Atto d’accusa

Con il mutamento climatico e l’avanzata dell’umidità tutto l’ospedale è pieno di zanzare estate e inverno. Prima dell’operazione mi difendevo a schiaffoni, ma dopo sono costretta immobile per due giorni nel letto.
L’operazione è andata bene, il professore è stato grande. Mi hanno fatto l’epidurale perché i miei polmoni, dopo le embolie incassate vent’anni fa, potevano avere problemi con un’anestesia generale vera e propria. Così abbiamo chiacchierato in diretta e mi hanno spiegato tutto quello che facevano, mi sarei volentieri risparmiata l’intervento, ma c’era un prolasso uterino col quale non potevo convivere e me ne dovevo liberare volente o nolente.
Vedevo le mie gambe immobili davanti a me come se non mi appartenessero. Le hanno infilate in due buffi salsicciotti blu  imbottiti di aria calda, che contemporaneamente un altro medico aveva cura di pompare anche sul mio corpo lateralmente con un tubo. Difatti io, dopo l’operazione, non ho sentito freddo, sono stata bene.
Sono uscita da lì dentro sveglia e contenta che fosse finita, a questo punto mi hanno abbandonata in una stanzetta da sola, gli infermieri ridevano e giocavano nella loro zona coi propri smartphone, ero sveglia e li sentivo. Il pulsante per chiamare ondeggiava irraggiungibile, tanto ho fatto torcendomi che l’ho agganciato col tubo della mia stessa flebo e me lo sono avvicinato. Ancora non sapevo che quei tipi di flebo non permettono comunque all’aria di entrare in vena.
Sono stata lì dentro per ore mentre gli schiamazzi continuavano, alla fine hanno riportato in camera una Mimma furibonda, che ha mandato via energicamente il cognato e l’amica del cuore di mia sorella Iole, accorsa per starle vicino, in questi termini: -E voi che fate qui? Andatevene a casa-, volevo dire a pranzare, ma a quell’ora del pomeriggio si poteva pensare già piuttosto a preparare la cena. Perché così è la vita su questa terra: un intervallo fra un pasto e l’altro.
Nella stanza era ricoverata con me una signora più anziana, per quella notte, che per lei era la seconda e per me la prima dopo l’operazione, siamo state assistite entrambe dalla mia amica Enza, che ha sostituito Iole, ormai giunta ai limiti delle forze. Senza di lei la mia vicina di letto sarebbe stata persa. Enza ha passato le ore ammazzando zanzare e fissando le flebo per chiamarli quando finivano, alla fine si è addormentata con la faccia  sulle mie coperte ed era già mattina ed è arrivata nuovamente Iole.
Io stavo benino, poco dopo è passato il professore coi medici al seguito e mi sono congratulata  per l’ottimo lavoro, loro felicissimi e sorridenti.
L’indomani mattina due infermiere, che davanti ai medici cambiavano faccia, hanno coperto me e la mia compagna di camera con derisioni e volgarità, noi immobili a letto, sporche, nude pronte da visitare a qualunque occhio puro e impuro, da girare e aprire come Gesù in croce. Si sono infilate entrambe sotto la divisa il cartellino con nome e cognome e da quelle boccucce di rosa è uscita tutta la malvagità umana e poco importava che io fossi una professoressa operata dal loro stesso capo e quell’altra madre di medico, eravamo inermi nelle loro mani. E mentre stavamo lì è entrato a dare uno sguardo un loro degno amico con cui hanno scambiato battute vergognose.
Sono stata operata mercoledì sette ottobre 2015 e dimessa al volo domenica mattina undici ottobre, non è stato possibile finire l’ultima flebo perché si è perduta la vena e tutti i tentativi di acchiapparne un’altra sono stati vani.
