Significa cercare, trovare ed evidenziare il buono in tutte le situazioni. E’ una cosa diversa dall’ottimismo caratteriale, che ne è soltanto il seme in casi molto rari, ma da solo porterebbe ad una semplice giovialità un po’ sciocca ed a grave leggerezza nelle contingenze della vita.
Per esempio talora scrivo i miei commenti su poesie ermetiche moderne, ma non sarebbe giusto cavarmela aggirando gli ostacoli e con un saluto, sono cosciente di potere fare di più e che di più sia dovuto al dono dell’autore. Allora leggo e rileggo il testo, talora per qualche ora, ma non di seguito: a intervalli, funziona soprattutto di sera, un’ultima volta, senza affanno. Non sono obbligata a scrivere il capolavoro, ma soltanto delle parole giuste, che tocchino il nervo delle poesie espresse. Non è nemmeno necessario dare dimostrazione di bravura e competenza, per commentare oculatamente e capire cosa l’autore voglia comunicare occorre soltanto un po’ d’affetto verso chi tenta la poesia come me. Ora io sono più creativa che critica, quindi ho un mio gusto poetico dal quale devo uscire prima di accostarmi all’altro perché non sono io il termine di paragone, ma c’è una diversità poetica che bisogna accettare senza porsi. Nel leggere un altro troverò espressioni e concetti che non mi piacciono affatto, un vero critico dovrebbe essere in grado di evidenziare altrettanto incisivamente quello che vale e quello che vale meno, ma non perché gli piace o gli dispiace, perché è oggettivamente così. Io non sono una vera critica e preferisco mettere in evidenza piuttosto il positivo che trovo nelle poesie altrui sorvolando sull’annacquato o che a me pare tale. Certo ci sono anche poesie che sono un assemblaggio di luoghi comuni infinitamente ripetuti, ma anche qui si può trovare un angoletto buono da tirare fuori perché l’autore possa usarlo come leva e si migliori. E mai scoraggiare l’altro né considerarlo un rivale, in poesia non esistono rivali, ognuno è solo come è solo l’essere umano profondo. È questa la grandezza umana e poetica: la nostra preziosa e immane solitudine che sempre deve cercare una corrispondenza e talora si illude di trovarla. Sono i momenti bellissimi dell’innamoramento, delle amicizie vere e disinteressate, di quel riconoscersi raro nel quale non possiamo mai smettere di sperare.
Domenica Luise
(Elaborazione grafica di Domenica Luise)
Non è facile essere positivi nel giusto senza sembrare sempliciotti o ingenuamente leggeri. Io cerco di mettere quella positività costruttiva magari solo all’ultima strofa nella chiusa. Una speranza che ci vorrebbe sempre per poter andare avanti, con fede e amore. Tu riesci sempre nel tuo intento, riesci a emanare serenità ed è giusto, secondo me fare appunti, anche negativi (costruttivi,si deve sempre poter capire dove migliorare) per poter imparare dagli errori, cercando di non essere ripetitivi in essi.
Poi si scrive col cuore e tu ne metti tanto, di cuore, non ti nascondi sei libera di ridere e farci ridere di piangere e farci piangere. Veri sentimenti come dici tu nel titolo ” intelligenza positiva. Grazie per esserci ad alleviare chi legge. Un grande abbraccio
Chiara
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Bel commento curato e attento all’altro, cara Chiara. Ti ringrazio di tutto e ricambio l’abbraccio e la visita anche se stamattina ho il raffreddore e mi sento la testa che galleggia come un melone lesionato.
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Carissima, la chiave di questo tuo bel post mi sembra l’affermazione che sei più una creativa che un critico. Giusto! Ecco perchè riesci a comprendere ciò che leggi in modo così speciale: puoi approcciarti da vari punti di vista, usando l’intelligenza come la sensibilità, i sentimenti come le emozioni. Non è certo da tutti.
