Mimma e Cristina in manicomio


   

 

L'ultimo proclama dell'imperatore mondiale aveva parlato chiaro: tutta l'umanità avrebbe avuto uguale benessere, quindi via gli orpelli, la moda, i colori e le discriminazioni sociali che tanto scandalo avevano provocato nel terzo millennio.
Nessuna famiglia avrebbe avuto più bisogno dell'automobile poiché erano state moltiplicate le scuole via internet e gli allievi, stipati davanti a un maxischermo, apprendevano e colloquiavano con i vari maestri e professori spedendo i compiti tramite mail e ricevendo le correzioni nello stesso modo.  I loro padri abitavano direttamente sul posto di lavoro dove ad ogni famiglia era attribuito gratis un appartamento di due camere e bagno, che era anche troppo essendo proibito generare più di un figlio, una grande comodità così potevano essere sempre disponibili giorno e notte per eventuali necessità imperiali.
Il commercio era fermo non essendoci più nulla da importare e ancor meno da esportare, l'imperatore aveva proibito quei film scandalosi con donne svestite o vestite, i cosmetici, la musica festaiola o sensuale e finanche le campane a morto. Nel silenzio gli esseri umani coltivavano la terra, cucinavano il pasto permesso ed erano, finalmente, state abrogate tutte le feste compreso il Natale.
La frutta migliore, i prodotti caseari e tutti gli animali da macello venivano mandati al palazzo dell'imperatore, che viveva insieme ai i suoi servi, l'harem e i parenti delle varie mogli.
Di notte, da quel palazzo, uscivano tutte le musiche più belle, ma erano proibite ai sudditi. Si sentivano anche voci di uomini compiaciuti e risate di ragazze.  La gente, tuttavia, non poteva parlarne perché ben sapeva di essere controllata mediante telecamere e microfoni spia. La condanna per chi veniva colto in flagrante era la perdita del posto di lavoro e del guadagno per sopravvivere insieme alla famiglia.
Tutte le armi erano state messe fuori legge, tranne che per l'imperatore e la sua reggia, dove anche le signore avevano la loro piccola pistola gioiello appesa al braccialetto perché, si sa, dovevano proteggere il mondo.
Ormai i tempi della costituzione, delle libere elezioni e della democrazia erano quasi completamente dimenticati, nessuno ne poteva parlare, toccava all'imperatore e alla corte evitare che si ricadesse in danni tanto pericolosi.
Nessuno doveva aiutare i ribelli che, talora, osavano protestare.
Le donne non lavoravano poiché non v'era bisogno di loro se non per generare e crescere fino ai tre anni quell'unico figlio concesso, dopo di che egli veniva posto nella classe adeguata alla sua età e sarebbe stato educato nel modo migliore fino ad essere capace di un lavoro utile alla comunità: coltivare i campi, allevare pecore, fabbricare mobili e bare, raccogliere la spazzatura coi carri trainati da buoi.
Questa sì che era civiltà. Tutti stavano bene, dormivano poco, lavoravano tanto, mangiavano per finta, belli magri e senza colesterolo. Un po' stanchi per la verità e anche anemici, l'imperatore regalava un bottiglione di olio di fegato di merluzzo a famiglia una volta l'anno. Bisognava vedere quanto piaceva ai bambini.
Tutti i blog vennero oscurati non essendoci  più niente da dire, alla fine l'imperatore vietò la scrittura privata delle poesie da tenere nel cassetto perché temeva che qualcuna potesse trapelare e mettere strane idee di libertà nella mente di qualche suddito un poco squilibrato.
Qui Mimma a Rometta e Cristina a Roma ebbero l'attacco di furia selvaggia. Si strapparono la tunica cinerea obbligatoria, si vestirono con rami di palma e fiori dei giardini pubblici e si misero a ballare in mezzo alla strada intasando non poco il traffico dei carri e dei buoi.
Così riaprirono d'urgenza un manicomio e ve le richiusero in cella d'isolamento senza carta né penna e tanto meno computer per scrivere.
Allora Mimma e Cristina pensarono soltanto. C'erano due uccelli lontani che sembravano gabbiani, li guardavano sempre dalle grate.
Il cielo cambiava colore durante le stagioni.
Dovettero leggere e riassumere tutti i testi che elogiavano l'imperatore figlio del cielo e della terra.
Così ebbero di nuovo carta e penna e tanto seppero fingere bene la loro conversione che, essendo ormai rimasti in pochi a sapere leggere e scrivere, finirono nel palazzo come poetesse di corte.
Ben vestite e ben nutrite, con un bellissimo appartamento cadauna, furono ricoperte di ricchezze. Mimma e Cristina sbadigliavano.
"Stavamo meglio in manicomio, a guardare i gabbiani e il colore del cielo" pensava Mimma.
"Era meglio il manicomio" pensava Cristina.
Eppure tutti le invidiavano e ammiravano, qualcuno presentava loro suppliche da consegnare all'imperatore.
Quindi il manicomio era dentro la corte oppure fuori?
E chi erano i pazzi? Le poetesse oppure tutti gli altri?
 

                                                         (Fine della prima puntata)


Il giorno seguente due messaggeri sontuosamente vestiti e dotati di pennacchi sgargianti coi colori rosso e oro imperiali bussarono alla porta di Mimma e di Cristina.
<Chi è?> fece la prima, <non apro agli sconosciuti>.
<Da parte dell'imperatore, invito personale>.
Le vennero consegnati un gran fascio di fiori vari e un pacchetto infiocchettato.
Era un astuccio di gioielleria, dentro c'era una parure in oro giallo e diamanti, anello, orecchini, bracciale e girocollo.
Mimma mise subito i fiori nell'acqua preoccupatissima: mica quel vecchio brutto voleva aggiungerla all'harem.
Provò i gioielli, visto che non si sarebbe mai, pena la vita, potuta esimere dall'indossarli, si sentì un albero di Natale e pacchiano per di più.
<Chi è?> fece Cristina  scocciata perché interrotta nel momento dell'ispirazione, <non apro agli sconosciuti>.
<Da parte dell'imperatore, invito personale>.
Anche a lei stesso pacchetto, fiori e appuntamento dopo pranzo nello studio imperiale per un colloquio riservato.
"Piuttosto mi butto dal belvedere del palazzo" pensò Cristina. Una volta l'imperatore aveva voluto condurle entrambe a visitare l'harem, che era pieno di ragazze bellissime e disperate, tutte lo imploravano perché concedesse loro una sola notte d'amore, egli passava a testa alta sospingendole via. Erano molto giovani, con espressioni di bambine, molte erano incinte e camminavano a testa alta là in mezzo. Alcune si strappavano il corpetto e gli mostravano il seno. Non poteva essere che all'imperatore venisse voglia di due signore ancora ben messe, ma attempatelle al raffronto.
Tuttavia con quello lì non si sapeva mai dove andasse a parare. Così Mimma e Cristina, quando si presentarono al colloquio, erano terrorizzate, tutte cariche d'oro e con un po' di fiori nei capelli per dimostrargli che avevano gradito i doni di sua maestà.
Egli stava seduto in una grande poltrona di damasco rosso e oro, indossava un mantello bianco ricamato con perle, brillanti e rubini color sangue di piccione e un turbante capricciosamente arricciato a nascondere l'evidente calvizie.
Era scuro di pelle per le continue lampade che lo stavano bruciando lentamente perché era convinto che gli dessero un aspetto più sano.
Il buon cibo l'aveva fatto ingrassare e così teneva in un bacile lì a fianco tutti gli anelli che non gli entravano più e li distribuiva alle ragazze dell'harem e ai visitatori. Subito Mimma e Cristina dovettero provarne uno a testa e indossarlo, la loro mente frusciava allarmata: non è che adesso erano fidanzate con quel coso?
Il coso, intanto, alzò il dito indice della mano destra e tutti i dignitari, le varie mogli e le concubine sparirono rapidamente infilando la porta senza guardarsi indietro.
<Vi dovrò regalare degli abiti nuovi, così siete indecenti> osservò per prima cosa l'imperatore guardando la tenuta delle poetesse, Mimma in scamiciato nero e camicia a quadrotti, Cristina in jeans larghi e maglietta oversize.
<Oh, maestà, ci ha già ricoperte fin troppo di regali> fece Cristina affranta sotto il peso di tutti quegli aggeggi che la stringevano. Sapeva bene quanti ne fossero morti nelle miniere d'oro per estrarre quel minerale bello e inutile.
<Noi siamo troppo piccola cosa per avere altri doni di sua maestà> si impappinò Mimma arrossendo come quand'era bambina.
<Voi siete le poetesse di corte e meritate questo ed altro> fece l'imperatore suonando un campanello, accorsero uno stuolo di sarte e sciorinarono tutti i veli più fluttuanti e trasparenti immaginabili.
<Possiamo, almeno, tenere una sottoveste? Sa, alla nostra età…> tentò Mimma.
<E a che cosa vi serve la sottoveste?> fece l'imperatore, <da domani in poi vi voglio vedere svestite degnamente>.
Nulla si poteva ribattere. Mimma e Cristina vennero misurate in larghezza e lunghezza, Cristina disse: <Non risparmiate il velo, a noi gli abiti piacciono ampi, le sarte si inchinarono e sparirono rapidamente com'erano venute.

