



Un apparecchietto portatile per la clonazione, ormai, l’avevano tutti in
borsa oppure nella ventiquattrore, i benestanti quello mignon lo
portavano incastonato in un anello, sotto una bella pietra di opale
dalle sfumature variegate.
Col tono della voce la pietra riceveva l’ordinazione desiderata, che so io,
un filone di pane casareccio condito con olio extravergine di oliva, sale
e pepe rosso, un vestito a quadretti bianchi e blu, anche un fidanzato,
bastava soltanto mostrare una fotografia e dire una parola, per esempio
ragazzo biondo con gli occhi azzurri oppure donna sexy o che so io,
mazzo di rose rosse con fiocco e biglietto già scritto.
L’opale, nel 3012, divenne uno status symbol. Ormai il quadro della Gioconda
in casa l’avevano pure i poveracci, né si può dire che fosse una copia
essendo ognuno un originale.
La scrittrice, pittrice e stilista Mimma molto bella stava sbadigliando,
la vita era diventata così noiosa, ormai l’universo era pieno di terre
dove mandare colonie essendo diventato facilissimo clonare il nostro pianeta.
Così Mimma prese la propria fotografia di quando aveva tre anni con
l’intenzione di duplicare se stessa per avere una compagnia
intellettualmente stimolante e soprattutto una buona domestica.
Il clone venne perfetto e subito incominciò a correre per tutta la casa
buttandosi dalle scale proprio come faceva lei a quell’età sicché
Mimma I dovette medicare Mimma II, che piangeva disperatamente.
<Ahi, ahi, ahi, mamma> gridava il clone.
<Non sono tua mamma> rispose Mimma I ripassando la pomata a guarigione istantanea.
<Ahi, ahi, ahi, zia>.
<Non sono tua zia>.
<E chi sei?>.
<Sono la maestra e tu sei l’alunna>.
<Odio le maestre, quanto sei brutta, brutta e vecchia, brutta e vecchia
come una scimmia> cantarellò il clone.
“Questa è maleducata proprio come me a quell’età” pensò Mimma I.
A pranzo il clone, mentre Mimma I si girava a prendere il formaggio
da mettere sulla pasta col sugo all’amatriciana, con la velocità del fulmine
aprì la boccia della marmellata di ciliegie e se ne versò nel piatto
una buona metà, poi assicurò, rimestando, che l’avrebbe mangiata tutta,
ma la sputò subito al primo boccone.
<Che schifo, non la vuole nemmeno il gatto>, e si mise a rincorrerlo, lo
afferrò per la coda e mentre quello soffiava gli tirò i baffi a uno a uno.
<Cretina> disse il gatto, che aveva studiato le lingue.
“Precisa a me” pensò Mimma I, “la faccio arrivare a tredici anni di età e vediamo se riesco a insegnarle come si pulisce la casa”. Alitò sull’opale, che scintillò sinistramente e Mimma II raggiunse i tredici anni in un colpo solo. Stava semisdraiata in poltrona, circondata da riviste, e leggeva senza risponderle né sentirla affatto.
(Fine della prima puntata)
<Mimma II, alzati e prepara la cena> fece Mimma I.
<Mimma II….>.
<Mimmaaaaaa II !…>.
<E non gridare, non sono sorda, mi sento stanca, ho mal di testa> piagnucolò
il clone, <mica ti ho chiesto io di venire al mondo. Cosa vuoi da me?>.
<Che tu faccia i servizi domestici>.
<Mai> fece Mimma II. E riprese a leggere.
“Mi è riuscita troppo bene, è precisa a me> pensò Mimma I, e la fece
avanzare di altri dieci anni, al giorno della laurea. Era il 22 giugno e
Mimma III pesava novanta chili. Indossava un tailleur rosso scuro
con la camicetta bianca di seta a pallini neri. Disquisiva con la
massima disinvoltura mentre i professori la fissavano a bocca aperta,
non si sa se per la cultura o per la stazza. Si era scelta da sola
l’argomento della tesi proponendolo al professore, il quale aveva
pensato che non fosse l’autrice di quanto gli aveva consegnato,
ma dopo un interrogatorio di quarto grado su ogni singolo passo si
era dovuto rassegnare all’ineluttabilità: quella ragazza, modestamente,
trattandosi di me, era intelligente, scriveva bene e aveva capito tutto
a menadito traendone conclusioni originali. Si esprimeva inoltre con
un italiano sciolto ed elegante, che era identico a quello della tesi.
Era un uomo giusto e difatti Mimma si laureò col massimo dei voti e le congratulazioni generali. Amen.
Tornò a casa ringalluzzita e incominciò la dieta dimagrante perché,
appena avuto l’insegnamento, voleva farsi trovare in forma dagli allievi,
così disse a Mimma I. Mangiava rigorosamente in bianco, pesce oppure
pollo bollito, insalata scondita, niente dolci né bibite gasate, non solo,
ma costringeva Mimma I a digiunare con lei, diceva, per sostenerla.
Intanto passava i pomeriggi in palestra, tornava distrutta, col mal di testa
e i dolori nelle articolazioni, si coricava subito e si faceva servire a letto
da Mimma I chiamandola continuamente. Alzò soltanto una volta il dito
indice della mano destra, lo passò sul tavolo polveroso e disse a Mimma I
che era sporco, anzi faceva schifo.
La quale si stufò rapidamente e fece invecchiare il clone a cinquant’anni,
sperando che rinsavisse con l’età. Mimma IV si guardò allo specchio e
declamò una poesia, <Presto, presto, scrivi> ordinò a Mimma I,
<prima che mi dimentichi l’ispirazione. Ma sei una lumaca! Domani voglio
comprato un computer e un pacco di carta vergatina formato A4 di medio
spessore. Io detterò e tu mi farai da segretaria. Cosa prepari per pranzo?
Ho fame. Bada che io la pasta la voglio al dente, col ragù che deve bollire
tre ore a fuoco lento, il pesce non mi piace, mangio solo filetto ai funghi
e salsiccia casareccia, fatta da te tagliando col coltello la pura carne
di maiale senza grasso e infilandola nel budello con l’imbuto apposito
a bocca larga, ma puliscilo bene, il budello, non fare la sporcacciona.
E non dimenticare le patate al forno, che siano croccanti, salate e bene
appiccicate, ma non bruciate>.
Qui Mimma I perse le staffe, pressò l’apparecchietto e fece avanzare
gli anni. Il clone ne ebbe settanta, novanta, centodieci, centocinquanta,
poiché la vita umana si era molto allungata. Quant’era brutta.
Alla fine stridette e si dissolse in polvere, così gli esseri umani,
dopo questa stolta esperienza, rinunciarono alla clonazione e si
dedicarono a cercare qualche altro sollazzo meno fastidioso.
Domenica Luise
PS: Se vi volete divertire ancora, fate clic QUI
e vi troverete su New arte insieme, dove Renzo Montagnoli
ha pubblicato una mia fiaba giocosa, Coppie celebri.
E se vi viene voglia di vedere la vera foto di Mimma a tre anni,
quella da cui verrà estratto il clone, fate clic QUI