Le tue poesie mi piacevano tanto ma non ne posti più, come mai… ma aspetto con “ottimismo” :-))
Un abbraccio carissimo
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Secondo me, cara Rosa Velata, tu parli delle mie poesie più profonde e “segrete”, le più ermetiche e aperte a significazioni molteplici sia interiori miei che dei lettori, pochi ma buoni, con i quali tento un colloquio. Io direi, intanto, che vi ha ingannati tutti l’immagine di una sposa, tanto che vi è sfuggita la poesia. Le foto fatte insieme a Mariachiara mi hanno ispirata, ed è vero, ma non intendevo fare un nuovo post sul matrimonio della mia bella nipote, erano delle immagini che esplicavano il testo, invece per molti (che non avevano visto il post precedente) si è trattato di un matrimonio e non di una poesia. Debbo dire che sono rimasta sbalordita, così ho capito che il matrimonio, anche di un’altra persona, è quasi per tutti il sogno che si può realizzare, l’eden non più perduto o la felicità raggiungibile.
Invece la poesia è l’erba che si calpesta.
Questo non mi offende né provoca in me alcuna reazione, ormai. Ognuno è quello che è, niente mi può cambiare e nemmeno gli altri intorno a me cambiano. Sono solo cosciente al massimo di quello che è la mia vita attuale mentre, da più giovane, mi illudevo molto. Adesso ne sorrido come di un’altra vita e di un’altra me.
Ti ringrazio per avermi dato modo di questa chiarificazione importante e ti abbraccio anch’io.
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Ma sì, non è che non avessi notato la poesia assieme alle foto della sposa (quasi, in effetti, abbagliante nella sua bellezza). E mi piacciono anche i racconti. Ma ricordo un tempo in cui spesso postavi quelle poesie “profonde” che talvolta mi facevano sobbalzare per quanto erano capaci di suscitare riflessioni. Ma non solo: le sequenze imprevedibili di parole e immagini, i punti di vista insoliti, il piacere estetico. Avrai i tuoi motivi per non scriverne. Che poi… di che cosa non t’illudi più? Se t’illudevi un tempo t’illudi ancora – se questa è la tua natura. E va benissimo così: non occorre diventare come gli altri per realizzarsi – e quella che ora può sembrare erba calpestata, chissà. E se quell’erba avesse nutrito qualcuno?? O nutrirà in futuro? O sarà il terreno per fiori?
Speriamo…
Bacioni grandi
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Oggi ero proprio nel mio peggio, mica sarà l’effetto Natale? Ah, ah, ah.
Per carità, non parliamo della mia natura, è piuttosto lineare, ma contemporaneamente soffia a dritta e a manca come un leopardo in amore, ti piacciono i leopardi?
A me, piuttosto, piace la tua ultima esortazione: speriamo!
Hai scritto dolci e consolanti parole, che ricevo con gratitudine. Se guardi appena si apre questo blog, alla tua destra, e scorri verso il basso troverai le categorie, poesie, poesie e fotografie, cliccaci sopra e appariranno raggruppate, ma io credo che tu sia stata “toccata” da una qualche poesia davvero speciale, anche a me capita molto raramente nel leggervi, fluita libera da qualsiasi schema o artificio e come se si scrivesse da sè, ma facendo centro con la brevità e la semplicità. Tutti gli scrittori hanno momenti più o meno felici ed efficaci, in quanto alla mescolanza col prosastico talora mi serve per piegare con naturalezza la parola e non renderla azzimata. Ciao, cara, ricambio tanti bacioni e me li coltivo sul balcone accanto al basilico che rifiorirà.
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E’ un argomento che mi tocca molto, visto che a maggio del 2014 ho pubblicato il mio libro di poesie. Ebbene…non mi aspettavo una critica positiva da chi l’ha avuto in mano perché ognuno ha una propria idea del verseggiare, ma avrei voluto un cenno, un piccolo commento anche solo per dare un contributo verbale. Il silenzio è la punizione peggiore perché annulla ogni sforzo di comunicazione. Dalla mia parte, ho al mio attivo Primi premi a Concorsi di Poesie che mi danno il coraggio di continuare. E poi…io sono abituata a lottare. La vita non mi ha regalato nulla.
