Ignari o quasi

Ognuno ha la sua goccia. Così andiamo
infiniti
ascoltando il brulichio
di vermi e grandi ali
con colori e tutù e dna.

Esistiamo. Pianeti di contrasti
in orbite senza occhi per vedere
sufficientemente
gli strani umori dell’erba
e le galassie di cui siamo il granello. Il giro
di un’armonia che non abbiamo suscitato
in equilibrio nel vuoto
fra altri equilibri e intelligenze
e grosse pietre che si muovono, ciò che sorprende
è l’ordine e come scintillano la notte
lucciole nelle siepi e stelle. La vis a tergo
del sangue nei nostri corpi. Nascono
crescono muoiono nascono.

Domenica  Luise

(Elaborazione grafica di Domenica Luise su un proprio disegno)

23 pensieri su “Ignari o quasi

    • Mirka, questo abbandono, quando la nostra ragione prova difficoltà ad un intendimento chiaro, è il migliore atteggiamento per accostarsi all’anima di un’altra persona. Anche io ho spesso un po’ di difficoltà a capire quando ti leggo perché capita di andare più nel profondo di se stessi, dove il razionalmente spiegabile sfiora e anche tocca il subcosciente. Allora a chi scrive pare chiarissimo quello che dice, ma non a chi legge. Altre volte è oscuro anche a noi stessi, ma qualche rara volta, nei commenti, c’è chi riesce, senza sforzo, a capire razionalmente l’espressione irrazionale spiegandola allo stesso autore. Trovo ciò semplicemente sorprendente.

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  1. Siamo solo di passaggio su questa terra. Per questo. a mio avviso, dobbiamo rispettare il creato in ogni sua forma e goderne finchè ci è possibile.
    Mi piace in modo particolare questa tua frase:
    Nascono crescono muoiono nascono
    Abbraccio cara

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    • A me ha fatto sempre impressione la stranezza della vita e come si perpetua in questo ruotare continuo. E poi, abbiamo in noi questa grande fragilità che mi commuove per il contrasto con lo spirituale, che cerca l’eterno, una sopravvivenza, un Dio da prendere per mano e ci accolga insieme. La poesia è un segno di eterno: può uscire soltanto dallo spirito.

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  2. “…in equilibrio nel vuoto
    fra altri equilibri e intelligenze
    e grosse pietre che si muovono, ciò che sorprende
    è l’ordine e come scintillano la notte
    lucciole nelle siepi e stelle…”
    Bello!

    franca

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  3. La “Genesi: i giorni creativi”, dal punto di vista di Mimma. Bellissimi versi.

    Peccato, che la prima coppia -aizzata da un angelo ribelle- è scivolata nel peccato o, meglio ci ha venduti schiavi al peccato, spezzando provvisoriamente “l’eternità”.

    Un sorriso con un abbraccio, Edo

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    • È vero, abbiamo perduto molta innocenza, ma molta possiamo recuperarne attraverso la presa di coscienza che la vita, con le sue situazioni, ci impone. Allora facciamoci coraggio e, il più possibile insieme poiché l’unione dà forza, guardiamoci dentro e intorno per capire qualcosa del mistero nel quale navighiamo. Il dono della poesia è grande, ma va usato con umiltà e gratitudine perché può essere ritirato in qualsiasi momento, molti poeti eccellenti hanno raggiunto una pienezza e poi sono decaduti, il perché non si sa, sono comunque sicura che guai a credersi arrivati o superiori agli altri. Io dico sempre una frase strana e, soprattutto, la dico a me stessa: la poesia è un’amante difficile.
      Dai risultati effettivi si deduce che all’inizio la prima coppia dovette combinarla grossa, la mela pigliamola pure come una metafora, ma qualcosa ci fu che danneggiò il ceppo umano e subordinò alla sofferenza e alla morte qualsiasi cosa vivente.

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  4. Cara Vagabonda, mi era sfuggito il tuo bel commento incoraggiante. Sai come mi sento di fronte ad ogni poesia e, in sostanza, ad ogni persona? Come se io avessi disponibili molti capi di tanti gomitoli, ma ne potessi prendere uno o due o tre, non di più, talora rimango spaesata perché “non vedo”, però se aspetto in abbandono trovo almeno un capo e, seguendolo, anche qualche altro. La poesia moderna, coi suoi straordinari pudori oscuri, certo non aiuta a “vedere” , ma poi, quando i barlumi si moltiplicano, che magnificenza e quale unità dell’essere umano nei secoli. È come essere una cosa sola rimanendo ognuno unico. Un’esultanza intellettuale.

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    • Invece, a mio parere, è un concetto giustissimo ed è anche vero che sia una bella sensazione dello spirito in quanto ci si sente contemporaneamente liberi (l’arte è libertà, assorbe, toglie i pensieri, distrae. Se scrivo o dipingo intorno a me ci possono essere gli strepiti, io non sento niente) eppure inseriti nella propria realtà quotidiana. Tuttavia ricordiamo sempre che la follia artistica non è come quella normale, si tratta di un’esaltazione intellettuale creativa saporosissima. Anche il semplice studio appassionato è gustoso, ma nel creare dal nulla c’è molto di più, ci si effonde fuori di sè. È una follia “buona”, che in molti autori anche di grande valore artistico è deviata verso droghe, alcool e una vita sessualmente disordinata alla ricerca di quel “quid” in più nella propria ispirazione, per questo si è tanto parlato di genio e sregolatezza, poiché le due cose spesso sono andate insieme.

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