                                                  
                                                    (Fine della seconda puntata)

<Debbo chiedervi una cosa delicata> disse l'imperatore davanti alle due poetesse impalate e costernate, che avevano pure gli occhi sbarrati,
<sareste disposte a fare lezioni di poesia ai sudditi via internet?>.
<Ma certo, maestà> disse Cristina illuminandosi.
<Sarebbe magnifico, maestà> aggiunse Mimma tutta felice.
<Capitemi bene> fece l'imperatore aggrottando le ciglia, <è inutile tentare di insegnare qualcosa a questi cialtroni, buoni soltanto per il lavoro dei campi, alzare baracche dove abitano e segare due assi per tavolino e sedie, non è buona cosa che la loro fragile mente capisca nulla, ne potrebbero restare stroncati. I sudditi obbediscono quando restano nell'ignoranza, è questa che voi dovete diffondere. Siate complicate nelle spiegazioni, confondeteli, ditegli la grammatica sbagliata, la e congiunzione con l'accento sopra e la e verbo senza accento, organizzate gite scolastiche in discoteca, insomma, datevi da fare e sarete premiate. Prendete un altro anello per una. E non fiatate su questo altrimenti mando anche voi a pascolare il gregge>.
Mimma e Cristina erano a bocca aperta e restarono in silenzio.
<La cultura ha rovinato il mondo> urlò l'imperatore prendendo a calci un tavolinetto intarsiato, che si ruppe in mille pezzi, <ma soprattutto quella che non voglio sentire mai è la parola libertà>.
Terrorizzate, le due poetesse si inchinarono, retrocessero e si avviarono sforzandosi di non correre troppo ognuna al proprio appartamento senza sognarsi di comunicare tra di loro perché sapevano benissimo che sarebbero state filmate, audio compreso.
Una soluzione ci doveva essere, ma bisognava pensarci senza agire di fretta.
Mimma e Cristina si sdraiarono ognuna nel proprio letto e cercarono di rilassarsi, così si addormentarono.
L'imperatore, che le guardava in due schermi vicini, si convinse che quelle ronfavano e si tranquillizzò: non sembrava che intendessero disobbedirgli, "Non oseranno mai, sono due donnicciole" pensò. Mimma dormiva abbracciata al cuscino e Cristina supina, immobili entrambe, col respiro regolare. L'imperatore sbadigliò anche lui e decise di andarsi a fare un giretto nell'harem, lo divertiva molto quando le ragazze gli si strascicavano ai piedi baciandogli le scarpe. Poi trovava sempre che gli avevano portato via i rubini dalle pantofole, ci faceva su una risata e ne ordinava altre dieci paia nuove, tanto pagavano i sudditi.
Mimma e Cristina, che avevano lasciato aperta la loro raffinata finestra a bifora, sentirono la solita chiassate delle varie mogli e concubine al passaggio del loro padrone, così capirono che egli era andato nell'harem ed aprirono gli occhi entrambe.
Sapevano comunque di essere controllate, ma a quell'ora anche le guardie, dopo il pranzo e una bella bevuta, ciondolavano dal sonno là dov'erano. Quatte quatte, entrambe uscirono con apparente noncuranza dalla propria stanza e si incontrarono a mezza strada, nel corridoio.
<Ho fatto un sogno profetico poco fa> affermò Mimma prendendo una mano di Cristina e facendoci su pressioni ritmate, Cristina capì e rispose subito al segnale.
<Io pure ho fatto un sogno strano> rispose assecondandola.
<Ho pensato che, per lasciare i sudditi nella più assoluta ignoranza, gli dobbiamo spiegare l'Ermetismo e la poesia moderna, così non capiranno niente e resteranno sempre sottomessi al nostro imperatore, padrone del cielo, della terra e dell'universo intero> affermò inchinandosi che quasi cadeva con la fronte per terra.
<A lui solo sia sempre salute, vita e fecondità> rispose Cristina, <gli altri possono tutti morire, non lasceranno traccia di sè>. Volle anche lei inchinarsi, ma le stava scappando una parolaccia quando perse l'equilibrio.
Si trattenne a tempo: sapeva benissimo che l'imperatore, una volta finito ciò che aveva da fare nell'harem, avrebbe visto e rivisto quel film.
<Io ho sognato> affermò Mimma, <che il nostro magnifico imperatore era su un trono alto come una torre e una folla sterminata di sudditi stava in ginocchio ai suoi piedi, nessuno osava alzare gli occhi temendo che egli li abbagliasse col fulgore del suo sguardo>.
<Anch'io, anch'io. E a noi aveva dato il compito di scegliere le musiche più esaltanti da trasmettere negli incontri ufficiali, pensa che privilegio sarebbe, ma questo mi sembrerebbe un onore troppo grande> rispose Cristina, stringendo ritmicamente la mano di Mimma che, pur non capendo dove volesse parare, l'assecondò volentieri.
<Noi due conosciamo la musica come nessuno dopo l'imperatore> affermò.

                                
                                                                  (Fine della terza puntata)

 
Nel tardo pomeriggio ricevettero un'altra visita dei due messaggeri già presentatisi al mattino, stavolta vennero con un cesto di frutta varia, una pelliccia di visone e l'invito ad un secondo abboccamento dopo cena. Mimma e Cristina non ebbero problemi a mangiare un po' di frutta, ma tremavano al pensiero di dovere indossare la pelliccia in piena estate. Intanto arrivarono anche gli abiti di veli.
Bardate come due odalische, impacciate dalle gonne amplissime e zuppe di sudore dalla testa ai piedi, si accomodarono una a destra e l'altra a sinistra dell'imperatore, con tutte le varie mogli e concubine intorno.
Dovunque si girassero vedevano occhi pieni di odio puntati contro, tranne quelli dell'imperatore, che le lodò pubblicamente per la fedeltà e regalò loro un computer cadauna per potere andare liberamente su internet, scrivere, leggere e comunicare con chiunque reputassero opportuno.
<Noi vogliamo soltanto ascoltare la musica e scegliere i pezzi più belli per onorare sua maestà nelle funzioni ufficiali> disse Cristina.
<Non ci interessa avere contatti con nessun altro> confermò Mimma.
<Io suggerisco la sinfonia n°9 in do minore Op. 125 di Beethoven> fece Cristina.
<Io preferirei La donna è mobile, dalla Traviata di Giuseppe verdi, così lanceremmo anche un messaggio maschilista> rispose Mimma ignorando l'occhiataccia che Cristina non poté tenersi dal lanciarle in tralice.
<Allora è meglio l'allegro maestoso di Mozart dal concerto per pianoforte n°21 in do maggiore> strillò Cristina, e finsero di litigare.
<Buone, signore, buone, va tutto bene, scegliete un po' per una> rispose l'imperatore che non sapeva nemmeno di cosa parlassero.
<Perdono, maestà> disse Mimma.
<È stato il troppo amore per sua maestà> disse Cristina.
E si presero il proprio portatile, che era un gioiellino di alta tecnologia, perfettamente coscienti che ogni loro mossa su internet sarebbe stata seguita, registrata e immediatamente passata nel computer dell'imperatore.
<Voi sapete> egli disse con aria magnanima, <che reputo la mente dei sudditi, parlo di quelli fuori da questo palazzo, troppo fragile per sopportare la bellezza della musica. Di voi ho un'alta stima, vi do il permesso di ascoltare tutto quello che volete e di preparare i pezzi per le mie cerimonie ufficiali>.
Le due poetesse si inchinarono profondamente, ma a Cristina stava per scappare di nuovo quella parolaccia di cui sopra.
 