Il tuo post mi piace molto perché rivela una tua grande sensibilità artistica, attenzione e rispetto dell’altro. Credo che ogni poeta abbia un suo valore, anche minimo, il valore di concedere se stesso agli altri.
Buona giornata, mia cara
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Potrebbe forse aiutarti leggere il commento all’amica precedente. Mi dispiace che tu sia stata trattata in questo modo, significa che sei una poetessa: credimi. Io non ho più pubblicato niente di cartaceo perché ho capito che era inutile. Due erano le alternative: o tu ti paghi il libro, l’editore(sono quelli da due soldi, da non prendere in considerazione) lo stampa e tu te lo rivendi tutt’intorno, se sei capace di fare la commerciante a te stessa, rendendoti guardinghi tutti quelli che chiamavi amici e sospettosi parenti e conoscenti, oppure trovi un discreto editore, che ti paga perfino, io sono stata pagata due volte e ho avuto un contratto. Ero felicissima. L’editore ha pubblicato il primo libro originale di poesie, l’amico che gli aveva parlato di me (uno dei pochi amici sinceri e generosi che ho incontrato nella mia vita) l’ha venduto nei convegni ai quali partecipava, e c’è voluto un bel pezzo, con mio stupore che non andasse a ruba, poi l’editore mi chiese un secondo testo ed io lo scrissi, all’editore piacque molto e anche questo andò alle stampe, l’amico si rimise in moto, ma io ero più diffidente. All’improvviso l’amico morì e una parte del libro restò invenduta, l’editore protestò ed io, con lo sconto come se fossi una libreria, ricomprai il mio libro e lo regalai ai miei allievi di allora, alcuni di loro sono su facebook, anche tra i miei amici, ma non gli interessa quello che scrivo.
È questa la verità. Se tu ancora non sei ammalata di poesia come me è meglio se ti dedichi all’uncinetto, almeno a Natale regali un centrino invece delle solite sciocchezze.
In passato scrivevo recensioni e commenti innumerevoli, acquistavo i libri degli amici di internet e li sostenevo, e tanto ho lavorato e faticato con la mente da essere costretta al riposo, gli amici, quasi tutti, sono scomparsi.
Non posso più nemmeno acquistare i loro libri e sostenerli perché mi sono ridotta con pochi soldi, se ho bisogno di cure improvvise per la mia salute traballante voglio attingere al mio senza debiti. E poi ho inventato un proverbio: cosa regalata cosa disprezzata.
Finora non mi sentivo di fare parte anch’io dei poveri, meglio così: i ricchi superbi mi spaventano per quello che vedo nelle loro anime.
Sai cosa incomincio a pensare? Che invece di internet era meglio il cassetto.
Un abbraccio di compartecipazione… e per aggiunta non mi piacciono i concorsi, coi poeti contro poeti, non li sopporto, preferisco la condivisione sincera.
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Carissima.
Ho letto con grande piacere la tua lunga risposta. Devo farti i complimenti! Se hanno pubblicato le tue poesie gratis, significa che sono di grande valore. Io ho pagato una somma abbastanza consistente per un duplice motivo. Il primo: per salvare una parte della produzione dal “sacco nero” della spazzatura considerando che le mie figlie (nel caso dovessi andare via per sempre), non avrebbero premura di conservarle.Un libro è già più agevole da lasciare in una libreria in casa. Sono pessimista? No…sono realista e pratica…
Secondo motivo: sentivo il bisogno di entrare a far parte del gruppo poeti che la Casa Editrice della mia città chiama per reading. E’ stato come pagare una tassa di adesione. Un po’ caro…vorrai dire? Forse, ma questa via mi ha portato ad altre, tra le quali l’ingresso al Liceo della nostra città dove stiamo svolgendo il Laboratorio di scrittura poetica. Per me è un grande passo. Ora mi conoscono anche sotto l’aspetto pittorico. Certamente non tornerei a fare l’uncinetto (l’ho già fatto in passato).Adoro l’arte nella quale mi sento realizzata anche se non ho riscontro concreto da parte degli altri. Ho costato però che i poeti hanno ammirato le mie produzioni pittoriche, i pittori… i miei versi.
