Lettera ai miei amici

Cari,

dopo ben tre mesi di sospensione di questo blog il miglioramento della mia salute è così piccolo da essere niente. A giugno mi ha costretta ad interrompermi una forte stanchezza fisica, dovuta, suppongo, ad una prolungata cura di anticoagulanti e ad una fastidiosa insonnia notturna: io sopporto malissimo le medicine, ne uso al minimo indispensabile e vedo che sul mio organismo hanno effetti accentuati, infatti prendo un blando calmante soltanto quando sono agli estremi, mi basta mezza pillola e anche meno, ma la confezione è quasi intatta. Preferisco tenermi i dolori nelle ossa invece di sentirmi stordita, figuratevi che non tollero più di mezzo bicchiere (piccolo) di vino a pasto e solo nelle grandi occasioni, mi astrae subito  e non mi percepisco presente.Volevo fare tante cose questa estate e invece ho concluso ben poco, mi ha anche bloccata il caldo, sopportabile solo in casa, col condizionatore, mentre gli altri andavano, venivano, passeggiavano come se niente fosse, mi chiedevo come facessero, a me sembrava di svenire da un momento all’altro. Qui fa ancora molto caldo.
Non mi sento di ricominciare coi blog, almeno per il momento, ho bisogno di cure e di riposo anche a livello mentale.  Sento dentro di me una pienezza poetica che ancora non è uscita, come quando una bottiglia panciuta ha il beccuccio troppo piccolo, tu la giri e tutto resta dentro. Così forse questa stasi farà bene alla creatività, il roseto potato germoglierà nuovo e sorprenderà…speriamo.  È stato bellissimo conoscervi e mi avete dato tanto, finché potrò vi risponderò sempre su questo blog, ma purtroppo non posso continuare con commenti e recensioni, almeno in questo periodo di un così intenso affaticamento.

Vi abbraccio uno per uno.
Domenica Luise

56 pensieri su “Lettera ai miei amici

  1. Cara, forse siamo sorelleanche in yerapia anticoagulante, per me in iziata a giugno . So del sentirsi deboli e sul bordo … ma dobbiamo far leva sulla nostra e orme energia creativa. Sento che solo lei puo salvarci. Anch‘io sono in blocco scrittura, ma non me ne pteoccupo, non ho ansie di pubblicare. Tutto sta sedimentando dentro e prima o poi verrà fuori. Cosi ridiamo di tutto! Noi siamo più forti, almeno in parola.Ti abbraccio forte, annamatia

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  2. Io sto facendo una forte cura per l’artrite reumatoide. Assumo una medicina per l’artrite e altre sei o sette per contrastare gli effetti di quella medicina: calcio, ferro, vitamina D, antinfiammatorio, collirio per gli occhi…Non se ne può più, oltre alle analisi ogni due mesi, visite ogni quattro ed ecografie e radiografie una volta l’anno. Insomma, sei in buona compagnia. Dai, coraggio, che presto il caldo passerà e ritroverai le energie. Noi ti aspettiamo! Un abbraccio!

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  3. Sono qui, leggo i vostri messaggi e mi dispiace di “essere in buona compagnia”, vorrei che steste tutti bene, pimpanti e allegri. Io, fra le altre medicine, ho avuto un sia pure relativo sollievo all’intensità dei dolori prendendo una pillola di neuraben al giorno, sono vitamine contro le polinevriti. Per il resto non ha funzionato niente perché ci vorrebbero antiinfiammatori che farebbero a pugni col sintrom, se qualcuno ha suggerimenti sono pronta a fare da cavia (col permesso del mio medico, s’intende). Un abbraccio reumatico ad ognuno di voi.