<Vieni nella mia stanza> fece Cristina, <non vedo l'ora di ascoltare qualche pezzo di musica per onorare l'imperatore alla prima cerimonia pubblica>.
Mimma strabiliò: <Adesso? Ma è tardissimo e sto cascando dal sonno>.
<Non c'è tempo da perdere. Mettiti comoda, ti aspetto fra cinque minuti e non ti addormentare nel frattempo, ci dobbiamo trovare pronte, non vorrai deludere sua maestà, che a lui sia sempre onore, lunga vita e fecondità>.
Mimma andò a togliersi il visone, i fiori dai capelli e combatté un poco per liberarsi da tutti quei veli, sistemò ogni cosa con ordine affinché non sembrasse che aveva buttato con rabbia qui o lì i regali dell'imperatore e bussò alla porta di Cristina.
<Avanti, è aperto> fece lei. Si sentiva la marcia trionfale dell'Aida a tutto volume.
<Ma non è troppo forte?> chiese Mimma tappandosi le orecchie.
<Sai, sono un po' sorda, è il primo danno dell'età> rispose Cristina  e aggiunse a bassa voce: <così le guardie non possono sentire quello che diciamo>.
Mimma si illuminò: <Che magnifica trovata> sussurrò,  e poi, a voce alta: <Secondo me questa marcia trionfale è adattissima>.
<Non possiamo né dobbiamo agire da sole, domani noi faremo la prima lezione sull'Ermetismo e riuniremo tutti i poeti amici dando istruzioni in codice artistico, l'imperatore e i suoi devoti non ci capiranno niente>.
<E come faremo per la parola libertà, che è proibita?>.
<La chiameremo volo>.
<Hai proprio pensato a tutto>.
<Di cos'altro credevi che mi occupassi quando eravamo in manicomio?>.
<Hai un carattere più razionale del mio> costatò Mimma, che invece aveva passato il tempo guardando il cielo, i gabbiani e dicendo il rosario a mente, visto che era proibita ogni forma di religione.
Difatti l'imperatore era considerato un dio in terra, proprio come ai tempi degli antichi romani.
<Ho sentito una delle sue concubine, una certa Viola, dire che ha ordinato una tonnellata d'incenso da bruciare ai suoi piedi nelle prossime cerimonie ufficiali>.
<Viola è una ragazza simpatica> rispose Mimma, <potrebbe essere nostra alleata. Non ha mai nascosto  che vorrebbe andarsene dall'harem>.
<Però è imprudente e se non sta attenta la fanno sparire>.
<E come? Una donna non è mica un gatto>.
<La chiudono in un sacco con tutti i propri abiti e gioielli a fare da zavorra, la portano al largo in barca e la buttano in mare. Così ne sono morte tante>.
<E tu come lo sai?>
<Me l'ha detto Viola>.
<Quella ragazza parla troppo, ha i giorni contati>.
<Ma noi la salveremo>.
<E come?>
<Di questo parleremo domani. Adesso fai finta di sbadigliare, così chiudiamo e te ne vai> fece Cristina con un tono che non ammetteva repliche.
Obbediente, Mimma sbadigliò, Cristina interruppe la musica, chiuse il computer, si salutarono e si misero a letto.

                                                         (Fine della quarta puntata)

  Il volo del calabrone di Rimskij-Korsakov per violino, pianoforte e fisarmonica, si stava portando i timpani, per quanto il virtuosismo fosse perfetto. Intanto Cristina soffiava rapidamente istruzioni nell'orecchio di Mimma: <Dobbiamo uscire da qui, lascia parlare me all'imperatore, ho un'idea>.
<Finiremo male, me lo sento> rispose Mimma. Intanto il pezzo si concluse ed entrambe finsero che la musica non fosse adatta  e bisognasse cercarne un'altra.
Quella sera l'imperatore sonnecchiava più del solito. Stavolta aveva fatto portare alle poetesse due abiti di veli blu e rosa talmente scollati che Mimma e Cristina non sapevano come coprire la parte superiore del corpo, alla fine si fecero una gran ghirlanda di fiori e se la misero al collo. Ciò suscitò immediatamente una nuova moda fra le mogli dell'imperatore e tutto l'harem.
<Maestà, dobbiamo parlarle in privato e subito> fece Cristina, <siamo preoccupate>.
<E perché, mie care? > sbadigliò l'imperatore alzando la testa dalle morbide braccia della prima moglie e appoggiandola sulle morbidezze della seconda mentre la terza aspettava il turno e le altre guardavano rabbiose.
<Sua maestà saprà che ci sono fuori gruppi di congiurati che ordiscono nell'ombra, vorremmo accertarci di persona di cosa si tratta. Ci faccia uscire stanotte, io e Mimma da sole, diremo che le nostre figlie non si sono ritirate a casa e le stiamo cercando, così indagheremo senza danno>.
<È troppo pericoloso> rispose l'imperatore, <quelli fuori sono belve scatenate>.
<Però> aggiunse Mimma, <se ci mettiamo la tunica cinerea regolamentare, chi vuole che dubiti di due povere madri in ansia? Se fanno del male a sua maestà cosa ne sarà di noi? Passeranno tutte le sue mogli e le odalische a fil di spada, ammazzeranno i suoi figli. Ci lasci almeno provare, la nostra vita conta così poco>.
<E va bene, ma state attente, mi sono affezionato a voi due> disse l'imperatore, <stanotte andate pure> e scarabocchiò due lasciapassare.
Quatte quatte, irriconoscibili e col mantello grigio anch'esso sulle spalle, le due poetesse uscirono dal castello, le guardie, già informate,  ritirarono i lasciapassare dopo una semplice occhiata. Al ritorno sarebbe bastata la parola d'ordine.
Ognuna di loro riuscì a portare fuori un anello preziosissimo lasciandolo al dito, nessuna guardia ci badò, nel caso avrebbero detto di averlo dimenticato.
Mimma fece il solito segnale sulla mano di Cristina, che le rispose prontamente. Significava prudenza e che non bisognava abbassare la guardia. Potevano avere nascosto qualche microfono cucito in qualsiasi punto delle tuniche.
Le due signore si erano portate delle cipolle in un sacchetto, le spaccarono a metà con un coltellino a serramanico e incominciarono a piangere e disperarsi dicendo che le proprie figliole non erano più tornate a casa.
Nascosero nel sacchetto i due anelli, con l'intenzione, potendo, di farli avere alla resistenza contro l'imperatore per sovvenzionare i ribelli.
Subito intorno a loro si creò un capannello di uomini che cercavano di consolarle.
<Ma sono sparite nel nulla?>.
<Sì, dovevano rientrare insieme due ore fa>.
<Che lavoro facevano?>.
<Le baby sitter ai figli dell'imperatore>.
<Se erano belle, le avrà fatte portare lui nell'harem> disse un giovanotto baffuto, spalle larghe, mascella squadrata. <Sono il falconiere> si presentò < e nell'harem sono in contatto con..>
Mimma e Cristina gli fecero cenno di tacere e Cristina gli soffiò all'orecchio chi fossero e cosa volessero, con la rapidità del fulmine gli consegnò il sacchetto con gli anelli.  
<A corte presto vi istruiranno con lezioni di poesia tenute da Mimma e Cristina> sussurrò, <potrete partecipare tramite mail e avrete tutte le istruzioni quando sarà il momento di intervenire>. Il falconiere si inchinò: <Ho capito> sussurrò, <la cosa riuscirà, il popolo non ne può più, adesso con il ricavato degli anelli potranno mangiare e riprendere le forze per il combattimento finale>.
<E diteci> fece Mimma, <ci sono molti malcontenti contro l'imperatore, tu conosci i congiurati e le società segrete?>.
<Io non so niente> mentì il falconiere a voce alta, <non sono un uomo intelligente, che capisce queste cose, lavoro dal mattino alla sera, pago le tasse a sua maestà e sopravvivo>.
<Allora ci eravamo preoccupate inutilmente> concluse Cristina.

                                                                            (Fine della quinta puntata)

L'indomani mattina si incontrarono un'ora prima di colazione e Cristina, che col computer se la cavava bene, aiutò Mimma a creare un blog, entro mezz'ora le due signore avevano scritto il loro primo pezzo, che così recitava:
A tutti gli umili sudditi di nostra eccellente eminente sovrabbondante feconda universale maestà del mondo intero, l'imperatore Coso.
Siamo le vostre ufficiali insegnanti di poesia, a voi donate dalla generosità inimmaginabile del Coso suddetto.
Da oggi in poi seguirete con  la massima diligenza le nostre lezioni, alla fine di ognuna vi verranno poste delle domande a cui risponderete via mail.
Noi vi scriveremo il giudizio e correggeremo tutti gli errori dovuti alla vostra atavica ignoranza e alle gravi deficienze dei governi che ignobilmente si sono succeduti su questa terra prima del nostro degnissimo Coso.
Alla fine ci sarà un incontro dal vivo per il passaggio al secondo anno di scrittura poetica, soltanto i più capaci saranno ammessi per diventare i capi futuri della società, tra di loro sono già promossi:
Tutti i figli e le figlie dell'imperatore.
Tutte le mogli dell'imperatore.
Tutti i parenti delle mogli dell'imperatore.
Tutte le concubine dell'imperatore.
Tutte le ragazze che piacciono all'imperatore e che egli si prefigge di accettare nel suo harem.
Tutti i nipoti dell'imperatore, anche se neonati o nati scemi.
Mimma e Cristina firmarono il proclama e chiesero udienza, che venne immediatamente concessa.
Il giorno prima il Coso aveva passato alcune ore a chiacchierare con la moglie Viola, che ancora gli piaceva non poco, ma non lo convinceva per le idee ribelli e per quella sincerità assurda che lo metteva a disagio.
<Maestà, vi trovo più nero del solito> gli aveva detto quella volta  appena soli a letto.
Dal tono, sembrava che ciò la disturbasse.
Egli le aveva allacciato al collo un gran brillante dai riflessi iridati e ne approfittò per accarezzarla, Viola si allontanò appena, ma inequivocabilmente.
<Mi preferireste più chiaro? Sarà fatto> le sussurrò, lei si era alzata dalle morbide coltri con un gesto repentino:<Non sono ancora pronta, perdonatemi> gli disse.
<Veramente, Viola, tu stai qui da sei mesi e non hai mai voluto>.
<Debbo prepararmi meglio, non merito questo> disse lei restituendogli il brillante, che egli gettò per terra andando via coi passi più rumorosi e larghi che gli consentivano le sue gambette quasi storte sulle quali ondeggiava la pancia.
Gli dispiaceva farla affogare come le altre e decise di darle un'ultima possibilità. Quegli occhi scuri lo turbavano senza alcun bisogno di pillole e i suoi capelli non avevano uguali. Non gli era mai riuscito di toccarli per bene nemmeno una volta, sempre di sfuggita.
Le poetesse, al raffronto, gli sembrarono due vecchie, tanto che gli scappò da ridere appena le vide prostrate, ma subito i nervi gli passarono quando lesse il loro primo pezzo, che approvò entusiasticamente.
L'indomani Mimma e Cristina scrissero il secondo articolo sull'Ermetismo:
"La poesia ermetica ribolle in se stessa come una pentola a pressione dalla cui valvola, di tanto in tanto, escono vapori di parole.
Sono barlumi misteriosi e scintille che appaiono e scompaiono rapidamente.
Nell'attimo, il poeta le cattura come se fosse provvisto di un retino per farfalle.
Le parole sfuggono in buona parte e non giungono dal subcosciente a livello razionale, quindi si scivola in una deliziosa inesprimibilità, che sarà l'argomento della lezione di domani. Per il momento invitiamo i leali sudditi di sua maestà ad esprimere via mail le proprie considerazioni, a sorte estrarremo a chi rispondere non potendo contentare tutti come vorremmo".

