Miele

Uno torna a casa pensando che il motore della macchina fa un singhiozzo strano e oggi ha voglia di spaghetti, aglio, olio e peperoncino, idee svagate, a breve riceveremo una visita di mia suocera, che ha scadenze bimestrali improrogabili e deve vedere d’urgenza sua figlia e che noia, fra un’ora e mezza debbo tornare in cantiere. Vado e vengo da un io soggetto al me complemento oggetto e dall’attivo al passivo, uffa, il mio corpo scalpita ogni volta che la segretaria, in tuta blu lenta e ballerine raso terra, si avvicina con una scusa o l’altra, oggi ha trovato un micetto nero da malaugurio abbandonato sul marciapiede e subito l’ha messo fra le mie braccia: <Vedi, Cicciotto mio, quant’è carino>, io non sopporto i gatti, ma poiché mi piace lei, e una volta anche mia moglie mi era piaciuta così, se non di più, l’ho preso e accarezzato, era ispido, con gli occhi bavosi e mi ha fatto le fusa.
<Chiamalo Bruttissimo> ho detto, lei si è messa a ridere: <Vuoi scherzare?>.
Il bavoso ha incominciato a strusciarsi  contro di me e a ciucciarmi sul doppio petto grigio a righine sottili di pura lana vergine garantita, così lei l’ha ripreso e poco dopo è andata a portarlo dal veterinario senza chiedermi il permesso.
Adesso che viene a letto con me gioca a fare la padrona, si è accorta che mi piace ed io non riesco a tenerla in pugno a nessun livello, è lei che vince.
Mia moglie, invece, l’ho soprannominata Miele. Mai un broncio in due anni e mesi spiccioli di matrimonio, un contrasto, una parola, sempre sissignore. Che noia. Dopo tanto tempo insieme possiedi tutto di quel corpo e l’uomo è poligamo, si sa, checché se ne dica.
Non ho ancora aperto il risultato dell’analisi che ho fatto al polipo del colon, tanto sono tutti benigni, si sa anche questo. Mi sento la salute in ogni cellula. Miele, invece, ha sempre il mal di testa, deve essere genetico, anche sua madre, quando è qui, spesso corruga gli occhi e stringe le labbra, ma non si lamenta.
Fermo la macchina davanti casa e vedo il capannello di gente, per terra c’è un corpo coperto da un lenzuolo da cui sfuggono i capelli biondi di Miele.
La riconosco subito e sento un colpo dal cuore fino allo stomaco, netto e rovente.
<Miele, Miele, Miele> grido come un pazzo, e poi:
<Amore>.
Mi dicono che è uscita di corsa proprio dieci minuti prima ed ha attraversato senza guardare, così mi ricordo di averle appena telefonato per dirle che avevo voglia di spaghetti, olio, aglio e peperoncino.
<Ma ho già fatto la pasta al forno>.
<Pazienza>.
<Vado subito a comprare l’aglio>.
<Sei un tesoro>.