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  4. E’ dura combattere con l’artrite e mi spiace davvero tanto dei tuoi problemi di salute. Quei dolori articolari hanno bisogno di tempo per attenuarsi almeno parzialmente, vedrai che starai meglio e non è un fatto di età: un giovane medico trovò sollievo dopo svariati mesi. Non preoccuparti per il blog, le priorità sono altre.
    Buona ripresa e un abbraccio.
    annamaria

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  5. Sì, amiche care, anch’io mantengo viva la speranza di potere riprendere la mia attività, purtroppo questo guscio che ci contiene è troppo recalcitrante rispetto alla forza creativa, adesso esige riposo. In questo momento sto cucinando, ho provato una nuova ricetta di patate al forno, mah: debbo sempre inventare qualcosa. Da come le mangiano si direbbe riuscita.
    Buonissima domenica a tutti, uno per uno. E grazie.

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  6. Buone sicuramente le patate al forno! Hai dato tanto Mimma, a tutti. Se hai bisogno di riposare per riprenderti e tornare in seguito a stupirci con nuove ispirazioni, fallo in serenità. Ora che è più fresca l’aria potrai passeggiare, vedere gente, distrarti. i blog possono aspettare, anzi aspettano tranquilli tranquilli. Ti voglio bene
    franca

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  7. Ciao Mimma, sono d’accordo con Annamaria e già ti ho detto di mia sorella, che dopo anni tribolati è quasi rinata. Riposa il tuo fisico e la tua mente. È giusto “sospenderci” ogni tanto, quando ne avvertiamo la necessitá. Il cuore, il tuo, quello non si riposa e continua a donare ai nostri in un magico cerchio di affinità e affetto.
    Ci sentiamo presto, un abbraccio fortissimo e “sorellesco”
    Flavia

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  8. Carissima Mimma, ogni tanto il fisico ha bisogno di “ricaricare le pile” e io ti auguro di cuore di ritrovare la tua consueta energia in tutti i campi per il nostro piacere di leggerti e ammirare i tuoi bellissimi quadri. Grazie e poi ancora grazie della tua attenzione e generosità nel leggerci e commentarci.
    Un abbraccio grande
    Giovanna Giordani

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  9. Cara Mimma, mi dispiace molto per questi tuoi problemi di salute, non sapevo. Tu, generosamente, pensi ai blog, ai contatti con gli amici, non preoccuparti di questo al momento, rilassati il più possibile e punta sul riposo, soprattutto quello mentale.
    Ti auguro di cuore di ritrovare presto tanta energia. Un caro saluto.
    Piera

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  10. Grazie, cari. Stamattina vanno meglio anche quei fastidiosi dolori, sto facendo delle vitamine del complesso B contro le polinevriti e ho avuto sollievo. Che volete, divento vecchietta. Le vostre parole mi toccano nel cuore, dunque, le patate al forno Mimma: io taglio le cipolle e ci aggiungo un fondo di latte, le metto a microonde e intanto sbuccio le patate (le cipolle mi piacciono stracotte), le taglio a pezzetti come preferisco e le aggiungo alle cipolle senza nient’altro, le lascio cuocere a microonde una mezz’ora (questa dose è per una teglia un po’ grande, non enorme, poi provo se nelle patate entra a stento la forchetta, il che dipende anche dalla durezza delle patate oltre che dalla quantità), quando sono quasi cotte ci aggiungo un dado vegetale perché vengano più o meno salate secondo il gusto, una girata di olio d’oliva extravergine (vi raccomando, non fidatevi di olio scadente, non immaginavo quali pasticci facessero per cavare olio commestibile da semplici porcherie) e metto in forno a combinato per il tempo necessario a fare una bella crosticina dorata, esco, giro le patate e dopo un’altra decina di minuti di cottura ripeto la rigirata un’altra volta o due perché in casa le patate al forno piacciono morbide dentro e croccanti fuori. Alla fine sono deliziose. Una poesia di patate. Vi abbraccio forte, evviva la vita.
    Anche la mia stanchezza mentale è diminuita, finalmente, ma stavolta ci sono voluti mesi.