Oggi dovrei prenotare la visita di controllo a un mese dall’intervento e non ci vado né telefono né niente: non mi sogno di farmi nuovamente scoperchiare da chissà chi. Io sto bene, per quanto sia debolissima e abbia poca forza anche per parlare. La mia solita igiene semplice ha fatto miracoli.
Non è lecito permettere l’uso degli smartphone in ospedale. Bisogna proibirli. In ospedale si lavori se non per amore almeno per paura di essere denunciati.
Immediatamente ho riferito quello che era avvenuto a due infermiere e a una dottoressa ed ho fatto sapere tutt’intorno che l’avrei detto al professore.
Quando la prima serie di star trek arrivò in Italia anch’io mi appassionai alla vicende del capitano Kirk e del signor Spock, il vulcaniano dalle strane orecchie: allora ero una giovane insegnante all’istituto professionale di Barcellona, non quella spagnola, naturalmente, un paese piuttosto vicino al mio, raggiungibile quotidianamente con il trenino oppure l’autobus.
Il pomeriggio guardavo quelle vicende ambientate nel futuro e tra quei personaggi vedevo l’amicizia, non si abbandonavano mai in mano ai nemici, tanto facevano da uscirne vivi e vincenti. Ricordo una puntata di quella prima serie, tutti si erano appassionati ad un gioco che li istupidiva e salendo di livello in livello stavano sempre immersi in quelle fantasie non bene identificate. La presi come un’improbabilità assoluta ed invece era storia. Il film lasciava immaginare chissà quali piaceri dello spirito pestando sempre quei tasti fino ad una condizione letteralmente fuori dalla realtà, oggi è quello che sta avvenendo qua intorno con l’uso e l’abuso degli smartphone. In pratica la vita reale viene subordinata a quella virtuale, ma debbo essere sincera: non mi pare che sui social network ci siano questi piaceri supremi, gli amici di internet vanno e vengono, aprono e chiudono, cambiano nome e si nascondono, spesso e volentieri si manifestano di poche vedute, interessati unicamente a se stessi e alla propria, piccola cerchia. Direi che internet può essere noiosa come la vita concreta, non c’è nulla di più e nulla di meno. E quante bugie dapertutto, ma non si vergognano di guardarsi allo specchio al mattino quando si sbarbano e si lisciano i maschi e quando si imbellettano le femmine prima di iniziare la propria giornata. Non posso vivere così.
Una volta si parlava della pecora nera come dell’eccezione, adesso è tutto il contrario. L’eccezione è diventata la pecora bianca, che semplicemente osa compiere il proprio dovere di persona senza imbrogliare ad ogni passo.
Nessuno sembra accorgersi che il pianeta si avvia ad un’unica lingua tanto semplice quanto banale: l’inglese. Si lamentano dei dialetti che muoiono e non si accorgono dell’italiano, quello di Dante, esaltato da Roberto Benigni, che in questo ha fatto un nobilissimo lavoro senza annoiare nessuno e soltanto esaltando. Vorrei salvare la lingua che amo e nella quale è nata la mia passione poetica. I romani, quando sottomettevano un popolo che recalcitrava troppo, gli imponevano la propria lingua, oggi lo stanno facendo come una moda e segno di novità.
Che bellezza. In quanto alle tasse, spremono il medio ceto, sollecitano offerte con ogni scusa servendosi dei canali televisivi e mendicano invece di organizzare un onesto lavoro per chiunque ne abbia la buona volontà e sia capace. Gira e rigira la corruttela generale è sotto gli occhi di tutti e ulula dai telegiornali, anche se certe notizie delicate magari le dicono una volta sola e di notte. Ma poi lo scandalo esplode ugualmente e le bugie non bastano.

