“Ma io non mi addormenterò” pensava il soldato messo a guardia del sepolcro, e ricordava le parole che il suo capo gli aveva sibilato all’orecchio dopo avergli affidato il comando del drappello: <Bada che i suoi devoti non vengano a trafugare il corpo per poi dire che è risorto oppure sarai tu a finire crocifisso>. Il soldato, che finalmente otteneva il comando di qualcosa (perfino in casa sua per prima comandava la suocera, dopo sua moglie alla pari coi due figli adolescenti) ridacchiò soddisfattissimo:
<Sa bene che io soffro di insonnia>.
<Per questo ti ho scelto>.
“Non ho mai avuto tanto sonno” pensava osservando tutti i suoi compagni che ronfavano in due piccoli mucchi a dritta e a manca della pietra che chiudeva il sepolcro. Gli aveva fatto pena la madre del morto, così bianca, sostenuta di peso dalle amiche, erano state le ultime ad uscire, pressate dai soldati. Che coraggio. E si erano pure fermate a lungo nei pressi finché quelli, scocciati, non le avevano scacciate ancora urlando. Egli pure voleva mandarle via, ma non con tanto sgarbo. Tutti sapevano che quel profeta non aveva fatto male a nessuno, una volta anche lui l’aveva ascoltato parlare e, per un po’, si era sentito lenire l’anima tanto da non accorgersi nemmeno di essere digiuno, ma gli apostoli gli avevano dato pane e pesci a volontà, non aveva mai mangiato così bene in vita sua, seduto e non in piedi, come al solito. Ottima propaganda politica, e bisognava vedere come perfino sua suocera si fosse addolcita, i figli quieti e la moglie muta. Le cose che quell’uomo diceva erano campate in aria, ma sarebbe stato bello se anche i suoi l’avessero amato senza lotte, sotterfugi e bugie ed egli, a sua volta, potesse amarli in pace. E perdonare. Riposante, ma duro, come si fa a perdonare il male ricevuto, tutte le rispostacce dei figli, le intromissioni della suocera, i dolori di testa della moglie.
La corona di spine sì, altro che dolori di testa. L’aveva composta uno del suo drappello e adesso dormiva a pancia all’aria bello tranquillo. Poveraccio quel morto, aveva fatto solo del bene a tutti. In coscienza egli non avrebbe mai avuto il coraggio di una falsa testimonianza contro Gesù come aveva fatto quell’altro del drappello perché i figli si lamentavano sempre di avere fame e l’avevano pagato bene. Anche a lui avrebbero fatto comodo quel bel po’ di soldini in più, per qualche ora, almeno, suocera, moglie e prole l’avrebbero rispettato. Il soldato cercò di raddrizzare la testa e aprire gli occhi, “Adesso vado a svegliarli”, pensò, ma non poté muovere un passo, la lancia sulla quale si appoggiava cadde a terra, sentì chiaramente un respiro forte e soave, guardò la pietra che quattro uomini robusti manovravano a stento e adesso, docilmente, ruotava da sola, Gesù uscì dal sepolcro e gli si avvicinò, gli mise una mano sulla spalla e lo guardò. Sorrideva. <Signore> sussurrò il soldato. E svenne, così sembrò anch’egli addormentato mentre, invece, intuiva l’amore.
Vide che Gesù si avvicinava agli altri soldati e li accarezzava ad uno ad uno, anche quello che aveva intrecciato la corona di spine e quell’altro che aveva dato falsa testimonianza contro di lui, e provò una gioia tale da trasformare ogni tristezza della vita propria ed altrui.
Domenica Luise
(Disegni e computer-grafica di Domenica Luise)