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  11. Non affaticarti a rispondere, tanto lo so che mi vuoi bene.
    Ti ho sempre seguito con affetto e aspetterò le prossime
    patate al forno che mi faranno impazzire.
    Giovanni88

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  12. Cara Mimma, sono addolorata per i tuoi problemi di salute. Speravo tanto che lo stacco del periodo estivo ti avesse permesso di riprenderti totalmente! Ci manchi, questo è palese, e ci auguriamo che tu riprenda a seguire il blog, con tuoi scritti…apri quella bottiglia panciuta e versa i tuoi versi poetici, che hai tenuti racchiusi in essa! Fallo con calma, poco alla volta, ora che il caldo afoso, insopportabile di questa estate appena trascorsa se ne è andato.
    Un augurio sincero di ripresa, pregherò per questo, ti sono vicina in un abbraccio formato Paradiso
    Danila

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  13. Mi sa che la mia malattia si chiama vecchiaia incalzante e irreversibile, ah, ah, ah, ahi. E va bene, col vostro aiuto, i premi e, soprattutto, le preghiere, vedrete che riuscirò ad approdare dove non so, sicuramente da qualche parte. Il viaggio è anche questo andirivieni di speranze talora assurde e di magnifiche illusioni. Vi abbraccio e vi ringrazio.

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    • Sempre aperta, apertissima, ma solo su questo blog perché non me la sento più di andare girando su facebook e affini, appena riprendo le energie ricomincerò la mia piacevole passione della scrittura e della comunicazione, ma dovrò limitarmi a commentare soltanto quelli che mi commenteranno, o se proprio in via eccezionale qualcosa mi piace tanto ed ho molto da dire. Alcuni di voi valgono, ma bisogna essere incontentabili su se stessi e generosi con gli altri. Voglio anche fermare le mie parole fino a quando diventeranno irresistibili e dovrò riprendere a scrivere. Sto anche prendendo un’altra pillola nuova, forse questo senso di stordimento che ho (la pillola nuova, finora, ha ancora avuto l’effetto di acqua fresca) è colpa dell’anticoagulante, per provarlo ho sospeso a lungo qualsiasi altro medicinale, ma non è passato. Io raramente nella vita ho provato un bicchiere di vino, anche mezzo bicchiere, mi dà subito un senso di astrazione che non sopporto, quindi non bevo, ma quella specie di astrazione è continua, non l’accetto più, poi quando passa al fisico e incomincia l’instabilità, allora mi rimane solamente il letto: è la circolazione che non va, speriamo di mantenere l’integrità cerebrale, sento tanta arte dentro di me, vorrei farla uscire. Pregate che non mi vengano le vertigini: quelle vere le ho provate una sola volta, quelle così così quando ho avuto le embolie e mi sdraiavo da verticale in orizzontale per riposare. Passavano rapidamente e, dopo qualche mese, sono scomparse, le vertigini mi atterriscono.

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  14. Io passo a vedere che succede qui anche se non mi commenti, non ti affaticare, anche io sono impossibilitata a stare al pc per lunghi periodi, per un motivo o l’altro.
    Comunque ho visto che hai messo il ‘Mi piace’, è una gentilezza per chi passa e non ha tempo di scrivere. Non ci avevo mai pensato, lo metterò anche io.
    Ti auguro tanta irresistibilità, allora.
    Ciao!

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    • Motivi di salute o di famiglia o quello che è: purtroppo pare inevitabile, ma mi rattrista vedere come sulle spalle delle donne piombino tutti i problemi di casa e del mondo. Io contesto. Poi, quando siamo vecchie e ammalate, qui in Sicilia dicono che diventiamo “capricciose”. Un consiglio finché siete ancora in tempo: pensate a voi stesse, vogliatevi bene, prendetevi tempo, spazio e un po’ di denaro per coccolarvi come più vi piace. E smettetela con l’abnegazione: ve lo dico da cattolica. Sono stufa delle epigrafi con mogli e madri esemplari, ognuno di noi è un poveraccio, non raccontiamo stupidaggini pure al cimitero.