 
                                                                         (Fine della sesta puntata)

Preparando il successivo pezzo  da mettere sul blog, Cristina fece il solito segnale a  Mimma, si mise la mano davanti alla bocca e disse: <Quando mi vuoi fare sapere qualcosa di importante, nascondi le labbra, l'imperatore potrebbe chiamare quelli che le sanno leggere e ci scoprirebbe, nel caso ci affogherà nei sacchi come le altre>.
La cavalcata delle valchirie di Wagner, intanto, riempiva la stanza irruentemente.
Mimma ricambiò il segnale e disse: <Questa musica mi pare sufficientemente degna del nostro amato imperatore>.
Entrambe lo lodarono e si inchinarono più volte.
Quando egli lesse quelle poche parole sull'Ermetismo, si compiacque molto
perché non ci capì niente. Con atteggiamento benigno passò a tutto il consiglio
di corte, riunito in seduta extra immediata, il foglietto chiedendo cosa ne
pensassero perché sperava che qualcuno lo delucidasse,
ma erano tutti ignoranti quasi quanto lui, della poesia non era mai importato
niente a nessuno e l'articolo passò con cento voti su cento.

Intanto a Mimma e Cristina arrivarono mail furibonde contro l'imperatore, 
gli studenti protestavano perché i professori erano ignoranti e non gli
insegnavano niente mandandoli a ballare tutti i giorni in discoteca anziché fare lezione, le madri non avevano più lacrime  perché toglievano loro i figli a tre anni
e non glieli facevano rivedere mai più, i padri dichiaravano che erano costretti a vivere per lavorare e la sera erano troppo stanchi anche per chiacchierare con la moglie e che erano stufi di questa storia del figlio unico, volevano godersi la propria famiglia e fare figli quanto gli pareva, finanche le odalische dell'harem,
in massa, scrissero parole di fuoco dicendo che l'imperatore primo le trascurava, secondo le affogava appena supponeva soltanto di essere tradito, terzo le sostituiva al compimento dei venticinque anni con carne fresca, come lui la chiamava. In quanto a Viola affermò che intendeva o fuggire o morire e mai sarebbe stata con quel vecchiaccio, chiedeva un'arma qualunque atta all'uopo, un coltellino, un veleno,  qualcosa di indolore e osò scrivere la parola libertà. Quello che però piacque di più a Mimma e Cristina fu la mail del falconiere, che con la sua prestanza fisica e la signorilità dell'animo aveva innamorato le ragazze dell'harem, le quali  passavano il giorno attaccate alle feritoie delle finestre per ammirarlo mentre addestrava i falchi nello spiazzo lì davanti. Per sfortuna una volta l'imperatore era andato a trovarle fuori orario e le aveva viste tutte appese ai muri che ridevano come le sceme, così aveva subito fatto ammazzare i falchi e costretto il falconiere a cuocere il pane nel forno a legna per la corte.  Lo faceva lavorare dal mattino alla sera e dalla sera alla mattina affinché la mancanza di sonno lo stroncasse e gli passasse la voglia di fare lo spiritoso, quindi lo costringeva ad assaggiare il pane da lui stesso prodotto ai vari banchetti e, giacché c'era, tutte le vivande, vini e liquori, in questo modo sarebbe ingrassato e non sarebbe piaciuto più alle sue ragazze.  Il falconiere si dichiarava pronto a organizzare la resistenza per liberarsi del Coso e chiedeva istruzioni.

Le due poetesse distrussero subito le mail compromettenti e prepararono il successivo articolo: "L'inesprimibilità della poesia impone una sinestesia di tempi, luoghi, azioni e attribuzioni. Simultaneamente la sintesi incisiva determina una differenza fluttuante di parole, per cui il volo della foglia nel vento, sfuggendo ai maleodoranti miasmi da palazzo, diventa la metafora dell'umano valore che afferma se stesso. A questo ci invita la poesia moderna, con in mano l'arma del coraggio fino alla morte e nel cuore  la ribellione all'ingiustizia. Tutti insieme, domattina, alle ore dieci, davanti al palazzo imperiale".
L'imperatore lesse e ci capì ancor meno del giorno prima, quando riunì il consiglio per avere l'opinione dei dignitari tutti sbadigliavano e si era fatta pure l'ora di pranzo, subito l'articolo passò con cento voti su cento e così se ne andarono a mangiare.
  
                                                    
                                                            (Fine della settima puntata)