Vergogna al mondo.

Domenica Luise

19 pensieri su “Atto d’accusa

  1. Mi unisco a te!

    Vergogna!!!

    Sono contenta di sentirti pimpante e combattiva. I medici hanno fatto un buon lavoro e spero che ora potrai riposare e rigenerarti. Il mondo va alla rovescia.
    Guarda cosa è successo a Parigi. Mi è venuto in mente il cavallo di Troia e i troiani. Aspettiamo pacifici i nostri carnefici.
    La paura però genera insicurezza e instabilità e altrettanti pazzi lasciati liberi di vagare come proiettili su innocenti.
    Non ho parole Mimma cara.
    Solo preghiere per te di una pronta guarigione
    e per tutte le vittime innocenti di questo mondo.
    Chiara

    Ps. Come facciamo a insegnare l’ onestà, la legalità ai nostri giovani se le nostre istituzioni che dovrebbero in primis essere un vessillo, invece non sono proprio
    un bell’ esempio?
    Quanto dolore!!!

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    • Parole sante, secondo me quello che è successo a Parigi è l’inizio di una nuova follia che ci dovevamo aspettare dai prodromi, ma che non abbiamo voluto vedere: le cose storte o si raddrizzano subito oppure poi le vittime innocenti aumentano. I trasferimenti e spostamenti vari dei delinquenti non bastano, purtroppo, come non sono sufficienti fiori, lumini e cori, ci vuole altro: è urgente tagliare alle fonti i rifornimenti di armi e denaro sporco che nazioni indegne passano ai terroristi.

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  2. Una splendida filippica contro un mal funzionamento di….tutto! Dalla politica a ogni altro ambiente. Non esiste onestà, né moralità. E solo nel modo che hai usato tu, ci si deve muovere, con dei J’accuse furiosi!!!
    Mi spiace, non sapevo del tuo intervento, ti sono vicina e ti auguro di uscire prestissimo, dalla debolezza post operatoria.
    Danila

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    • Cara Danila, purtroppo la ripresa è lenta, non sono abituata a queste lunghe pazienze: prima tutta l’estate col telefono o il telefonino (quando uscivo) sempre all’erta in attesa che mi chiamassero, l’operazione ben riuscita, fortunatamente, un rapido miglioramento oggi e peggioramento domani, uffa. Poco fa mi ero riaddormentata non so in che posizione nemmeno io, mi sono svegliata che facevo cric croc come un’armatura arrugginita e bagnata, avevo dolori dapertutto, mi sono alzata dal letto e mossa più rapidamente possibile per evitare i crampi sempre in agguato, ma anche con prudenza per paura di qualche vertigine e tenendomi pronta ad appoggiarmi sui mobili di casa. Sono abbastanza esausta e mi sento in difficoltà. Passerà…Un abbraccio e grazie.

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  3. Cara Mimma, mi dispiace che tu non sia stata bene, non sapevo dell’intervento e sono felice che ora tu stia meglio e che soprattutto la degenza in ospedale sia stata relativamente breve. È una vergogna e una vigliaccheria quello che avete dovuto vivere tu e la tua compagna di stanza. È un esempio grave di quello che è diventato il mondo, la società. Le tue riflessioni sono, come sempre, lucide e mettono a fuoco perfettamente la situazione del nostro paese, degenerato, corrotto, dove gli ignoranti e i disonesti sono i furbi.
    Un augurio sincero di pronta e sincera guarigione e un abbraccio con tanto affetto
    Flavia

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  4. L’ambiente ospedaliero dovrebbe essere accogliente e tranquillizzante per l’ammalato, invece spesso è tutt’altro! Alcune infermiere ed infermieri sono lì solo per lo stipendio e non hanno né vocazione né umanità!

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    • Hai detto la parola giusta, Iole: è una vocazione, o c’è o non c’è. In quanto all’umanità, è in mano a poche eccezioni, ormai. Lì dentro ho visto il dritto e il rovescio del tessuto e sono ancora stravolta, ma non voglio dimenticare perché non sono una che sta zitta e si pappa tutto. Un abbraccio sorellesco.

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  5. Prima di tutto ti faccio tanti auguri di buona ripresa, Mimma. E poi complimenti per aver denunciato questo modo di comportarsi con un paziente in ricovero ospedaliero. Dovrebbero insegnare al personale infermieristico a trattare con riguardo e rispetto la persona che in quel frangente è la parte debole della situazione. Ma, come troppo spesso accade, non si può resistere a fare i forti coi deboli e i deboli coi forti. Un abbraccio
    Giovanna G.

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    • Dovevi vedere come cambiava la faccia di quelle infermiere spudorate quando sfilavano coi medici. Vergogna. C’è una tua espressione verissima: Ma, come troppo spesso accade, non si può resistere a fare i forti coi deboli e i deboli coi forti.
      Dai tempi dei lager, anzi di Adamo, Eva, Caino e Abele io ancora non vedo cambiamenti.
      Un abbraccio affettuoso.