Domenica Luise

                                                             Fiele

È la sensazione che la strada s’incurvi nel fondo. La prima volta che guido dopo di te, Miele. Morta per uno spicchio d’aglio, quale vita vale così poco? Voglio andare al lavoro, ho buttato il casco sul sedile dietro, lei diceva tutte le volte:< Non dimenticarlo mai, non si sa, può capitare una cosa>.
<Sì, mammina> scherzavo io e la baciavo, il suo seno sussultava e aveva la bocca morbida.
Volevamo un bambino, ma presto non ne avevo più parlato. Sostituito dalla segretaria. Come ho potuto fare.
Fermo la macchina perché tremo e piango, urto contro una busta che ho ancora nella tasca del vestito elegante, di pura lana vergine garantita, prima c’era lei a portarlo in lavanderia, adesso l’ho messo spiegazzato com’è. Povera Miele, l’ho amata così poco. Mi ricordo del risultato dell’analisi al polipo del colon, così apro e leggo. Si tratta di cancro maligno, due mesi di vita, forse.
Un forte senso di irrealtà. Non me ne importa niente.
E invece mi viene in mente la faccia del disgraziato che l’ha ammazzata, era distrutto, pallido e gelato, ci siamo abbracciati come due naufraghi persi sull’isola deserta. <Mi creda, si è proprio buttata sotto, correva, non guardava, e sorrideva pure>.
Difatti quello strano sorriso le è rimasto finché l’ho dovuta chiudere, con l’abito da sposa, in una cassa così piccola. L’ho voluta tutta bianca, lo meritava. E sembrava, invece, una bambina di prima Comunione.
Al funerale la madre ghiacciata senza lacrime, che è svenuta, mio suocero col  bastone, la cugina, il marito, la sorella divorziata coi tre figli, il fratello con la famiglia, anche loro pronti a separarsi, no, no, avrei voluto gridare, non sprecate l’amore, il tempo è breve, basta un filo di capello oppure uno spicchio di aglio. E appena entrato in casa c’era il profumo della pasta al forno come la facevi tu, mia indimenticabile.
E tutto il paese stava lì, il prete piangeva sull’altare, seppi di Miele altre cose, che faceva il catechismo ai bambini piccoli, non mi aveva detto niente, che andava a visitare i malati, perché non mi diceva più niente? Poverina, quanto l’ho amata poco, chi si sente disamato si rintana in un fosso di silenzio. Adesso, però, la fossa è vera e lei vi è scesa in abito di lusso. Quando si pavoneggiava davanti a me: <Non credo proprio che porti sfortuna farsi vedere prima dallo sposo.
Sono bella?>.
<Sono contento di venire da te, Miele> dico stringendo quella carta in mano.
Prendo il telefonino e chiamo l’investitore, non mia madre né la mamma o il padre di lei, non la segretaria, non i miei due fratelli. Arriva immediatamente e parliamo.
Ero bambino l’ultima volta che ho confessato al prete i miei “cattivi pensieri” perché volevo disperatamente un bacio dalla compagna della quarta elementare. A lui, invece, racconto tutto.
<Ci penso io alla signora> dice.
<Quale signora?>
<La sua segretaria>.
<Non ne voglio più sapere, non torno al lavoro, tanto è questione di poco>.
<Disponga di me liberamente>.
Piego la testa sul petto: <Quanto l’ho amata poco> dico.
<Mi potrai perdonare?> piango inerme tra le mani del suo uccisore.
Quell’uomo non può rispondermi con nessuna parola di conforto. E difatti sta zitto, a lungo.
Dopo, sottovoce, dice: <Coraggio>.
La parola più inutile e frequente.

Domenica Luise

29 pensieri su “Miele

  1. sono costernata! andava punito, certo, ma COSI’…?!? Dopo la tenerezza per il micetto e tutto il resto il finale è una vera doccia fredda. Due anni di matrimonio sono così pochi… Miele era sicuramente giovane…
    Insomma, un racconto che rispecchia fedelmente l’assurdità della vita
    baci

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  2. Solo due anni e l’amore in qualche modo era già sfumato; poi ci si mette il fato a portare dramma e probabili sensi di colpa, anche se mi pare che l’uomo non sia molto sensibile.
    La tua coppia era male assortita. Pagina ben scritta con quella giusta incitazione a vivere meno superficialmente il proprio quotidiano.
    Ciao Mimma
    ti leggo sempre ma commento poco perché, in questo periodo, ho molto da lavorare e sono piuttosto stanca.
    Buona primavera e un maggio di lucciole

    franca

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    • E pensa, Cristina: quando lui è entrato in casa, che profumo di pasta al forno gli sarà venuto incontro. E che rimorso. E quale coscienza amara: tutto meritatissimo. Così impariamo ad amare ciò che abbiamo senza sconfinare nell’orto altrui.

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  3. Buonasera, amici. Volevo parlare dell’amore sprecato appresso alle cose stupide come la segretaria seduttiva e mettere in evidenza il modo di ragionare di lui, che chiama “Amore” la sua donna appena nell’attimo in cui la perde. Se lei è morta felice non lo so, ma non credo: ha soltanto tentato di salvare il suo matrimonio e l’uomo che l’affascinava, io non sarei mai uscita di corsa a comprare l’aglio per fargli un altro tipo di piatto mentre la pasta al forno riempiva di profumo tutta la casa. Amare troppo e manifestarlo così è sempre un errore: si perde mistero, si diventa scontati fino a stufare. Soltanto dopo l’altro-a capisce quello che ha perduto quando lui o lei si allontanano sconfitti e senza speranza, che è quasi come morire.

