni vicendevoli che stridono per la diversità delle idee, del sentire, del desiderare. Non è soltanto il colore della pelle, la religione, gli usi e i costumi. In realtà siamo poco adattabili gli uni agli altri, tanto che quando ci si innamora sembra di vivere un miracolo: noi sì, il resto del mondo, invece…poverini! Non sanno questa meraviglia.  
Poi l'amore cambia, da passione e aquilone volante diventa nido di sacrificio materno e paterno, bisogno di sopravvivenza e anche lotta. Il quotidiano subentra al viaggio di nozze come il grigiore all'arcobaleno.
Coloro che più amavamo si allontanano, noi pure. Ciò che sembrava eterno si spegne.
Talora tradiamo e siamo traditi. Ed è duro.
I poeti parlano di Ermetismo, in realtà scrivono per trovare un'altra solitudine da stringere per mano. O altrimenti perché desidereremmo tanto non essere ignorati?
E come possiamo fare per incontrarci realmente? Ditemelo voi.
Anzi, diciamolo gli uni all'orecchio degli altri.

Domenica Luise

Incontro tra Mimma e Cristina

Ordunque: il cognato e la sorella prenotano il vagone letto per tempo, i biglietti sono in borsa al sicuro. Io e Iole, nel tratto Messina Roma Termini, viaggeremo di notte e sdraiate, per non avere problemi di circolazione alle gambe.
E viene il giorno della partenza. Dimentico le lenzuola pulite in lavatrice e le stoviglie sporche nel lavello, eppure sono un tipo accurato, quando voglio.
La sorella e Mariachiara mi prendono a casa con la macchina, Iole si assicura che tutto sia a posto, dico di stare tranquilla,  che non ho dimenticato niente. Mah.
Iole mi passa lo smalto sulle unghie dei piedi e mi abbottona i sandali alla schiava nuovi, raso terra, che non mi fanno male.
Indosso un paio di pantaloni blu di quindici chili fa, che ogni tanto debbo tirare sulla vita perché non cadano: voglio viaggiare comoda. Una maglietta rossa, con collana di plastica assortita, è il mio segnale di riconoscimento per Gloria, che verrà a prenderci a stazione Termini.
Conoscerò pure Frantzisca il giorno successivo.
Mio cognato porta dalla campagna anche i fiori di zucca, che Iole  frigge in pastella, ne sono golosissima e calano che è un piacere insieme al resto.
La sera più si avvicina il momento di partire e più sento un dolore in quello che qui chiamiamo "la bocca dell'anima", alla fine penso che tanto la valigia l'ho fatta e invece di andare a
Roma mi porteranno all'ospedale. Lo penso, ma non lo dico.
Anche Iole e Giuseppe lo pensano e non lo dicono.
Partiamo, col cognato alla guida, verso la stazione di Messina, io trattengo i gemiti, il dolore sembra diminuire, lo sapevo che i fiori di zucca erano troppi.
Intanto senza cena, per carità.
Il cognato ci sistema sul treno che si mette in moto, il dolore diminuisce e scompare, non torna più, ma non c'è mai nemmeno stato: un'esperienza nuova in occasione di tanto viaggio?
Poco dopo arriva una telefonata da Giuseppe: Come sta Mimma? Bene.
Mah.
Ci accomodiamo, sarebbe a dire che diamo zuccate qua e là, Iole si inerpica sulla scaletta, buonanotte.
Gloria è una creatura deliziosa, sembra una ragazza. Dopo la ronfata fatta sul treno mi sento pimpante e piuttosto emozionata. Il viaggio fino a Lariano è lungo, passiamo accanto al Colosseo, io scherzo: <Per fortuna, Gloria, ci sei tu a farmi vedere queste cose tanto belle>, in genere è una battuta che riservo ai funerali, in quei casi Giuseppe guida ed io la dico, come da copione sorridiamo tutti insieme.
Cristina ci fa l'incontro in giardino e resto a bocca aperta, giuro, nessuna foto le rende giustizia: ha la mia stessa età ed un viso senza una ruga, la pelle trasparente e chiara che hanno le rosse naturali a trent'anni. Incominciamo a ridere e chiacchierare.
Ha preparato il pranzo, che facciamo fuori energicamente tutte e quattro. Intanto arriva la telefonata da Mariachiara: < Le gattine stanno bene, ma che ha fatto la zia? Le ho steso i panni e pulito i piatti>.
Abbiamo una sensazione in comune, io, Cristina, Iole e Gloria: quella di conoscerci da sempre, che è il primo sintomo quando scocca il feeling. Lo stesso avviene l'indomani con Frantzisca.
Così ho lasciato loro il mio abbraccio ormai non solo virtuale.
Vi faccio vedere qualche foto: nella prima Cristina, io in mezzo e Iole alla vostra destra. 
Cristina  Mimma e Iole
Questa è stata scattata dal gestore del ristorante dove abbiamo pranzato l'indomani con Frantzisca.
Nella seconda la mia faccia buffa, commossa e contenta

Mimma

nella cucina di Cristina, che ha scattato la foto.     
Nella terza si vede Gloria mentre
si riposa sul letto di Cristina
perché, proprio quel  
Gloriagiorno,
aveva l'influenza, qui l'autrice
della foto sono io.  

Dice che spesso la conoscenza di presenza, in queste amicizie virtuali, è deludente: non per noi.
Ci siamo sentite felici e siamo state benissimo insieme.
Grazie Iole, per avermi accompagnata, grazie Cristina, grazie Gloria, grazie Frantzisca, mi dispiace soltanto che preferisci non comparire sul blog in fotografia, c'era quella dove ridiamo tutte e due che è uno spasso.
Vi voglio un gran bene. Vivete felici.

                                                               Domenica Luise