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  15. “Un consiglio finché siete ancora in tempo: pensate a voi stesse, vogliatevi bene, prendetevi tempo, spazio e un po’ di denaro per coccolarvi come più vi piace. E smettetela con l’abnegazione: ve lo dico da cattolica. Sono stufa delle epigrafi con mogli e madri esemplari, ognuno di noi è un poveraccio, non raccontiamo stupidaggini pure al cimitero.”

    UHllalà! Hai ritrovato lo smalto! Sono perfettamente d’accordo con te.
    Bene, bene: stai meglio! Sono contenta.
    Ciao
    franca

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    • Sicuramente mi vado riprendendo e sto meglio, almeno per quanto riguarda quella terribile stanchezza mentale, invece l’abbattimento fisico è sempre forte, dopo quasi due scatole di neuraben debbo interrompere le vitamine per un po’, speriamo di non peggiorare subito. L’importante è sempre di ritrovare nuove ragioni di entusiasmo senza abbandonare le ragioni di gioia precedenti, ma valorizzandole. Le idee inusuali e i cambiamenti fanno bene.

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    • Questa,a cara Katherine, è una realtà delle generazioni immediatamente successive alle nostre, cresciute nell’opulenza e nella libertà sessuale promulgata come normale da tutti i canali televisivi. Manca, ormai, il rispetto per le persone anziane, i nostri ragazzi hanno sempre fretta, il loro telefonino squilla in continuazione per incontri con gli amichetti della stessa età e della stessa maturità intellettuale, per fare cose insieme di cretinaggine assoluta, non leggono, non imparano, gli bastano i riassunti di internet, e si lamentano se lavorano perché si annoiano e non sono apprezzati e se non lavorano perché non trovano come andare avanti, quindi i genitori continuano a dargli soldi, aiuti e sostegno psicologico a vita trascinandosi fino all’ultimo. Ora, dico io, se sono abbastanza grandi da farsi la compagna o il compagno, significa che sono autonomi e pronti a staccarsi dall’ombelico economico con mamma e papà. La colpa è di tutta la società se sono cresciuti così viziati ed i genitori sono anch’essi delle vittime, ma gli errori educativi, alla fine, si pagano con l’abbandono e cosa sarà di loro, come li tratteranno i loro stessi figli? Non oso immaginarlo. Del resto, basta guardare la politica per vedere l’immaturità umana in atto.

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  16. Cara Mimma, condivido pienamente la tua analisi. Purtroppo però allargherei buona parte delle considerazioni anche ai “giovani” adulti: Il contatto con alcuni/molti genitori dei miei alunni, parliamo più o meno di quarantenni, è sconfortante, nel senso che i figli non sono che la loro copia, però in crescita e quindi pericolosa in modo esponenziale all’età!
    Viviamo in una società, passami il termine, degradata, proprio perché svuotata di valori, misera e arrogante nella sua profonda ignoranza e diseducazione.
    Parole di un’anziana e per di più insegnate! Tu mi capisci molto bene!
    Sono felicissima che tu stia meglio e sono certa che dentro di te, vicino ai tuoi cari e anche un po’ in noi che ti vogliamo bene, troverai quella spinta e quel “piglio” mimmiano che tanto mi piace e ti caratterizza.
    Con tanto affetto e un grandissimo abbraccio
    Flavia