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  4. Povero…marito che feroce sei stata Luise potevi fare rimanere Miele un pò in coma tra il certo e l’incerto, così lui il povero marito poteva riflettere’? 😉
    E cmq, vere ed amare le tue riflessioni, non bisogna dare mai troppo e nulla di scontato anche se sei presa.. presa ed innamoratissima, perchè poi essere troppo accondiscendenti o disponibili può irritare alla fine capita come si fa con una leccornia che ti piace tanto, tipo la torta di mele la mangi, la mangi, fino a che ti esce la voglia dagli occhi e dalle orecchie.
    Dolce Serata a tutti ed un abbracciSSimo a te cara Luise
    ♥ vany

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    • Sai, piccola, cosa diceva sempre la mia mamma? “O intra o fora”, che significa o dentro o fuori, cioè o vivi o morti, o innamorati o separati definitivamente, senza mezze misure. Il castigo, per questo mollusco, volevo che fosse totale. Somiglia a troppi uomini che si sentono furbi, anzi intelligenti.

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  5. Io, Mimma cara, sono annichilita di fronte alla BELLEZZA di questo racconto.Inoltre sono commossa che di più non si potrebbe. La mia ammirazione, amica cara, e un bacio

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    • Si poteva anche intitolare L’amore sprecato e spero si capisca bene quanto, invece, bisogna difenderlo e coltivarlo. Perché altrimenti la fiamma si spegne e non si capisce cosa sia peggio: la morte del corpo oppure un amore morto.

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  6. Ottimo e abbondante, come si dice in gergo da ristorazione quando un pasto garba.
    Ma una cosa mi ha sbalordito , sai..??
    La sicurezza con la quale avanzi in un contesto familiare e psicologico degno quasi di esser tradotto in film.
    Dando più personaggi potresti partecipare ad un concorso, sai..

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  7. Il ritmo incalzante del racconto, che sgorga dal flusso di coscienza del personaggio-narratore, rende ancora più drammatico il finale, sia per la tecnica narrativa sia per il contrasto tra il marito fedifrago e la dolcezza immeritata di una moglie premurosa che va incontro al suo tragico destino pur di soddisfare un desiderio dell’uomo che ama…

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  8. Mi è piaciuto molto questo racconto breve, certo due anni sono pochini per stancarsi della moglie, però mi astengo dal dare giudizi di genere perchè ogni storia di vita è a sè e attualmente conosco quasi più coppie separate o in corso di- piuttosto che sposate… Buona domenica 🙂

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  9. Chissà se l’ha mangiata la pasta…scommetto che mentre piangeva l’ha fatto, magari lacrimandoci sopra e convincendosi che non doveva sprecare l’ultima cosa fatta dalla “sua” Miele…cmq è veramente tragico che ci accorgiamo sempre dopo averla perduta quanto ci era cara una persona…siamo veramente “fatti” male…

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    • Ti giuro che mentre stanotte scrivevo questa seconda parte ho fatto il tuo stesso pensiero, soltanto non ho voluto esagerare. Lo so che il racconto è duro, ma il mio scopo era di incidere a fondo su questa cosa che non vediamo l’amore vicino e intanto lo cerchiamo chissà dove. Ed anche volevo dire alle ragazze come la sua segretaria: non giocate col capo. Prima o poi lui la piglierà sul serio e vi troverete in una storia di dolore inevitabile. Lasciatelo stare nel suo, niente scollature ai capezzoli (e parlo per averne vista una, in chiesa, a un venticinquesimo di matrimonio, proprio la festeggiata) e gonne strizzate, attente. Se gli uomini vi vedono vestite come un’attricetta spogliarellista, cosa debbono pensare? Se poi credete di piacere spogliandovi, toglietevi l’illusione: i maschi non sono così scemi.

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  10. Veramente un quadretto lucido e chiaro, una doccia fredda, una fine drammatica, senza possibilità di riscatto. Due comportamenti estremi dei due coniugi, ma molto veritieri. Ho letto tutto d’un fiato e ne sono rimasta sconvolta per tanta ovvietà e saggezza allo stesso tempo. Ho letto anche tutti i tuoi commenti e i consigli di tua mamma. Ma quando non si ha sicurezza dei propri e altrui sentimenti? Ci si deve considerare “fori”? L’amore è fatto di tante sfumature e delimitarlo mi sembra difficile. Il tradimento aiuta a capire che c’è insoddisfazione nel matrimonio, ma decidere non è mai facile…