 
Una volta c'erano molte nazioni diversamente governate, in accordo o in disaccordo interno ed esterno.
Dopo vi fu un solo imperatore mondiale, che condensò in sè tutto il peggio fino ad allora presente nelle varie organizzazioni statali.
Seguì la ribellione, quando simultaneamente le folle disarmate, guidate da poeti e poetesse,  rovesciarono l'imperatore e lo mandarono agli studi forzati insieme a tutta la corte. Ogni mattina si alzava anch'egli per lavorare e mantenersi come i comuni mortali.
Nessuno, mai più, fu promosso perché figlio o nipote o moglie o concubina dell'imperatore.
La parola libertà venne scritta sulla nuova bandiera mondiale.
Non tutto fu idilliaco, ma si migliorò e progredì alquanto.
Le poetesse Mimma e Cristina ebbero un monumento insieme in un bel parco e agli usignoli piaceva molto nidificare sulle loro teste.
L'imperatore invecchiò e morì con nessuna moglie e nessun figlio al fianco.
Le odalische vissero la propria vita dopo essersene andate dal palazzo ognuna con sulle spalle un sacco dei propri abiti e gioielli. Viola si sposò col falconiere, che di notte faceva il pane e di giorno riprese ad allevare falchi.
I dignitari trovarono lavoro nei campi oppure fecero i badanti agli anziani.
Al potere economico successe il potere della parola per cui si vedevano, nelle strade, passanti dall'atteggiamento trasognato  e in preda all'ispirazione, che declamavano i propri versi sopraffacendosi gli uni con gli altri ed ognuno convinto di essere l'eccelso e l'unico. Dimenticavano di cucinare, mangiare, bere e soprattutto pagare le bollette, che passarono di moda. La tunica cinerea precedente fu sostituita da vestitini variopinti, dei quali tutti erano orgogliosi, passavano la vita ballando, occupatissimi a invidiare i poeti più bravi, tendendogli trappole e perfino mandandogli sicari con lo scopo di predominare per rimanere gli unici poeti al mondo. Le eliminazioni furono feroci e, una volta rimasto quasi solo, il capoccia si piazzò nel palazzo dell'ex imperatore, qui ricoprì se stesso di abiti e gioielli circondandosi di tutti i poeti mediocri ai quali aveva permesso di sopravvivere perché potessero servirlo e mandò a chiamare Mimma e Cristina.
<Chi è?> chiesero le due poetesse sentendo squillare il campanello, <non apriamo agli sconosciuti>.
<Polizia di stato, abbiamo regali da parte del sommo poeta e l'invito ad un incontro immediato e riservato> risposero due messaggeri che portavano una divisa con pennacchi e i colori azzurro e oro attualmente in auge.
Egli le accolse benevolmente. Era un mostriciattolo magro, basso, quasi nano, che copiava poesie dai blog ormai abbandonati dei poeti veri morti ammazzati. Tutti lo sapevano, ma facevano finta di niente perché altrimenti gli mandava i killer dovunque fossero.
Mimma e Cristina dovettero presentarsi immediatamente indossando l'enorme zaffiro blu montato in oro giallo appena avuto in regalo e che simboleggiava la loro sudditanza.
Ricevettero una richiesta di matrimonio con l'ordine di organizzare l'harem, che era vuoto.
<Ma noi due siamo anziane, quasi vecchie> rispose Mimma, <e poi, abbiamo un caratteraccio>.
<Non possiamo accettare uno zaffiro tanto prezioso> aggiunse Cristina, facendo il gesto di toccare la collana, che le pesava e pungeva pure, egli imbestialì offesissimo ed, essendo invidioso perché quelle due avevano un cassetto per una pieno zeppo di ottime poesie, che inventavano come se nulla fosse senza mai copiare, riaprì un manicomio e ve le fece richiudere senza carta, penna né computer per scrivere.
Tutte le loro poesie furono confiscate, il sommo ci mise sotto la propria firma e se le attribuì.
Intanto ordinò di buttare giù il monumento di Mimma e Cristina, compresi i nidi degli usignoli, e lo sostituì con quella che, disse, era la propria immagine in marmo nero: alto, bello, spalle squadrate, gambe dritte, niente pancia e trent'anni di meno. Lo scultore fu costretto a fargli perfino i capelli a filo a filo.
Tutti s'inchinarono fino a terra e confermarono che sì, la statua era somigliante, proprio lui spiccicato.
In manicomio, dalle sbarre delle finestre, le poetesse guardavano i colori del cielo e qualche uccello che volava libero. Avevano la mente piena di poesia e nessuno poteva impedire loro di pensare.
Entrambe avevano imparato l'antico alfabeto Morse, prefiggendosi di poter comunicare in caso di emergenza. L'intuito fu profetico e così passavano le giornate chiacchierando, talora anche animatamente, e dettandosi a vicenda le proprie poesie. Le guardie, per fare prima, le avevano richiuse in due celle vicine, dalle cui feritoie passavano piccole porzioni di pane duro e una ciotola d'acqua. Così Mimma e Cristina diventarono belle magre e sembravano due modelle.
Un mattino sulla finestrella di Mimma si fermò un colombo bianco con un biglietto attaccato alla zampa, c'era scritto: A mezzanotte verremo a prendervi in elicottero, baci Viola e il falconiere.
Si prepararono senza fretta, tanto non avevano niente da portare via con sè.
Era una notte senza luna, in compenso c'erano i fuochi d'artificio perché si festeggiava il primo anniversario di potere del sommo poeta. A quell'ora tutti erano ubriachi e dediti alle orge.
L'elicottero arrivò tra i botti, era stato dipinto di nero affinché non mandasse riverberi. Il falconiere, forte dei suoi trascorsi di acrobata nei circhi più prestigiosi, si calò con una scala di corda e sistemò due piccole cariche di esplosivo contro le grate, <Mettetevi in fondo e copritevi la faccia, speriamo che bastino> disse alle due poetesse.
A Mimma e Cristina batteva forte il cuore, così abbracciarono forte le proprie ginocchia e chiusero gli occhi.
I ferri vennero via come burro in un gran polverone. Egli prese tra le braccia Cristina, che sembrava la più calma delle due, e l'aiutò ad arrampicarsi fino sull'elicottero, poi tornò a recuperare Mimma, la quale scalciò un poco.
<Stai ferma, mia bella signora, o cadremo entrambi> le disse all'orecchio il falconiere, Mimma si acquattò fra le sue braccia robuste, <Non svenire adesso perché non posso reggerti da solo, arrampicati>, insomma, bene o male anche Mimma arrivò sull'elicottero, dove sorrise coraggiosamente:
<Non ho avuto nessuna paura> affermò.
<Adesso quello ci cercherà e ci ritroverà dovunque> disse Cristina.
<No se vi vestirete da maschi e pascolerete il gregge. Di notte, nella catapecchia, potrete scrivere quanto vorrete e faremo le riunioni per organizzare una democrazia come si deve> disse il falconiere.
<Potrete sonnecchiare e anche dormire di giorno, vi taglieremo subito i capelli e li tingeremo di bianco, quello cerca due poetesse, la bionda e la bruna, no due vecchi> aggiunse Viola.
E così tutto ricominciò.

                                                             Domenica Luise

FINE

 

61 pensieri su “Mimma e Cristina in manicomio

  1. Mamma mia…ho proprio paura che in un futuro non troppo lontano questa tua storia possa diventare realtà. Persone non più abituate a ragionare con la propria testa, schiave inconsapevoli di una dittatura che farà loro credere che il sistema funzioni alla perfezione, incapaci di relazionarsi con gli altri poichè abituate ad un linguaggio essenziale fatto di TVB, XKE', C'E' QLQN IN CHAT?, si incanaleranno in una vita asettica diretta da altri e, chi riuscirà ancora a rendersi conto della situazione,verrà considerato matto.
    Mamma mia…speriamo in bene!

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  2. Domenica Orwell Luise
    il 2984 arrivò che nemmeno ce ne accorgemmo
    perfino le Fattorie degli animali furono eliminate e i maiali erano tutti nei salotti dell'imperatore.
    I sericomi  traboccavano di poeti che non avevano avuto il coraggio di evitare i gabbiani.
    L'imperatore cominciò a dare i numeri ogni volta che gli veniva segnalato un poeta fuorilegge o una poetessa finta-massaia. Ormai dettava leggi a vanvera, tipo "solo l'imperatore può apparire sullo schermo nudo, spalmato di ketchup e appena un velo di senape" e naturalmente i suoi ministri dovevano procurargli patate fritte e ragazze spalmate di maionese.
    Mimma e Cristina fuggirono dal palazzo, perché a loro, di fare le poetesse per i porci, proprio non andava.
    Nottetempo aprirono tutti i sericomi con le chiavi rubate al Gran Vizir, e un esercito di artisti e poeti si riversò nelle strade, riempì le piazze, inondò il palazzo, e…

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  3. Ehi, ragazze, che meraviglia. Mi sono svegliata di notte, ho messo avanti la lavatrice e risciacquato a mano  la mia preziosa camicetta vecchia di felpatino a quadrotti colorati che mi piace tanto, poi ho visto un film su come Giovanni Palatucci salvò seimila fra ebrei e oppressi di qualsiasi etnia durante la seconda guerra mondiale, che orrore e quale bellezza ci sono nel cuore dell'essere umano. Poi ho vuotato la lavatrice, ho aperto il blog e ti trovo i primi due commenti con una favolosissima continuazione della mia favola, quanta fantasia, sarcasmo, coscienza e dolore ci sono nel cuore umano. Può il paradiso e il buco nero. Non c'è universo a contenerlo, siamo noi l'universo. E il male è così piccola cosa in confronto alla nostra capacità di amare. In queste ultime settimane ho un pensiero fisso: chi ha la compassione ha la fede in un vero Dio a lettera maiuscola. Chi gode per il bene altrui come per il proprio ha anche la fede. L'amore è tutto. E non mi vengano a dire che sono utopie. Stanotte guardavo il film e pensavo: ma come ha fatto ad avere quel coraggio? Che meraviglia il cuore umano, pompa d'amore.
    Cristina, La fattoria degli animali è un libro emblematico, crudelissimo e vero sotto il velo favoloso. È da un po' che non lo rileggo.
    Adesso chi scrive la conclusione della mia favola? Però, cara Cristina, mi fa piacere che io e te siamo così longeve. Avanti col colpo di stato. Continuate la fiaba, se ne avete voglia. E buongiorno, buongiornissimo, molto più buongiornissimo assai, vado a farmi il caffelatte coi cereali.

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  4. Ma guarda te che meraviglia mi stavo perdendo per non avere la connessione internet. (sono al lavoro).

    Mimma cara, tanto dal ridere, che non ho tempo di ponderare chi sono i matti, chi i savi.

    Troppo bello e divertente questo racconto (e quanto verosimile!!!!!!!!)

    Un bacio a te e a Cristina

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  5. L'imperatore invidioso del falconiere  che era amato dalle donne  specialmente dalle poetesse, uccise tutti i falchi e lo segregò in una cella a fare il pane per la reggia .
    Abilmente nonché amabilmente il nostro uomo  non troppo sano di mente privato dai gradi di tenente(dei falchi) inconsapevolmente ma instancabilmente cominciò a impastare e  sfornare panini speciali per le donne con le pistole giocattolo che cominciarono ad impazzire d'amore per lui e decisero di fare un sexualcolpodistato per spodestare una volta per tutte il tirannosaurimperator.
    Come fare?
     Il falconierfornaio  confezionò il superlibidinpan caldo di forno e quando  il gransignorporcon lo ebbe mangiato diede inizio all'irrefrenabile cavalcata delle Walchirie ,altro che Wagner e tutti gli elicotteri di Apocalypse now. 
    Ma le coraggiose donne eroicamente si offrivano a turno una dopo l'altra in fila indiana a due a due come i tre re magi, continuando a mettersi in coda finché dopo aver consumato si accorsero di aver consumato completamente l'imperatore non più scostumato ma consumato praticamente un consommè ma di quelli ristretti tanto.
    L'unica cosa che non so ancora è quale fine fecero fare alle pistole giocattolo. Qualcuno me lo sa dire?