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    • Buongiorno, cara Flavia. I quarantenni di oggi sono cresciuti viziati, coccolati e serviti oltre misura dai genitori perché “devono avere tutto quello che io non ho avuto mai”. Una volta la famiglia era formata da un numero maggiore di figli e tutti si rimboccavano le maniche, questo non faceva male a nessuno, oggi due figli e anche uno sono la norma, il che mi sta magari bene perché nemmeno ci si moltiplica come conigli irrazionali , non lo vedo un merito da bravi cristiani. Quello che non sopporto è il modo di crescerli, sono i figli che comandano in casa con la complicità dei genitori. E parlo proprio di genitori quarantenni. Non era buona cosa il pater familias che disponeva a proprio criterio il matrimonio delle figlie, ma non è buona cosa la situazione odierna. I tuoi quarantenni, come la quasi totalità, sono diseducati alla vita, tutti promozioni (io a scuola andavo bene, ma ho sentito che mio padre, in un colloquio con la professoressa di lettere, le diceva: se non studia la bocci) , raccomandazioni, sotterfugi e astuzie per passare avanti a chi merita di più. Così arrivano a posti prestigiosi certi imbecilli ignoranti che potrebbero al massimo, per vivere, dedicarsi all’agricoltura o allo svolgimento dei servizi domestici, invece fanno i medici e ammazzano la gente, gli ingegneri e costruiscono castelli di sabbia, i professori e rovinano gli allievi. Del resto un bravo contadino e una domestica capace, ormai, sono fenomeni rari anche loro, ma facciamo finta che i nostri quarantenni, con un po’ di impegno, potrebbero imparare questi mestieri. In compenso siamo tutti poeti e il cielo sa cosa provo a vedere la poesia tanto offesa, umiliata e calpestata dai parolai senza talento, incapaci perfino di copiare. Una volta c’era l’educazione e quando la mia mamma diceva no era no, lo scappaccione era sacrosanto e il silenzio necessario dinanzi ai suoi insegnamenti che, allora, mi sembravano duri e oggi riconosco sacrosanti. L’educazione è finita perché non esiste più il rispetto degli anziani, ti sbuffano davanti e se chiedi qualcosa si defilano per quanto coscienti che la tua mente, almeno per il momento, è perfettamente a posto e ragioni bene. Comunque non è mai troppo tardi per chiudere il borsellino o questi non la smetteranno mai di lamentarsi e fare danno. Svezziamoli e, con nostra sorpresa, prenderanno in pugno la propria vita. In quanto agli anziani, non pretendano dai ragazzi una perenne compagnia, ore di assistenza e non diano fastidi continui chiamandoli sempre sul telefonino, non siano egoisti e li lascino più liberi possibile.

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  17. Dal commento precedente deduco che va meglio, vero Mimma? Condivido in toto le tue parole, sono stati commessi errori e ne paghiamo le conseguenze, comunque lo sappiamo e siamo in tempo per rimediare. La crisi economica sta illuminando le menti: si cresce quando manca qualcosa.
    Ti auguro una serena e buona ripresa.
    affettuosamente
    annamaria

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    • Sono qui anch’io, spesso ho pensato di scrivere un elogio dell’imperfezione o elogio del lunedì o chissà che. O magari anche un elogio della delusione, della precarietà e del mal di denti che ho avuto oggi, ma non si capiva se fosse di denti, di gola o di ossa a turno.
      Un abbraccio grande a te e a tutti.

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    • Anzi c’è di più: il sole è sempre sulle nuvole, il termosifone del pianeta e dei cuori. Certe volte avere speranza e ancora pazienza non è piccola cosa, tuttavia di meglio non c’è su questa terra dura e bella. L’altro ieri pensavo che se tutta l’umanità, sempre, fosse nata senza la vista degli occhi non avremmo immaginato quest’universo enorme intorno a noi, eppure ci siamo dentro. Così chissà quante cose non sappiamo per quanto siano vicine. E intanto ci ammazziamo nell’anima e talora anche nei corpi col disamore, il dubbio, le bugie e senza scusare mai l’altro, ma accusando volentieri appena possibile. La politica della televisione è il segno emblematico della tendenza umana alla sopraffazione sul più debole, ma nel nostro piccolo e in famiglia sappiamo essere cattivissimi ogni volta che lo vogliamo. Ricambio l’abbraccissimo con ogni energia.

