Appunti e barlumi

sorriso di Mimma al matrimonio 6

Togliere quel lezioso, le figure
disossate divise a metà
di luce e di nero, poi centrare
i chiari e poi gli scuri
e frantumare ricomporre
sedurre anche me insieme
e sorridere piangere giocare
divertirmi, schiaffi in parole
su tele del pensiero trafitto, arlecchina
e madonna, terra di contrasti, criniera
dai lunghi capelli della fanciulla in canto
ancora vivere e non campare
e dire l’assurdo, il vero sanguinante
che asseta disseta uccide rinasce
colori e parole, gli espliciti e i sottintesi
mescolati nitidi sfocati
salgono volano ricadono
vanno vengono nel senza interruzione
energia dai silenzi interni
a stratificazioni geologiche, fui sono sarò
ma sono in poesia tremante. Cosa regalata
cosa disprezzata, l’amore non ha prezzo
e non si può pagare. Mi spacco
in 3D, disciolta a colori. Il ruscello scorre
nel grand canyon cerebrale ed è notte ed è giorno
tenebra luce, tempo eternità.

Domenica Luise

(Elaborazione grafica di Domenica Luise)

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Il Dio nel quale credo

 Fresie 2

Per prima cosa occorre tirarsi fuori dalle pie leggende, dalle superstizioni vere e proprie, dalle tradizioni, ricordini, reliquie, visioni qui o lì e via dicendo, senza offendere chi ci crede perché, in tutte queste cose, il vero è troppo mescolato con l’illusione e con il finto. Il mio pensiero è: se anche tutto ciò fosse vero in blocco, non sarebbe nulla in confronto alla fede nuda in un Dio d’amore.
Prendiamo la Santissima Trinità, sulla quale ho visto una vignetta inqualificabile, né satirica né sarcastica, pubblicata dal giornale charlie hebdo e costata la vita, insieme alle altre vignette, non solo ai fumettisti, ma anche a molti innocenti, e non solo nell’occasione, ma dando la stura a rivendicazioni di livello planetario dei mussulmani fondamentalisti.
Ribadisco che non si spara a chi bestemmia con carta e matita, al massimo gli si sta lontani e gli si risponde con altre vignette intelligenti. Ma qui l’intelligenza non c’è da nessuna parte perché  essa apre all’ammirazione verso la cultura altrui mentre la convinzione di avere “ragione” sempre e dovunque fossilizza in idee di carta velina.
Personalmente sono nata cattolica e sono diventata praticante. Pensavo anch’io di dovere difendere la mia fede ed ero stecchita come il merluzzo steso ad asciugare all’aria. Però confesso che ero meno infelice di adesso, con questa triste presa di coscienza finale.
Tutti noi abbiamo bisogno d’amore e lo cerchiamo continuamente, ogni tanto ci illudiamo di avere incontrato il compagno ideale, l’amica sincera, la poetessa virtuale che ci comprende e stima la nostra poesia, facilmente restiamo delusi, ma continuiamo a sperare.
La Santissima trinità è una forma di vita che l’essere terreno non può comprendere, il cervello di carne non basta, essa è l’amore totale sempre appagante, presente e gustoso.
Noi diciamo Padre, Figlio e Spirito Santo, tre Persone ognuna col suo modo di amare.
Quando spiegavo il catechismo ai bambini da preparare alla prima Comunione, gli facevo un esempio facile: il Padre, creatore della vita, era il latte. Gesù, che muore in croce per salvare i peccatori, aveva il ruolo del caffè perché è amaro e lo Spirito Santo poteva fare soltanto lo zucchero, che mescola il latte col caffè e viene fuori il cappuccino: un solo Dio.
Ora qui non siamo bambini, ma l’esempio è calzante. Passiamo ad un altro esempio anch’esso facile, adatto alle nostre menti che capiscono le parabole prima dei concetti astratti.
Io sono una persona (nella Trinità le persone sono tre interagenti), se mi tagliano un braccio campo facilmente, ma se mi tagliano la testa muoio, se mi trafiggono il cuore con uno sparo idem e anche se mi strangolano.
Quindi il cervello, il respiro e il battito cardiaco sono i miei punti di sopravvivenza che mi permettono la vita. E sono interagenti, ed io sono una sola persona.
Come vedete l’essere umano è proprio in questo senso immagine di Dio, com’è scritto nella Bibbia.
Perché chiamiamo queste Persone divine Padre, Figlio e Spirito Santo? Abbiamo detto che in questo Dio l’amore è perfetto. In che senso e cosa possiamo capire con la nostra mente limitata?
Il Padre compie l’atto creativo che chiamiamo big bang, quando e comunque sia avvenuto. I suoi tempi non sono i tempi umani. Per un Dio che esiste da sempre per sempre i milioni di anni dell’evoluzione sono un piccolo accidente.
Quindi il Padre crea perché ama e la vita gli piace, non vuole un burattino nelle mani e gli dà il dono di potergli rispondere con un sì o con un no. Poteva essere di non mangiare la mela o di non raccogliere un fiore  o quello che vogliamo: il racconto biblico è scritto dalla mano imperfetta di un essere umano, non sappiamo come fu esattamente e non penso affatto che sia il caso di sottilizzare con la mela, quello che conta è il gesto: l’uomo e la donna hanno con Dio un rapporto innocente e chiaro, quindi è più grave la disobbedienza. I nostri progenitori perdono la visione e l’innocenza.
Ma Dio ama oltre ogni propria stessa dignità ed il Figlio, Gesù, sale in croce e ci salva con una storia tragica che tutti conosciamo culminata nella resurrezione, alla quale pochi credono.
Quindi l’amore trinitario è simultaneamente materno (il Padre che crea), filiale (Gesù che si lascia “fare” dal padre umile carne in terra, e carne offesa fino alla croce) e qui maternità e filialità coincidono nello Spirito Santo, che è il bacio perenne del Padre col Figlio, in un desiderio e appagamento continui: lo Spirito Santo è la nuzialità fraterna del Padre col Figlio.
In questo flusso d’amore eterno l’uomo è creato, salvato, desiderato, attirato, anche innamorato nei momenti mistici che a tutti sono donati, non solo ai santi da calendario.