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  6. Buonasera! Quelli di lassù debbono avere letto questa storia perché stanno piangendo pioggia da stamattina. Sì, è divertente, ma amara, anzi amarissima. Cristina, tu pensi che basterebbero mille anni in più per avere una qualche conclusione? È vero, sembra che non vi sia speranza, ma succede che le dittature, anche soltanto quelle tentate, inciampino nel filo di capello e crollino come il colosso di Rodi. Ciò non avviene in modo indolore per gli innocenti, purtroppo.
    Adesso mi sta venendo un pizzicorino alle meningi con la voglia di continuare un po'…ah, ah, ah. Ecco. Vedo il seguito. L'imperatore manda a chiamare Mimma e Cristina per un segreto abboccamento. E poi…

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  7. Falconier, i nostri due commenti si sono intrecciati. Ah, ah, ah. Buon divertimento a tutti noi, per quanto abbia un retrogusto amaro. Grazie a tutti di essere qui.

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  8. Mimma, ti esorto anch'io a continuare la storia, e ti chiedo scusa perché, erroneamente, ho commentato dopo aver letto solo la prima parte, quindi sicuramente sono stata presa per matta (una che si sbellica dalle risate per una storia così può essere solo matta). Posso appellarmi al fatto che si ride per non piangere?

    A prescindere,  credo che tutti noi vogliamo sapere come andrà a finire, se il "coso" come lo chiami tu, smetterà di essere o di considerarsi al centro dell'universo.

    Ti ringrazio per il tuo consueto tempismo nel commentarmi. Sei unica

    Buonissima giornata, amica cara

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  9. Buongiorno, giovanette e baldi giovani, eccovi la seconda puntata, lo scopo è di sbellicarsi dalle risate mentre il nostro cervello riflette, cogita, si allarga, si restringe e insomma si mette in funzione travagliando. Certo, Rossella: si ride per non piangere. I "cosi" di cui l'imperatore mondiale è il risultato finale non auspicabile, direi la quintessenza, si succedono sempre nella storia in corsi e ricorsi di vichiana memoria e gli innocenti continuano a patire quasi sempre senza nemmeno capire né sapere.

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  10. non so dove vuoi andare a parare… ma la cosa un po' mi preoccupa.
    oggi sono stata lontana dal pc, per vari motivi, torno stasera e che ti trovo?…
    le due matte svestite e velate.
    mi piacerebbe proprio sapere che farai fare alle due poveracce in balia del coso parrucchinato. Come se due poetesse di mezza età potessero servirgli, mah…
    staremo a vedere.

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  11. Buongiorno a tutti, o miei diletti, ah, ah, ah, un punto dove andare a parare ce l'ho (non scrivo MAI senza sapere come continuerò) , però non so se poi cambio idea strada facendo e prendo un altro sentiero…perché i racconti mi si allungano in diretta, man mano che li pubblico ed anche sentendo voi, o miei ispiratori. Stamattina ed in questo momento Rometta si trova in uno squarcio di azzurro. Vado di corsa a preparare le patate al forno formato famiglia, vorrei metterle dentro prima di partire per la messa, un abbraccio mimmiano a tutta la combriccola, ciao e vivete felici.

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  12. Cara Mimma, aspetto con ansia la terza puntata. Stamane mi sono svegliata e ho letto il tuo racconto o meglio la tua favola, la cui morale finora è purtroppo chiara Ma chissà se le nostre poetesse, pur se in difficoltà, non ribaltino il tutto con un finale a sorpresa?
    Ti abbraccio, buona domenica (qui freddo, neve e vento!)
    Flavia

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  13. Cara Margueritex, l'imperatore mondiale è il simbolo di tutti i dittatori o aspiranti tali della storia umana, che man mano si ripetono accaparrando potere e vengono eliminati per autodistruzione involontaria, ma poichè la teoria vichiana dei corsi e ricorsi storici è verissima ed al maggiore progresso segue sempre un maggiore regresso, la triste genia rinasce e riprende potere sempre con gli stessi metodi ignobili per essere di nuovo eliminata. Guarda che fine hanno fatto, per esempio, gli imperatori romani, i re e le regine francesi, Napoleone, Hitler e Mussolini, che furoreggiarono l'altro ieri.
    Del resto, la tua è una domanda retorica.
    Buongiorno, Flavia. La poesia è come la fanciulla sotto la pelle d'asino: la sua bellezza è sfolgorante, ma quello che si vede è inapparente per i più. Vedrai che le due donnicciole, anzionotte e disarmate, troveranno i modi. Ne sono sicura. Ah, ah, ah.

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  14. Quanto mi piacciono queste tue favole ironiche, ho passato cinque minuti in allegria, sei proprio brava: hai una fantasia piacevolissima. Tu e Cristina siete esilaranti, che poi nella realtà, anche se non ho avuto modo di stare insieme a voi e sapessi come mi piacerebbe, credo che siate dotate di vero humour, quello intelligente che adoro. Che succederà alle protagoniste ingioiellate e vestite di abiti sfarzosi? Faranno parte dell'harem? Che, poi, anche se attempate, come tu dici, è la qualità che conta e di quella ne avete da vendere, e non solo.

    Ciao, cara Mimma, buon proseguimento domenicale.
    affettuosità
    annamaria*

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  15. MIMMA E CRISTINA
    sono DUE forze centripete che fanno tremare la Terra e il Cielo nel pianto e il riso nel mentre tutto rinasce a squillo di tromba.Mirka

    P.S. In questo periodo sono (lievemente) indaffarata e quindi poco lettrice ancor meno commentatrice ma…MI RIFARO' I "gatti" tornano sempre ai piatti preferiti,nessepà?…

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  16. Buonasera, signore e, se mi va bene, anche qualche signore vagante come Pollicino nel bosco, state bene? Questo racconto mi ha preso la mano, mi ci sono proprio immersa. Vedrete.

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  17. Ciao carissima
    ridendo e riflettendo aspetto il proseguo.
    Nel frattempo un triste e un po' arrabbiata
    assaporo come una farfalla leggera (leggera si fa per dire)
    acqua fresca, nel tuo fantastico mondo dolce amaro.
    Un sorriso
    un abbraccio
    Chiara

    Come sempre bravissimissimissima!!!!!!!!!!!!!!!

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  18. Buongiorno, o audaci che osate addentrarvi nei meandri umani della scrittura. Chiaretta, tranquilla, non ti lascerò mai a meno di rimbambire, perdere l'uso delle mani con cui pestare sulla tastiera oppure della vista o insomma qualcosa di irrecuperabile. Coraggio, vedrai che il Signore ti tiene sulle sue braccia e ti conduce dove e come egli solo sa. Benvenuta anche a te, Chiara, se il mio mondo dolceamaro ti distrae anche solo per venti minuti  mi considero abbondantemente ripagata ed anche fortunata. Coraggio a tutti voi ed anche a me.

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  19. Due puntate bellissime, cara Mimma, l'astuzia di Cristina credo proprio che la spunterà. Lezioni d'Ermetismo e poesia moderna, le pensi proprio tutte per sviare e poter ugualmente istruire secondo le regole. I sudditi devono restare ignoranti… già ,sarebbe quello che vorrebbero anche i nostri governanti per fare i loro comodi, anche se li fanno ugualmente, per lo meno gli rendiamo la vita meno facile.

    Alla prossima puntata, ironica e bravissima scrittrice.

    con affetto
    annamaria* 

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  20. Le persone ignoranti, cara annamaria, sono facili da condurre, chi ragiona e vede non tanto. Per questo la scuola si è ridotta così "pseudo" da non essere scuola, ma un modo di arrivare tutti al diploma, che vale così poco da essere niente, allora continuiamo gli studi universitari,  tutti asini laureati, senza offesa agli asini che sono carini,  sanno ragliare e portare il basto in groppa. S'intende che qualche eccezione c'è, ma nell'ammasso generale sempre più rara.

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  21. Buon giorno Mimmina ! io lo vedo già messo malissimo quell'imperatore
    non sa ancora con chi avrà a che fare. In certe circostanze bisogna agire con l'astuzia e le due poetesse sono adeguatamente sveglie  e troppo simpatiche. Alla fine, intelligenza e cultura vinceranno sicuramentealmeno lo spero.
    Sembra un tatuaggio dell'era moderna, caotico e dispersivo, dobbiamo coltivare bene le menti giovani con dei buoni valori sociali…
    Ce la dobbiamo fare !!
    Kiss, bravissima Mimma !

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  22. Buongiorno Paola, buongiorno a tutti. I buoni valori sociali sono quelli di una democrazia matura, dove le diverse opinioni, opportunamente vagliate insieme e senza offendersi gli uni con gli altri, possono fruttare il meglio per tutti. Che nessuno possa comandare da solo è ormai cosa che hanno capito anche quelli di mediocre intelligenza, il problema è che si trova sempre uno voglioso di esautorare il parlamento o il consiglio dei ministri o quello che è per diventare l'unico tiranno. La strada è sempre la stessa: allearsi elargendo, usare gli alleati, riassumere in sè l'autorità e arricchire facendo lavorare gli altri. Ora, io dico, è una cosa tanto evidente che la capirebbe un bambino di sette anni con un'intelligenza adeguata all'età, uno che gioca. Possibile che non riusciamo a correre ai ripari se non quando il male è incancrenito? Guardate l'Egitto, tanto per fare un esempio sotto gli occhi di tutti.