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  18. “In compenso siamo tutti poeti e il cielo sa cosa provo a vedere la poesia tanto offesa, umiliata e calpestata dai parolai senza talento, incapaci perfino di copiare. Una volta c’era l’educazione e quando la mia mamma diceva no era no, lo scappaccione era sacrosanto e il silenzio necessario dinanzi ai suoi insegnamenti che, allora, mi sembravano duri e oggi riconosco sacrosanti. L’educazione è finita…”

    Parole “sacrosante”, Mimma cara, non potevi esprimere meglio questo deludente disagio in cui ci si sente immersi. E non è supremazia intellettuale o consapevolezza della propria bravura, al contrario è umiltà intellettuale e rispetto per l’arte e la cultura. Tutto è lecito, tutto è consentito, basta mi dichiari tale e chi sei tu per giudicarmi? Mai come ora s’è vista tanta arrogante ignoranza, gente che fa poesia sul nulla, festival di poesia(riconosciuti, bada bene) che sono farse autoreferenziali d’impossibile ascolto. Scusa lo sfogo, Mimma, ma se guardo al panorama poetico anche della mia città vedo solo starnazzanti presuntuosi. Gli altri, i poeti veri ci sono, ma chissà perché a questi la visibilità viene negata. Forse il problema è a monte…?
    Ti abbraccio con tanto affetto, sperando che tu stia meglio e confidando di leggerti presto
    La tua amica/ sorella
    Flavia

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    • Purtroppo, cara Flavia, è così. Per questo non mi piacciono i concorsi né i libri pubblicati a proprie spese, è tutto davvero tanto triste: io lo scrivo, io lo pago e lo pubblico, l’editore di quinta categoria incassa. Non sono d’accordo e mi dispiace sinceramente per le poche persone di talento (e su internet qualcuna c’è, a incominciare da Cristina Bove, che non ha mai tirato fuori un centesimo per le proprie pubblicazioni) che devono vedersi trattare come e peggio dei parolai. Ora questi ultimi non sono del tutto stupidi: sanno bene di non valere niente e che non basta mettere insieme due frasi stenterelle o premeditatamente ingarbugliate per fare poesia, ci vuole ben altro, ma nella palude generale i primi ad andare a fondo sono i poeti autentici, non poeti in tutto e sempre, bada bene: parlo di coloro che stringono a sè una scintilla e cercano di darla, talora riuscendoci.
      La mia salute andava un po’ meglio, ma negli ultimi giorni sono peggiorata, ho avuto forti dolori artrosici, non posso fare una cura seria per non disturbare tanto la coagulazione e così debbo soffrire, l’altra volta mi torcevo nel letto con tutta la mascella sinistra in fiamme, questo per essermi affacciata alla finestra ad accarezzare la mia gattina, il cambio d’aria tra il dentro e il fuori è rovinoso, altro non ho fatto, sono rimasta in casa. Disperata ci ho spalmato il lasonil, non so cosa abbiano messo lì dentro, ma Dio li benedica: in meno di due minuti il dolore mi è passato, scricchiolo da tutte le parti, ma si può sopportare, il peggio è quando incominciano quelle fitte costanti.
      Due volte sole mi sono trovata a Messina ad un convegno di poesia, ho sentito cose allucinanti (ma un vecchio poeta vero e appassionato c’era pure: era lui che presentava i poetucoli), c’è troppa zavorra e troppe coppe.
      Ti abbraccio, cara: sono contenta di averti conosciuta.

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    • Non voglio essere pessimista, Cristina, tu mi conosci per una persona (la Mimma migliore) capace di sperare, ma purtroppo, quando è il corpo a mollarti, cosa farci? Ultimamente, poi, le giornate mi volano, anche le settimane, il tempo ha preso una corsa, non ho finito di vivere l’estate ed è già Natale. La vecchiaia ha strane dimensioni. E mi serve molto coraggio per affrontarla. Così, invece di diventare lagnosa sul blog, preferisco confidarmi col cassetto. Come facevo prima.
      La stima per te è grande e la meriti tutta. Adesso passo sul tuo blog per vedere se posso ordinare il romanzo.