 Domenica Luise

(Elaborazione grafica di Domenica Luise su una propria fotografia)

Vignette sì, vignette no

Ebbene, confesso la mia ignoranza: io non avevo mai visto quelle vignette.
Del resto l’informazione televisiva deve essere completa, le cose dette a bocconi, secondo la tendenza del canale, sono molto simili a quelle taciute completamente.
Quindi, fermo restando che non si spara mai e poi mai a chi si è servito di carta e matita per prendere in giro l’umanità e inventarsi un comodo lavoro redditizio, cosa mi sento di dire riguardo a quelle vignette, che ho guardato accuratamente?
Sono bestemmie vere e proprie contro tutte le religioni e non credo che qui la libertà di stampa c’entri per nulla, c’entra molto, invece, la stupidità umana di chi compra il giornale e trova, lì dentro, una conferma alla propria incredulità.
Adopero un esempio trito: la libertà di stampa è come un treno, per camminare ha bisogno dei binari e il buon gusto è necessario come il pane e l’acqua per vivere.
L’altra sera ho seguito, mi pare fosse rai 3, un ennesimo programma sulle vicende di charlie hebdo:  molto commovente, e a buona ragione, ma nessun accenno al tipo di vignette. NON SI SPARA a chi bestemmia per strada o in una redazione, vergogna, ma non si offendono le religioni, e questo volevo dirlo affinché il mio silenzio disgustato non venga scambiato per acquiescenza e accettazione di libertà, che invece sono libertinaggio. Le regole sono dapertutto, se vogliamo essere considerati esseri umani non dico superiori agli animali, come alcuni credono, ma almeno in grado di spartire il pianeta con loro.
Quello non è un giornale satirico, ma una bestemmia in atto. E perché bestemmiare contro un qualunque Dio alla cui esistenza non credono? ma quanto li fa arrabbiare. E la chiamiamo civiltà? Mi fanno impressione. Però non li voglio morti di morte violenta a quell’ignobile modo, meglio di vecchiaia degustata lentamente.

Domenica Luise

 

Sottintesa

dal solco la vita.

Palloncino astratto 3

 Adesso il sudore
e l’acqua umana sulle rocce
dove bevono i trasparenti. Di loro
resta un sapore e quante cose
piccole e grandi osammo dirci
così nudi, noi
ed eterni. Mezzanotte, ma
l’anno nuovo è già arrivato.

 Atomi e quark stellari
e scoppiettii. Fragranze.

