Ovvero agitare prima dell’uso.
Io sono così
in rimescolio perenne. Elisir di giovinezza
da assaporare in qualsiasi modo
dopo i pasti prima e durante
faccio sempre bene.
Marmellata con metà zucchero e metà sale. Voglia
di vita e stretta di mano forte
ad alta gradazione alcolica
di scempiaggine intelligente e vestina gialla
ricamata dalla zia
e i boccoli, vuoi mettere quant’ero bella
a tre anni coi boccoli sulla sedia fratino
formato cartolina dipinta a mano. Vanità
e occhi birbanti, sembro buona buona
quasi innocua
e tale sono rimasta: una pavona
che fa la ruota in cerca d’amore
e adesso bianca, lavata in varechina
dalla vita,
fatta per la gioia.
Guardatemi. Guardiamoci.
Volete ballare con me?
Questa poesia è già stata pubblicata nel Giardino dei poeti di Cristina Bove con la fotografia di Mimma a tre anni. Non è necessario che chi l'ha già commentata metta di nuovo qualcosa, certo se lo fa sono contenta, ma non occorre il bis. Voglio tenerla anche qui, fra le mie cose più care. Mi ricordo la mattina che zia Maria mi portò dal fotografo, dopo avere arricciolato, bagnandoli nel limone, i miei capelli disperatamente lisci. Tenevo la testa alta sia perché mi sentivo la quintessenza della bellezza sia per non fare cascare giù i boccoli precari. Era una bella giornata di sole. Il fotografo mi sollevò come un fuscello e mi poggiò sulla sedia fratino. Poiché stavo sempre imbronciata, il che suscitava l'interesse dei grandi, cosa a cui tenevo spudoratamente, mi chiese di sorridere ed io feci del mio meglio. Quando arrivarono le copie, colorate a mano, protestai vivacemente perché egli aveva lasciato i fiorellini di lana multicolori in bianco e nero. Papà allora prese i suoi colori ad olio e mise a posto i petali e le foglie con pazienza da miniaturista. Non ancora soddisfatta, feci il raffronto tra i colori veri della veste e quelli di papà, vidi che non erano uguali ed iniziai un gran capriccio, ma egli si arrabbiò ed io la smisi subito.
( Fotografo sconosciuto )