Buona estate a tutti!!!
Mimisia era una zanzara di campagna sottile, brunetta e zufolante, sempre piena di “mestieri”.
“Debbo fare le faccende” pensava come prima cosa la mattina presto al canto del gallo. Fuori era ancora scuro.
Prima cosa partorire, operazione lunga e laboriosa, non indolore, per la quale le era indispensabile una goccia di sangue umano che le desse energia. Se l’era procurata di notte, dall’oste ronfante e ciccione, che le aveva girato due sventole riuscendo a colpire soltanto se stesso. Sudato e rabbioso, era rimasto sveglio a strofinarsi il ponfo mentre Mimisia volava nell’acqua stagnante del sottovaso grande in giardino, dov’era la sala parto esposta all’umido com’è necessario. Le partorienti strillavano e i neonati vagivano mentre i mariti facevano, fra i gelsomini, lo spuntino di mezzanotte, anzi di tutte le ore, si nutrivano di nettare loro, raffinati, e intanto preparavano le liste delle nuove mogli future con classifiche delle più carine.
In una saletta parto a pagamento c’era anche una zanzara nobile e ricca, si chiamava Iolina, indossava delle estensioni d’ali madreperlacee, che erano costate una fortuna a suo marito Pippetto, una tunica argentea firmata e partorì sotto anestesia senza soffrire con un infuso di papavero letargico purificato al cento per cento. I tempi, per le zanzare facoltose, erano cambiati, tuttavia aveva avuto bisogno anche lei della goccia di sangue umano, ma le sue umili ancelle, pagate quotidianamente, lo avevano succhiato per lei, omogeneizzato, disinfettato e posto in tazzina perché lo sorbisse dignitosamente. Ogni volta Iolina si lamentava che era amaro e puzzava, ma alla fine doveva berlo o i bambini non sarebbero nati vivi. Cosa non fa fare l’amore materno, quanti sacrifici. Anche suo marito era al bar con quello di Mimisia e tutti gli altri dei dintorni a nutrirsi di fiori vari e divertirsi dicendo male di tutte le prossime donne della propria vita. Qualche sfacciatella sfascia famiglie,anche minorenne, andava a trovarli con la minigonna e la cintura tanto stretta in vita che ogni tanto qualcuna si spezzava come nei film horror. Il secondo argomento dei maschi era la partita a chi pungeva di più nel minor tempo possibile, qui le scazzottate erano all’ordine del giorno e della notte, dopo gli argomenti erano esauriti e si contavano i feriti e qualche morto.
La zanzara Mimisia, a parto concluso e figli volati via belli e svezzati, si mise a lustrare la casa preparando il letto per il ritorno di lui: pannocchia di granturco scricchiolante come materasso e coperta di bava di lumaca, offerte speciali dell’ultima televendita. Egli tornò un po’ inebriato di succo zuccherino e la trascinò a letto dicendo con voce sexy: < Vieni qui, piccola>.
<Sì, sì, sì> zufolò lei rassegnata al prossimo parto.
La zanzara Iolina si svegliò dall’anestesia che i figli se l’erano squagliata senza nemmeno salutare, le umili ancelle l’accompagnarono a casa in fretta, dove prepararono il letto per il ritorno di lui: una piuma di passerotto come materasso e la coperta di tela di ragno della più prestigiosa boutique della città. <Vieni qui, piccola> fischiò l’amato bene come se le desse il primo premio della lotteria, e la trascinò sotto le lenzuola.
O ricchi o poveri, o campagnoli oppure raffinati, tutti siamo uguali nel gioco della vita: le femmine partoriscono e i maschi brindano in attesa della prossima volta.
Nel passato, almeno, la donna non andava pure a faticare fuori casa perché uno stipendio solo non basta, adesso si è evoluta, lavora dentro e fuori.
Domenica Luise
E con ciò, inizio le mie vacanze lasciandovi in compagnia delle zanzare, però risponderò ai commenti se avrete voglia di me come mi auguro poiché io ho sempre voglia di voi. Se poi vi verrà desiderio di leggermi, avete tutto pubblicato su questo blog con un’ampia scelta, vi basta andare su categorie alla vostra sinistra nella pagina di apertura e cliccare sull’argomento che vi piace: volete una stupenda poesia mimmiana, un pensiero, un quadro, uno stucco? Vi volete preparare il bianco mangiare, la pasta tricolore o la torta quadro? Vi è venuta la voglia di una favola come si deve, con lieto fine e speranza a piene mani? Oppure vi vanno quattro belle risate, che so io? Scegliete pure. Al vostro posto io Mimma non me la perderei, è una delle poche persone sincere che ancora conosco. Io controllerò sempre questo blog appena ci sarò per cancellare, come raramente ho dovuto fare, qualche commento scemo, quindi non sarò completamente assente, mi fermo perché voglio dipingere, andare in montagna, è estate, si cambia un po’ e non bisogna fare sempre le stesse cose.
Ci risentiremo a pieno ritmo il primo settembre, intanto voglio proprio vedere se fate i bravi, vi lascio i compiti delle vacanze: cercate in questo blog e trovate qualche post che vi ispira, scriveteci su uno o più commenti approfondendo. La poesia scavata è succosissima.
Un grande abbraccio a tutti.