Anch’io non ho soldi da spendere per “sciocchezze” (dice mio marito) Il mio libro è stato l’unico e ultimo regalo che mi sono fatta, pagandolo con i miei soldi guadagnati ai Concorsi di Poesia. L’ultimo, due anni fa (Primo premio Euro 600/00). Ora non sto partecipando più.
Ultima mia passione…la fotografia e chissà che non ne scopra qualche altra!!
Un abbraccio
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Temo che la poesia non abbia eredi, pazienza, avrà reso felici soltanto noi. Non sanno quello che perdono. Non dubito che le tue poesie piacciano ai pittori e le pitture ai poeti, non ti sentono come una rivale. La condivisione diventa rivalità e invidia ignobile fra quelli che si occupano di arte simile. Non si può andare avanti così, senza sostenersi e valorizzarsi a vicenda sinceramente, trovando la forza di riconoscere l’altrui valore ed anche la superiorità. La mancanza di magnanimità occlude l’ispirazione poetica, che per procedere ha bisogno di libertà. Così vedo autori validi scrivere e riscrivere sempre le stesse cose, hanno perduto la vitalità o afflato. Ed è il giusto castigo per imbrogli e scopiazzature.
Segui le tue passioni. Appena mi ripiglio dagli stordimenti del raffreddore ti leggerò attentamente. Ti auguro, intanto, di essere forte e non desistere. Bacio tenero.
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ciao Zietta, tutto ok? passato buone feste???
insomma, se ho ben capito l’intelligenza positiva è quella analitica, critica, oggettiva, capace di capitalizzare il buono anche ove scarseggi… giusto???
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Tu mi fai sempre il riassunto in due righette a freccia. Se vuoi, immagina pure le mie feste che non finiscono mai, la tua fantasia non potrà giungere alla realtà, oh, quanto mi diverto, non mi stanco mai di ballare su un piede a turno, così intanto mi riposo l’altro che duole. Stamattina mi sento addosso ben poca intelligenza positiva.
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Sapersi analizzare in piena obiettività, saperlo fare vuol dire raggiungere una certa maturità che all’inizio non si possiede. Non tutti riescono a guardarsi dentro con intelligenza: si crede di essere quello che non si è. Io per natura aspetto sempre il giudizio altrui e per quanto riguarda le pubblicazioni, è difficile molto difficile: se non si è contatto con i canali giusti o non si è quel tal dei tali, è meglio il cassetto di un tempo. Comunque internet ci dà la possibilità di scambio, almeno di farci leggere anche da quattro lettori, ma ci dà questa possibilità.
Buona giornata, cara Mimma.
un abbraccio e buon anno nuovo.
Annamaria
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E a me quattro lettori bastano, cara Annamaria, si prendono cura di me ed io di loro, non so cosa farmene delle falsità.
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Tu non sei soltanto creativa, ma molto saggia e umana. Ci fai capire ed apprezzare la bellezza della poesia e dell’arte ed è sempre un piacere leggere le tue pagine.
Anch’io sono molto presa da tosse e raffreddore, inoltre mi è morto l’hard disk e sono giorni che lavoro per rimettere tutti i dati salvati ( almeno un 80/90 % l’ho recuperato!) e reinstallare i programmi. Per questo sono stata latitante.
Un abbraccio!
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Con questo benedetto computer siete tutte più brave di me, pazienza, ognuno si tiene i suoi limiti. Grazie per le tue parole e un abbraccio, ho la testa stordita dal raffreddore e da qualche medicina indispensabile, aspetto di riprendermi un poco e spero di sentirmi presto meglio.
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