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  11. Violetta, cara, buongiorno. L’amore è fatto anche di sentimento, ma non soltanto e viene provato duramente dal quotidiano. Essere innamorati è l’inizio, dopo incomincia la fedeltà. Anche nel colloquio tra l’anima e Dio l’amore viene purificato col vuoto, che chiamano aridità. Non è diverso tra l’uomo e la donna. Sentire quella passione dà una falsa sicurezza, che non garantisce nulla. È meglio saperlo e stare in guardia. I dubbi vengono poi, quando il matrimonio e la convivenza aprono gli occhi ai vicendevoli difetti. Un divorzio è una dura lacerazione tra due persone che hanno diviso l’intimità del letto, specialmente se ci sono figli, questo si sa, ma non è una soluzione, si ricomincia e la musica è sempre quella: l’amante che sembrava ideale diventa lagnoso-a, geloso-a, seccante, insopportabile, perde lo smalto in un fiat e ci si ritrova punto e a capo, magari con un figlio qui e uno o due lì. La “famiglia allargata” felice delle soap televisive è l’ultima menzogna.
    Se il marito si rivela deludente possiamo stare tranquille che anche noi siamo deludenti per lui in un modo o nell’altro e dal suo punto di vista. Queste cose sono sempre vicendevoli. Allora dobbiamo sganciarci e trovare altre nostre linee di realizzazione valide: le amiche, il cane, i blog, la poesia, la musica, i film, gli incontri e i seminari per questo o per quello, senza ridursi soltanto all’uncinetto e al servizio delle necessità altrui. A breve pubblicherò un altro racconto su questo argomento.

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  12. perdere è anche perdersi
    solo che non lo si capisce mentre, ma sempre dopo.
    però io non la vedo in maniera così drammatica la famiglia allargata e qualunque altra decisione metta la donna sullo stesso piano dell’uomo.
    basta con l’angelo del focolare e le mille arti per tenersi un marito!…
    studiassero loro, anche una sola arte, per tenersi la moglie!
    ciao

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    • Chi ama, cara Cristina, o uomo o donna che sia, escogita mille arti per tenersi l’altro-a. Io volevo puntualizzare amaramente quel capire soltanto quand’è troppo tardi. E ogni tanto finisce male per tutti come in questo caso.

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  13. c’è amore in questa storia ed è quello di Miele, lei fa di tutto non solo per mantenere la promessa di fedeltà ma perché lo ama. Gli uomini stupidi si allontanano dalle moglie perché dopo due anni “conoscono tutto del loro corpo” ecco perché li chiamo stupidi perché non conosceranno mai veramente il corpo della donna che hanno accanto e non saranno mai in grado di soddisfarle veramente poiché pensano al solo piacere proprio. Incapaci all’amore trovano rimedi in segretarie bugiarde specializzate in falsi orgasmi.
    Uno degli errori più grossi e banali (proprio perché si potrebbe evitare con tanta semplicità) e il dialogo tra i due su come provare il piacere reciproco e massimo nel fare all’amore …e non si finisce mai di imparare perché anche se passa il tempo l’amore deve andare avanti con gli anni.
    Forse non risulta chiaro il mio discorso, ma so che il mio è un matrimonio, fortunato anche su questo alto ….che non è poco.

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    • Invece, caro Fausto, il tuo discorso è chiarissimo e giusto. Tra marito e moglie il colloquio deve toccare questi argomenti e, come vedi, quando Miele gli si è mostrata in abito da sposa e gli ha chiesto, vezzosa: “Sono bella?” dava inizio proprio a questa apertura. Ti piaccio? Come mi vuoi? Godimi, amore, e che io ti goda.
      La chiusura fra i due è determinata dalla leggerezza dell’uomo e della segretaria, che gioca con lui (il gattino, che porta dal veterinario senza nemmeno dirglielo, assentandosi dal lavoro, perché ormai crede di poter fare liberamente quello che vuole).
      A questo punto Miele può soltanto amarlo senza riscontro e sperare accontentandolo in tutto. Purtroppo non funziona così: se fosse vissuta avrebbe provocato un ulteriore fastidio ed allontanamento in lui.
      E poiché quest’uomo “poligamo” mi sta antipatico per la presunzione, alla fine gli ho regalato un cancro maligno e l’ho castigato fino in fondo: ecco.
      E sì, ne sono convintissima: il tuo è un matrimonio fortunato anche su questo punto, e non è davvero poco. Un saluto speciale alla tua Miele e vivete a lungo, felici e contenti.

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