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      • io ti stimo tantissimo proprio per queste tue doti di ottimismo, ma capisco anche che la salute ha il suo peso nella quotidianità.
        Anche a me il tempo vola, e sì, la vecchiaia incombe e bisogna adattarsi.
        Coraggio, carissima, resisti, e magari ci sarà una schiarita che non ti aspetti.
        Grazie per aver ordnato ll lbro.
        io contnuo ad aspettarti,
        un abbraccio
        cri

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  19. Io la sensibilità poetica non ce l’ho proprio… ci provo, ci provo ma mi manca. Raramente mi capita di emozionarmi. (Tempo fa proprio grazie alla Cristina Bove, ancora su Splinder. Ma è raro) Sento che mi manca qualcosa. Sono.. come dire… 😀 DEFICIENTE Ahahah!
    Sono più da storielle.
    Una, dai…!
    L’inverno scorso, inattiva a causa della schiena, mi ero messa a sfornarne anche io, ma solo nella testa! Le costruivo mentalmente… potrei metterle giù ora, dato che preparare dei post ‘seri’ mi richiede troppo tempo. Ma mi mancano le tue!!

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    • E come possono mancarti le mie se questo blog ne è pieno? Cerca nelle categorie, alla tua destra, scendi e fai clic su poesie, scritto a lettere cubitali. Ci sono poesie normali, arrabbiate e perfino qualcuna religiosa per il Natale e la Pasqua, sono tutti i miei aspetti interiori. Per quanto ti riguarda, perché mai affliggerti o sforzarti? Intanto potresti sbagliarti nel giudizio così perentorio di non essere un poeta, secondariamente trovo che questo atteggiamento sia comunque il più proficuo per iniziare, punto terzo sono invece preoccupanti coloro che, con quattro parole sbilenche, senza cultura né studio, si mettono a pubblicare libercoli penosi sui quali non c’è come trovare un punto valido. E si offendono subito. E perché dovresti preparare post seri? Lascia che vengano fuori freschi come un uovo appena scodellato dal culetto bruciante della gallina o come un fiore di campo, tanto per essere più vaga, o il volo di un’aquila dalla testa bianca, anche tutta nera va bene. Sii naturale e vedrai. Ed infine, la poesia è uno stato d’anima prima che parole. Che ne dici?

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      • Grazie, ho bisogno di qualche strigliatina. In quanto alle tue storielle… devo controllare, ma mi sa che le ho lette tutte; compreso un racconto lungo con tanto di colonna sonora cantata da te!!!! Le poesie no, generalmente mi stufo (non sempre ma quasi). Ok, vedo di non affliggermi. Mi tengo prosaica!
        Un abbraccio

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    • Sì, Katherine, un po’ meglio, dopo tanto riposo la mia mente sembra placarsi di giorno in giorno, il problema più grave, adesso, è nel fisico, appena l’umidità aumenta di poco le mie ossa si ribellano, non posso fare antidolorifici efficaci a causa dell’anticoagulante quotidiano e del resto, quando vi sono stata costretta, il rimbambimento che viene mi è insopportabile, preferisco stare chiusa in casa al caldo piuttosto che sentirmi come un’ubriaca e fuori di me.
      Voglio riprendere con il blog, ma dovrò limitarmi a rispondere ai commenti ricevuti e niente più esagerazioni, ha ordinato lo specialista, il quale ha visto i contenuti di questo blog e si è preoccupato della mia salute mentale. Sono arrivata anche ad avere improvvisi attacchi di panico, che al momento sembrano scomparsi solo col riposo, senza medicine.
      Sto anche cercando di controllare l’insonnia, che dopo tanti anni di alzatacce notturne mi ha ridotta male: entro certi limiti funziona il rilassamento guidato, se però mi inquieto (come nelle ultime due nottate che ho fatto) è meglio alzarmi o sennò è davvero troppo per le mie resistenze.
      Un abbraccio tenero a te e a tutti gli amici che ogni tanto passano da qui. Percepisco il vostro affetto e me ne sento sostenuta. Ecco, ho deciso: vado a postare una mia favola, è un tema scottante, molto attuale.

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