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  6. Cara Mimma, mi dispiace veramente tanto per quello che ti è successo! Sono contenta che l’operazione sia riuscita bene, ma il comportamento del personale mi lascia veramente esterrefatta! Quest’anno è stato difficile anche per noi, Mio figlio è stato operato ad un polso a febbraio e la prossima settimana dovranno operare mio marito al tendine d’Achille. Spero proprio che il personale ospedaliero sia migliore!
    Ti abbraccio forte, ti auguro una perfetta guarigione e spero per te che una situazione simile non debba ripetersi mai più. Quelle due infermiere dovrebbero essere licenziate!

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    • Cara, appena ne ho la forza vi vengo a trovare sui vostri blog, sono ancora fisicamente troppo debole e, com’è ovvio, anche il morale crolla vedendosi così. Sai qual è il pensiero triste che mi è venuto trovandomi, e non per la prima volta, in mano a quella gentaglia? Che si comportano così perché questa è la Sicilia. Lo dico da siciliana, che ama la sua terra e ne vede lo scempio. Invece, dalle reazioni degli amici, neanche il nord fa eccezione, ma forse i sadici la smetteranno magari per il timore di essere ripresi dalla solita telecamera nascosta che io non farei mancare, c’è modo di renderla invisibile e non è la prima volta che vediamo in televisione scene vergognose contro poveri vecchi, disabili e bambini. Poi bisogna licenziare la gentaglia e assumere persone nuove, ma se c’è sempre chi con gli intrighi resta al suo posto e casca in piedi, purtroppo il mio discorso è perlomeno sminuito. Chi sbaglia deve essere licenziato subito. Buttateli fuori.
      Spero che per i tuoi cari vada tutto bene, è questione se incontrano le persone giuste, se chi deve operare e ricucire è lui a fare il lavoro o ti mette in mano all’apprendista e se ne va al bar fuori dove fanno il caffè buono.
      Un affettuoso abbraccio.

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  7. Cara Mimma, soprattutto auguri di pronta e completa guarigione.
    Le due infermiere sono persone ineducate e volgari e non adatte, quindi, a fare questo lavoro perchè il malato, qualsiasi malato, ha il diritto all’assistenza e alla dignità. Sempre. Sei, purtroppo, incappata male perchè non sono tutti così negli ospedali, per fortuna. Mesi fa mia madre subì un intervento e trovai personale medico e paramedico preparato, paziente e umano.
    Sbagli a non andare al controllo post operatorio.E’ importante e accelera la guarigione, visita antipatica o meno. Tu vali di più di quelle tizie che dovrebbero vergognarsi di essere così.Comprendo, comunque, lo sfogo verso le brutture del mondo e lo sottoscrivo, cercando di non soccombere e di distinguermi.
    Un abbraccio,
    Marirò

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    • Grazie, cara Marirò, ma io intendo andare a visita dal professore che mi ha operato, così gli parlo personalmente e so cosa dirgli. Del resto egli non è esoso e chiede un piccolo prezzo che vale la pena dargli. Finire di nuovo in mezzo agli smartphone e alle cretinate, adesso che sto ritrovando energia, mi farebbe dire tutto quello che penso ed io sto sempre e ancora dalla parte dell’autocontrollo.

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  8. Cara Mimma, solo ora apprendo del tuo intervento e mi spiace che tu abbia dovuto subire il becero comportamento delle due infermiere. Il mestiere infermieristico dovrebbe essere imperniato sull’umanità, valore spesso dimenticato, è come se quelle persone preposte all’assistenza non avessero cuore. Hai fatto bene a sollevare il caso e spero che la tua guarigione avvenga in tempi brevi.
    Per quanto riguarda gli ultimi avvenimenti che diffondono terrore e sangue, hai ben ragione a dire che il male andava estirpato all’inizio e non solo: gli hanno dato la possibilità di arricchirsi e quindi di avere più potere. Speriamo che quelle terre abbiano un vero governo e che quella gente possa vivere nella loro terra in pace.
    Un abbraccio
    annamaria