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  23. Ah, ah, ah, ma certo che si muoveranno, aspetta e vedrai come le faccio finire…
    Buonasera, mie belle signore e qualche signore tentennante.  O miei audaci. Quanto mi diverto.
    Ridendo castigat mores.
    Soggetto maccherronico sottinteso: Mimina pulcherrima.
    Ci possiamo anche sostituire un bel pronome dal significato pregnante: illa, quella famosa.
    Avviso per il falconier: fra poco ti ci metto dentro.
    Avviso per tutti: vivete felici in mezzo ai guai.
    Avviso per me: ma come sono nata così? Padre e madre erano normali, per quanto lui un po' artistoide, anche lo zio cantante era normale, normali i parenti e la sorella. Mah. Io sono l'eccezione alla regola, il sentiero fuori uso, il letto di spine e la corda rotta.
    Con allegria, dalla vostra usignola stonata, che canta come le pare o stride e comunque vive.

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  24. formidabile Mimma 
    il falconiere è rapido ma fatica con il galateo e gli inchini non gli vengono bene, però paga malvolentieri le tasse e sopravvive come può in questi tempi.
    Mi piace tantissimo il primo pezzo sull'Ermetismo, che bella figura avrei fatto all'esame per il diploma se ti avessi conosciuto prima, invece ho saputo dire due parole in tutto che per pietà mi han fatto passare al Paradiso di dante (me la sono cavata appena appena con uno stringato 38).

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  25. ho il vago sospetto, cara Mimma, che tu ti aspetti che la poesia faccia la rivoluzione che dovrebbero invece fare le coscienze.
    ma con te tutto è possibile… e chissà che sei riuscita ancora a progettare per queste due!
    intanto ci stiamo divertendo tutti a leggere.
    e tu sei inesauribile!
    un abbraccio di buona giornata
    cri

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  26. Buongiorno a tutti. Falconier, la resa dei ragazzi dipende dai professori che incontrano a livello sia professionale che umano, ma anche da come l'allievo si sente in quel momento della propria crescita. Principamente c'è la tendenza naturale di ognuno, che dev'essere scoperta e assecondata per portarla al meglio della realizzazione. Un governo rispettoso del popolo per prima cosa si occupa di dare ai giovani un'istruzione ed un'educazione vere, alle quali tutti possano attingere gratuitamente senza ignobili privilegi di ceto e non depaupera l'impegno scolastico fino a ridurlo ad una barzelletta.
    Nella scuola ho incontrato colleghi di valore e lavativi nati, ognuno di loro ha compiuto il suo bene e il suo danno, questo non è lecito su giovani menti in formazione.
    Caro utente anonimo, potevi mandarmi la tua email con un Pvt, l'avrei letta soltanto io, perché non ti presenti prima e mi dici chi sei?
    La prudenza non è mai troppa e talora questo blog è stato visitato da persone poco gradevoli.
    Cara Cristina, certe rivoluzioni toccano alle coscienze, se poi sono anche coscienze poetiche, ancora meglio.
    Non vedo alcun contrasto tra coscienza e poesia come non ne vedo fra fede e ragione. La poesia è una presa di coscienza e la fede sovrasta la ragione senza negarla.
    Mimma e Cristina sono due monelle incorreggibili, nate libere.
    E adesso vado a fare colazione e ci sono le faccende, uffa, uffissima, molto più uffissima assai.

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  27. scusa mimma sono chiaretta non sono riuscita a contattarti, io non ciatto e nemmeno sono su fb.non sono un'aquila nell'usare il p.c ,in particolare in questi giorni che ho difficolta' anche a scrivere,
    ti posso garantire che nessuno avrebbe letto la mia e-mail. appena qualcuno tenta di entrare mi compare subito nel video…e poi non ho nulla da nascondere…..
    vedi se puoi fare qualcosa altrimenti non importa .
    bacio

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  28. Pensavo che avessi capito Mimma scusa sono chiaretta ti ho dato la mia disponibilita' con la e-mail e ho provato a contattarti ,ma non sono riuscita io non ciatto e nemmeno sono su fb,,,,figuriamoci, non sono un'aquila nell'usare il p.c scusami, in particolare in questi giorni che non sono in perfetta forma.
    comunque nessuno l'avrebbe letta ti assicuro, ho chiamato un amico ingegnere che mi ha garantito che se qualcuno tenta di entrare immediatamente il video del p.c mi informa  vedi se poi fare diversamente e se qualche imbecille riesce non so come ad entrare io non ho nulla da nascondere anzi….
    scusami e se non puoi non preoccuparti!
    ti rimando il commento non sono sicura se è arrivato ,scusa ma stò proprio male
    baci

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  29. Non vedo l'ora di leggere come le due furbacchione faranno perire il "Coso"
    Mi diverte tanto leggerti Mimma, ma chissaperchè alla fine rimane quel retrogusto un po'…sbrigati a fare giustizia, mettere le cose a posto nella fantasia, forse ci può aiutare a sopportare certe realtà.

    Un abbraccione

    frantzisca

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  30. Cara Chiaretta, non avevo capito che fossi tu, ti rispondo subito via email. Avviso tutti che ho un guasto sulla linea telefonica e i telefoni sono spenti, ho contattato telecom ed hanno affermato che l'aggiusteranno al più tardi entro martedì sera, si sono stupiti che la connessione internet funzioni e pensano che, da un momento all'altro, non funzionerà più nemmeno lei, quindi, finché posso, ne approfitto per salutarvi e dirvi a presto. Frantzisca, pubblico subito la conclusione della storia perché non vorrei che internet mi lasciasse nei prossimi giorni. Un abbraccio a tutti.

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  31. oh, noooo!!!
    tutto come prima
    tutto daccapo!
    no!
    non sei per niente ottimista, eh? cara la mia Mimma.
    in effetti, corsi e ricorsi storici non fanno presagire niente di buono.
    però mi piace la parte che hai dato al falconiere.
    lui sì che è un eroe, fornaio di giorno e poeta salvatore di notte.
    per le due non farei altri programmi, mi sembrano un tantino esauste…
    baci

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  32. L'epilogo è una goduria, cara Mimma, quanto mi piacerebbe un mondo così! Democrazia vera, meritocrazia, sani ideali, e bello anche il non pagare le bollette, e poi, le due poetesse che rientrano nei loro panni e continuano a scrivere poesie per le delizia di tutti. Mi è piaciuto anche l'inserimento del personaggio falconiere, sarà un riferimento all'amico blogger, chissà? Un applauso alla tua fantasia sapiente, cara Mimma, molto interessante la spiegazione all'imperatore sull'ermetismo che lo lascia stupito e più confuso che mai.

    buon tutto e complimenti, cara.
    un bacio
    annamaria

     

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  33. Mioddio Mimma mi fai quasi paura, per bravura ma anche  per …..poteri di chiaroveggenza.

    Come poi tu abbia fatto a scrivere un racconto così ricco di accadimenti e dettagli, non è mistero. Ormai da te mi aspetto di tutto. Ho letto da qualche parte (spero di sbagliarmi) che sei stanca e pensi di mollare. Ti prego non farlo, dovremmo chiudere noi tutte dopo di te.

    Un abbraccio amica cara, tutto il mio affetto

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  34. Buongiorno, o miei coraggiosi. Malgrado le previsioni della telecom, internet, per il momento, continua a funzionare docilmente anche se i due telefoni di casa sono muti. Oggi è domenica e questi non lavorano, secondo me ripareranno il guasto sulla linea domani mattina, quindi sicuramente  anche internet cederà. Staremo a vedere. Ma certo, Cristina, che qui la storia si chiude, ormai si può immaginare il resto, d'altro canto, dopo tante guerre e travagli, anche l'Italia, a suo tempo, ebbe una magnifica costituzione alla quale sono estremamente affezionata e che reputo ispirata. Potevamo avere una democraziaa ideale, non abbiamo saputo difendere ciò che era un punto di arrivo e trampolino di lancio a cose migliori. È come quando una donna si sposa e crede di avere realizzato tuto ciò che desiderava, non c'è errore più grande, sta solo per affrontare l'imprevisto e l'inaspettato.

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  35. Rossella cara, è vero, sono stanca, ma soltanto a livello fisico, intellettualmente sono sempre piena di idee e fantasie. Ho avuto un'influenza e ho dovuto prevenire con i soliti antibiotici la faringite con tosse che altrimenti mi perseguiterebbe, quel tipo di antibiotici è efficace, ma mi stronca. Pochi giorni sono bastati e mi sento una polpetta, pazienza, mi riguardo. Uffa, con queste belle giornate che ti viene voglia di metterti un gonnellino di foglie di palma, molte ghirlande di fiori e danzare non dico sulla Nazionale qui davanti, ma almeno in giardino. Meno male che la voglia di scherzare non mi manca.