 Vedo i tuoi piedi accanto al mio ruscello, ma
squilla subito il telefonino
ed a me non rispondi oltre. Resto
così
in poesia, fra le ombre.

 Domenica Luise

(Rielaborazione grafica di Domenica Luise)

L’intelligenza positiva

Lago blu multiplo 2

Significa cercare, trovare ed evidenziare il buono in tutte le situazioni. E’ una cosa diversa dall’ottimismo caratteriale, che ne è soltanto il seme in casi molto rari, ma da solo porterebbe ad una semplice giovialità un po’ sciocca ed a grave leggerezza nelle contingenze della vita.

Per esempio talora scrivo i miei commenti su poesie ermetiche moderne, ma non sarebbe giusto cavarmela aggirando gli ostacoli e con un saluto, sono cosciente di potere fare di più e che di più sia dovuto al dono dell’autore. Allora leggo e rileggo il testo, talora per qualche ora, ma non di seguito: a intervalli, funziona soprattutto di sera, un’ultima volta, senza affanno. Non sono obbligata a scrivere il capolavoro, ma soltanto delle parole giuste, che tocchino il nervo delle poesie espresse. Non è nemmeno necessario dare dimostrazione di bravura e competenza, per commentare oculatamente e capire cosa l’autore voglia comunicare occorre soltanto un po’ d’affetto verso chi tenta la poesia come me. Ora io sono più creativa che critica, quindi ho un mio gusto poetico dal quale devo uscire prima di accostarmi all’altro perché non sono io il termine di paragone, ma c’è una diversità poetica che bisogna accettare senza porsi.  Nel leggere un altro troverò espressioni e concetti che non mi piacciono affatto, un vero critico dovrebbe essere in grado di evidenziare altrettanto incisivamente quello che vale e quello che vale meno, ma non perché gli piace o gli dispiace, perché è oggettivamente così. Io non sono una vera critica e preferisco mettere in evidenza piuttosto il positivo che trovo nelle poesie altrui sorvolando sull’annacquato o che a me pare tale. Certo ci sono anche poesie che sono un assemblaggio di luoghi comuni infinitamente ripetuti,  ma anche qui si può trovare un angoletto buono da tirare fuori perché l’autore possa usarlo come leva e si migliori. E mai scoraggiare l’altro né considerarlo un rivale, in poesia non esistono rivali, ognuno è solo come è solo l’essere umano profondo.  È questa la grandezza umana e poetica: la nostra preziosa e immane solitudine che sempre deve cercare una corrispondenza e talora si illude di trovarla. Sono i momenti bellissimi dell’innamoramento, delle amicizie vere e disinteressate, di quel riconoscersi raro nel quale non possiamo mai smettere di sperare.

Domenica Luise

(Elaborazione grafica di Domenica Luise)

Anno nuovo vita nuova

Abbraccio 1

Ascolto gli abbracci dall’interno
e la speranza. Adesso senza un perché né un come fui
sono e sarò
presto: poesia
quasi sempre per nessuno. L’anello nuziale
al tuo dito di sposa e
la notte delle lanterne,io
talora un’orsa molto arrabbiata
a cui abbiano strappato i figli e
avevo tante dolcezze accumulate
che nessuno prese quasi mai, quasi
quasi.

 Il filo spinato intorno alle ali, orsa
ma farfalla con corpo di pipistrello
e sonar d’anima. Affondai
in tutta quella sabbia
e capii. Una vita di carta
computer, attese e tempi sterminati, membrana
di melagrana per gocce di cioccolato
strano miscuglio cicciottello buffo
con borse sotto gli occhi, rughe del sorriso, denti ben curati
quella non sono la vera io. Starnutisco sonoramente come nel 2014
e nel 2016, se campo. Ma
non m’importa. Viene su la divina poesia
dal nulla, si crea da sè
mi abbraccia, lei, ed io l’applaudo

Applausomi ama, noi ci amiamo
e già ti vedo, ti tocco, mi accendo
di stelle e la notte batte le mani
ed è nuova inaspettata insperata, qua
si inizia adesso. E la luce
sì…Essere madre in afflato
è uguale, ho figli fiori
e animali e big bang e misteri
e uomini e donne storici da sempre per sempre
uno per uno, una per una. Guarda gli steli
e le galassie e i miei occhi.

abbraccio 2

 

Domenica Luise

(Fotografie di Antonio Abate)