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    • L’essere umano è ancora uguale a quello delle caverne: eccelso e miserabile. Noi abbiamo poco da sperare: mandano tutti (a mettere pace?) i propri aerei, le navi e i baldi giovani. I capi restano a casa, al comando, che gli altri si ammazzino. Vergogna. Mi chiedo perché abbiano fatto procedere talmente questa cosa, ho visto in televisione scene orribili e nessuno può illudersi. Ci vogliono regole planetarie giuste per tutti e ognuno deve dare qualcosa del suo, non soltanto il così detto medio ceto, strozzato dalle tasse. Qua, invece, sono tutti affamati di soldi e potere. Ed io gli leggo nell’anima e quello che vedo non mi piace, hai sentito oggi il vangelo della messa? Adeguatissimo. Questi non sanno cosa li aspetta dopo i loro, diciamo, centocinquant’anni di vita sempre ricchi, potenti e imboccati perché, a quell’età, li debbono imboccare. Un abbraccio grandioso.

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    • Caro TADS, la ripresa è lenta, ormai sono rientrata da quasi due mesi, io non pensavo di sentirmi ancora così debole, ho lottato come una tigre per riprendere un chilo di peso e ogni cibo mi disgusta, è troppo dolce o troppo salato o non ha il profumo di prima, i miei sensi sono stranamente alterati, i sonni agitati. la presa di coscienza della situazione politica, economica e le guerre intorno è come se entrassero dentro di me in due sensi, uno puramente cerebrale, come profondo malessere, e un altro per immagini. Certe volte mi sento sollevata quando mi sveglio. Io non potrei vivere facendo volutamente tutto il male che i pezzi grossi stanno compiendo contro il pianeta. Eppure non sono né buona né cattiva, sono una persona umana qualunque. Penso di stare un po’ meglio, ma ancora la testa è stordita dalla grande quantità di medicine incorporate, nelle flebo c’era di tutto, anche farmaci con gravi controindicazioni, che mi hanno fatto allergia, rossori e dermatiti, ma con l’acqua ossigenata sono subito migliorata. Appena ne avrò la forza vi faccio visita sui vostri blog. Per il momento un sincero abbraccio fraterno.

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  9. Ciao Domenica. Sono contenta che mi hai lasciato un messaggio. Non avrei saputo del tuo rientro. La guarigione immagino sia lunga. Ed in questo, credo che tu abbia pazienza, ma quel che mi ha fatto ribellare (e anche te), è tutta la “merda” che esiste…soprattutto in ospedale. Scusami cara se ho usato un’espressione forte e volgare, ma a certi soggetti ci sta bene. Anzi…sono la loro pelle. Se puoi, lamentati come farei io, perché stare zitti, alimenta i “bubboni” della società. Altroché zanzare…!!queste sono peggio di qualsiasi insetto. Avrai capito quanto io sia arrabbiata perché, se volessi raccontare di malasanità che ho incontrato, impiegherei giorni.
    A presto, spero sempre meglio
    Ti abbraccio Rosetta

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    • Figurati, Rosetta, la parola “merda” è il minimo indispensabile per rendere l’idea. Il professore è stato un grande, ma bisogna ammettere che non ho usato nessuna medicina da lui assegnata, non ve n’è stato bisogno, anzi un detergente disinfettante costosissimo che mi ha fatto acquistare aveva peggiorato la situazione. Acqua con un po’ di bicarbonato mi ha rimessa subito al mondo, un po’ di acqua ossigenata sulle dermatiti, adesso il mio corpo è nuovamente sotto controllo, tranne la gola sempre chiusa, infiammata e piena di placche bianche, sulle quali ho dovuto spruzzare il mio vecchio antibiotico perché mi andavano storte le pillole. I polmoni sono liberi da bronchiti varie, che mi arrivano senza febbre e poi esplode fino alle vette del termometro. L’antibiotico in gola, fra ieri e oggi, ha fatto miracoli. Sì, lo so, sono proprio una schiappa. Gli amici che hanno letto questa testimonianza di quanto è successo hanno avuto tutti la finezza di non rispondermi che i siciliani fanno schifo, oltretutto le due infermiere non sono soltanto cafone, ma anche stupide, basta uno smartphone per filmare e registrare tutto oppure una di quelle telecamere nascoste senza nessuna lucina che le svela, mi sono documentata sulla mia rivista di computer che compro ogni quindici giorni e mi svela tante belle cosine, so perfino i prezzi e come si fa. Ecco, mi sono sfogata. Un abbraccio grande.

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