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  36. Tutto si ripete, il prepotente che proprio per la sua slealtà sa farsi strada per primo senza nessuno scrupolo…
    Ma poi ci sono gli eroi, che per fortuna nella storia non sono mai mancati e non mancheranno per far resuscitare le buone menti.
    E ci voleva proprio il falconiere a salvare le poetesse, finalmente libere, perché la libertà è il dono più grande che l'essere umano possa conquistare nella sua vita anche  se deve vivere di poco vicino a un gregge !
    Un racconto molto ricco di spunti Mimma e ricca è la tua fantasia, ora, però, goditi un po' di relax che te lo meriti è stata una bella maratona !
    Bravissima !
     

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  37. Accipicchia questi antibiotici, se si potessero evitare, quando passano distruggono tutto, oltre ai batteri anche le nostre difese, è per questo che ti senti una polpettina Mimma. Mannaggia !
    Dovrebbero inventare degli antibiotici più intelligenti che sappiano riconoscere cosa distruggere e cosa no…
    Mimma ma non hai mai provato a curarti con antibiotici alternativi, cioè naturali e innocui ? Guarda ne vale davvero la pena visto le conseguenze degli altri.
    La natura ci viene in soccorso offrendoci il propoli e anche l'aglio, provare per credere. Io l'ho sperimentato su di me che soffrivo spessissimo di mal di gola molto forti, e funziona benissimo. Dopo tre giorni di cura passa tutto, ripeto, provare per credere. E aggiungo, cosa di non poco conto, avremo tutelato tutta la nostra flora batterica intestinale…
    ecco, anche s enon richiesto ho voluto divulgare il mio pensiero perchè ritengo importante questo problema. Ho sentito dire dagli esperti studiosi nel settore che purtroppo proprio per i nostri abusi nei confronti dell'antibiotico tanti batteri stanno diventando resistenti con le naturali conseguenze.
    Ti mando un abbraccione Mimma

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  38. Ciao, Paola, benvenuta. Grazie della tua presenza e dei buoni consigli. Oggi mi sento un po' meglio, ma ancora molto frastornata, domani provo a uscire. Sto facendo cura di premute di arancia, ne sono golosissima, minimo due alla volta al giorno ( mezzo chilo di succo e anche più).
    Prenderò in considerazione propoli e aglio, quest'ultimo lo uso sempre nei cibi perché mi piace, quindi dovrei essere in regola. Mah. Per il momento la faringite con tosse è venuta a Iole, che è a letto.
    Le giornate sono bellissime, questo ci aiuta non poco.
    Buona giornata, vivete felici e poeti. E più liberi possibile.

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  39. Non sapevo avessi problemi con internet Mimma cara,sono stata via per una settimana per prendere respiro. Tu invece, a quanto pare, sei instancabile. Testa e mani sempre in azione. Meravigliosa inesauribile creativa amica.

    P.S. Ma come hai fatto a scrivere un racconto così? Io, neanche il primo capitolo…….
    Non ho la tua fantasia

    Baci

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  40. Veramente, Rossella, questo racconto consisteva soltanto nella prima puntata, il seguito mi è venuto spontaneo e più scrivevo più incalzava. Mi sono molto divertita anche se debbo dire che qui si vede a tutto tondo il mio attuale pessimismo nel quale si salvano soltanto poche persone (Viola, il falconiere).
    Conclusione: il potere fa male. Il troppo denaro fa male. Anche lavorare troppo fa male. Soltanto l'amore fraterno non è mai troppo.

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  41. Sono contenta che hai risolto con internet, come faremmo diversamente, ormai anche per me è diventato un appuntamento quotidiano. Buon proseguimento lavori e il divano che stai per disegnare pensalo anche comodo. Certo che ne hai di inclinazioni, anche designer d'arredi, sei bravissima.

    baci
    annamaria

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  42. Il divano DEVE essere comodo, annamaria, e contemporaneamente impedirmi di stare appoggiata al muro, che è ricoperto con la pittura antiumido e quindi fa trasudare troppo fresco. Il mio tappezziere è lento, ma bravissimo. Mi ha chiesto il disegno, poi pensa a tutto lui. Dopo fotografo il divano e ve lo faccio vedere.
    Sono contenta delle tue visite frequenti. L'influenza mi ha lasciata debilitata, ma oggi mi sento meglio, domani esco.
    Ho voglia di colori.
    E anche di fiori.
    Le talee di rose  piantate a gennaio stanno già germogliando.

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  43. Sotto tante trovate divertenti una lettura del sociale piuttosto pessimista. Per quanto ci possiamo sforzare di combattere per la nostra libertà, anche dopo la rivoluzione tutto tende a ripetersi come prima e, da capo, dobbiamo tornare a subire, a scappare, a lottare. Come darti torto, è difficile per gli esseri umani mantenersi a lungo puri e incorrotti, però i migliori almeno ci provano.

    ciao

    franca

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  44. Ciao carissima
    bel racconto…
    è difficile dire come andrà a finire
    se non impariamo
    tutti ad essere meno egoisti.
    Chi vivrà vedrà….
    Meravigliosa penna la tua,
    scorrevolissimo leggere
    sembra quasi di esserci veramante…dentro….
    nella storia naturalmente,
    ih…ih…ih…ih!
    Mi spiace per il raffreddamento
    tuo e ora di tua sorella.
    Il riposo e il caldo è quello che ci vuole
    per guarire in fretta
    In queste giornate primaverili,
    qui al nord, ci sembra di sognare.
    Peccato che alla sera scende
    sempre un po' di nebbia.
    Un abbraccio
    un sorriso
    parto ancora per la montagna,
    sono una pendolare di lunghi fine settimana.
    Chiara

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  45. Ciao Mimma, avevo letto solo la prima puntata qualche giorno fa.. ritorno e trovo le altre!!
    Però.. hai scritto tanto.. Tornerò a rileggerti. Per ora solo un salutino
    letizia

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  46. Buonasera, belle ragazze e baldi giovani, ecco. Già, purtroppo, Franca, è quello che attualmente penso ed esperimento: il potere fa male, che sia economico, politico e di qualunque genere, anche religioso. L'essere umano non ne sostiene l'eccesso e si trova incastrato in interessi più grandi di lui, che lo attraggono coi facili guadagni. Avendone l'occasione, il ciclo si ripete facilmente a meno che non intervenga una di quelle poche persone integerrime, amante del bene comune e non soltanto del proprio bene.
    Chiaretta, ormai ho capito che l'utente anonimo sei tu…ti auguro di trovare forza, miglioramento della salute, risoluzione di ogni problema e tranquillità economica. Come vedi sei piena di amici e ti vogliamo tutti bene.
    Chiara, io spero che questo racconto non sia mai profetico…Se ci pensiamo, alcuni hanno tentato di impadronirsi del mondo, fino ad oggi sono stati fermati, ma lo scienziato pazzo dei film fantastici ne è una metafora. Noi ne sorridiamo e pensiamo che siano favolette per bambini scemi.
    Se ci pensiamo, viene richiesto di essere meno egoisti a quei poveracci che ogni mattina si alzano per andare al lavoro e sbattono per mandare avanti la famiglia: in pratica siamo tutti noi. Le alte sfere sono esenti.
    La moralità vale per noi, la multa la prendiamo noi se ci pizzicano senza cintura di sicurezza e via discorrendo.
    Quando, tanto per fare un esempio banale, toglieranno queste differenze assurde di stipendio tra il parlamentare e il professore, io crederò nuovamente nell'essere umano. Per adesso credo in quelle poche persone che trovano in se stesse la forza dell'onestà a tutti i costi in un mondo vergognosamente disonesto dove emergono attori, cantanti e calciatori con il contorno di qualche principino.
    Paola, oggi la giornata, qui, è stata grigia, speriamo meglio per domani, ieri mi sono tanto divertita.
    Ciao, Letizia, un saluto anche da me.

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  47. Cara Mimma.
     La Tua metafora a puntate è simpaticissima. Mi ha ricordato la “fattoria degli animali” di G.Orwell, che, a mio avviso, possiede una ironia meno aerea della Tua. (Ma a chi pensavi quando hai scritto il Tuo post a puntate ?…No, non lo dire….). Cara KatherineM, sei proprio sicura che quelle “persone non più abituate a ragionare con le proprie teste”  abbiano mai ragionato in vita loro  (con le loro teste)?
     Ciao.
     Bluewind
     

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  48. Bluewind, non sai quanto piacere mi ha fatto che tu abbia letto e commentato questa favola…ah, ah, ah, io mi sono divertita orribilmente nello scriverla e nell'immaginarla a pezzo a pezzo in diretta, dato che anche stavolta mi è stata richiesta la continuazione dalla mia piccola, ma giovane schiera fantasiosa di ascoltatori. A chi pensavo quando ho scritto questa favola? Che domanda superflua.

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