Buongiorno, amici, posso invitarvi sul mio nuovo blog? L’ho inaugurato con un racconto breve:
http://beatiipoeti.blogspot.com/
Un abbraccio affettuoso.
Un abbraccio affettuoso.
Domenica Luise
Avviso urgente: se fate clic sul link qui sotto potrete saltare sul blog di Cristina ed avere notizia di una bella antologia poetica alla quale partecipa anche lei:
http://cristinabove.splinder.com/post/25738528#commenthttp:
//cristinabove.splinder.com/post/25738528#comment
Quando si legge la poesia di un autore bisogna guardarsi da alcune apparenze: per esempio una semplicità espressiva, che invece è condensazione di vita oppure dall'uso di parole poco abituali, antiquate o rare, che invece sono ansia espressiva. In entrambi i casi c'è un inganno dell'autore stesso, che mentre si confessa smuove le acque per essere soltanto intravisto senza essere posseduto.
Questa poesia di Cristina Bove si legge, si capisce e, volendo, si commenta d'un fiato, in cambio lei ha detto molto e il commentatore non ha penetrato niente.
La culla era un cassetto del comò
la bambola di pezza
anzi di cartapesta
aveva gli occhi disegnati blu
i capelli di stoppa
e mia sorella la ninnava a sera
io no
facevo finta d'esser grande
volevo solo leggere e imitare
mia nonna che faceva la frittata
e mi faceva sbattere le uova
La poca vita andava condivisa
con le amichette della stessa scala.
Ma c'era un'assoluta povertà.
Allora mi domando
oggi che abbiamo tanto
e questo tanto non ci basta mai
dov'è che abbiamo errato?
Visto che non è certo il capitale
a farci progredire
se viene tolto al povero e arricchisce
la curia il governante ed il banchiere.
Si disquisisce tanto sull'amore
Intanto che il regresso
è in atto e sta togliendo ogni valore
al clandestino come al manovale
e non permette più di rinsavire.
Ovunque
pare stia vincendo il male.
Ma forse non è vero e c'è chi ama
davanti a un forno mentre cuoce il pane.
A differenza della sorella, Cristina non ama giocare con le bambole. È un atto di disperazione, come quando l'innamorata pazza grida al proprio uomo: non ti amo più.
Tu non mi ami, nemmeno io ti amo più, allora me ne piglio un altro. E Cristina si prende i libri e "la frittata" della nonna, cose da grandi. Già.
Chissà se guardava di sghimbescio la sorella, che quando giungeva la sera cullava la sua bambola prendendola dal cassetto del comò. Sicuramente si chiedeva cosa ci trovasse.
Bisognava condividere il pochissimo che avevano con le amichette della stessa scala. Era consuetudine dei poveri.
Adesso i tempi sono cambiati ed è vero, abbiamo tanto, ma soltanto un di più materiale.
E qui giungiamo al punto nevralgico della poesia: Cristina soffia il suo attacco e si chiede dov'è lo sbaglio perché tanto non sono i soldi a farci progredire, li hanno tolti ai poveri e si sono arricchiti "la curia il governante ed il banchiere".
A questo punto metterei in evidenza il titolo: Non era felicità nemmeno quella come non è felicità questa.
In realtà l'essere umano non è capace di vivere contento,manca la saggezza perché sull'amore si disquisisce sempre e non si agisce mai con fatti concreti.
Sembra che tutti insieme stiamo piombando nella voragine di un vuoto umano infinito, ma…
ecco la speranza o sogno o illusione: forse non è vero.
E l'ultima è l'immagine che tutti accarezziamo: " e c'è chi ama davanti a un forno mentre cuoce il pane".
L'uomo è tornato alla sua funzione più vera: nutrire e nutrirsi. Il profumo terreno.
Domenica Luise
Per ascoltare le poesie di Cristina interpretate magistralmente,
con una delicata musica sullo sfondo, fate clic su questo link:
http://neobar.wordpress.com/